Quali sono state le più interessanti scoperte storico-artistiche del 2023? Anche quest’anno non sono mancate le sorprese, e come ormai da tradizione abbiamo selezionato le dieci notizie secondo noi più rilevanti dell’anno che è appena trascorso, che vi proponiamo di seguito in ordine cronologico.
A febbraio lo storico dell’arte britannico Paul Joannides, specialista di disegno rinascimentale con all’attivo monografie e studi sui disegni di artisti come Raffaello e Michelangelo, ha annunciato di aver scoperto quello che a suo parere è un raro disegno preparatorio per la volta della Cappella Sistina. Si tratta di un foglio disegnato a sanguigna che raffigura un uomo nudo, visto di spalle: secondo Joannides è stato eseguito in vista della realizzazione dell’affresco con il Serpente di bronzo. In particolare, si tratterebbe di uno studio per la figura del nudo di spalle che si vede, leggermente ruotato rispetto alla figura del disegno, nella porzione destra dell’affresco. Leggi qui la storia completa.
Il catalogo del Romanino (Girolamo Romani; Brescia, 1485 circa – 1566 circa) si è arricchito di una nuova opera, per una “clamorosa aggiunta”, come afferma la casa d’aste Bertolami presso la quale è andata in vendita. Il dipinto, una Deposizione di Cristo nel sepolcro, è stato riconosciuto come opera del Romanino da due specialisti che lo hanno studiato in via indipendente: Alessandro Nova e Francesco Frangi: un “capolavoro inedito”, stabilisce la casa d’aste. “L’impressionante dipinto inedito”, si legge nella scheda del catalogo d’asta, “rappresenta una clamorosa aggiunta al corpus di Girolamo Romanino, come hanno rilevato, indipendentemente, il Prof. Alessandro Nova e il prof. Francesco Frangi dopo l’analisi dal vivo della tela. L’opera si mostra, in effetti, come un apice nell’intera produzione del pittore quanto a intensità emotiva e pathos tragico”. Leggi qui la storia completa.
Importante scoperta ad aprile in Romagna: a Bagnara di Romagna (Ravenna), un antiquario ha infatti rinvenuto una scultura inedita di Alfonso Lombardi (Ferrara, 1497 circa – Bologna, 1537), il principale scultore del Cinquecento a Ferrara, noto anche come “Alfonso Cittadella” o “Alfonso da Ferrara”, che una leggenda diffusa nell’Ottocento vuole elogiato anche da Michelangelo (secondo il quale sarebbe stato “meraviglioso nel suo operare che la terra tremava sotto le sue mani in obbedirlo”), criticato e lodato da Giorgio Vasari, che non lo apprezzava sul piano umano per il suo temperamento giudicato frivolo e vanesio, ma ammirava le sue opere. Leggi qui la storia completa.
Importante scoperta a maggio presso il Comando della Legione Carabinieri “Lazio” in Piazza del Popolo a Roma. Si è infatti appurato che due porzioni d’affresco, di cui non si conosceva né l’autore né la provenienza, che erano conservate alla fine della prima rampa dello scalone monumentale della Caserma “Giacomo Acqua” che è sede del Comando, sono parte di un grande dipinto di Ludovico David (Lugano, 1648 – Roma, post 1709) provenienti dal Collegio Clementino. I dipinti erano ben conservati al termine ma saranno restaurati, e l’intervento inizierà in questi giorni. Leggi qui la storia completa.
Secondo gli storici dell’arte del Royal Collection Trust, sarebbe di Artemisia Gentileschi un dipinto che è stato recentemente riscoperto nei depositi della collezione, e che sarebbe stato noto sinora con una attribuzione erronea. Il dipinto, raffigurante Susanna e i Vecchioni, è stato riscoperto a seguito del risultato del lavoro dei curatori del Royal Collection Trust, in particolare dell’ex membro dello staff e storico dell’arte Niko Munz, per rintracciare i dipinti venduti e sparsi in tutta Europa dopo l’esecuzione del re Carlo I d’Inghilterra. Leggi qui la storia completa.
A settembre viene ritrovato un importante disegno di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520): si tratta di uno studio per la scena della Battaglia di Ponte Milvio dipinta nelle Stanze Vaticane, per la precisione nella Sala di Costantino. È stato messo all’asta il 25 ottobre da Dorotheum, che lo ha venduto a 338mila euro. Leggi qui la storia completa.
Svelati in ottobre a Verucchio (Rimini) gli affreschi trecenteschi che sono stati scoperti due anni fa nella chiesa di Santa Croce di Villa Verucchio, attribuiti a Pietro da Rimini (Rimini, documentato tra il 1324 e il 1338) e alla sua bottega. La scoperta risale al 2021, quando frate Federico, dell’Ordine dei Frati Minori di Verucchio, stava eseguendo alcuni lavori di manutenzione sopra al coro ligneo e, incuriosito da una fessura tra il coro e il muro, ha deciso di aprire la videocamera del suo smartphone e di calare il telefono con un filo proprio nella fessura. È riuscito così a catturare l’immagine di un’antica pittura medievale del Cristo in Pietà, dipinta in una nicchia. Si tratta di un importante rinvenimento nell’ambito della pittura riminese del Trecento, oltre che della pittura medievale in generale, che ha condotto alla scoperta di un apparato decorativo di grande rilievo e ottima fattura. Leggi qui la storia completa.
Attribuita a Rembrandt l’Adorazione dei Magi andata in asta il 6 ottobre 2021 da Christie’s come “cerchia di Rembrandt” e con una stima di 10-15mila euro (i potenziali acquirenti si accorsero che forse poteva essere un’opera autografa del maestro olandese del Seicento e si diedero dunque battaglia per acquistarla: alla fine il martello del battitore aggiudicò l’opera alla cifra di ben 860mila euro). I clienti di Christie’s ci avevano visto lungo: dopo essere stata a lungo studiata da esperti di Rembrandt, la casa Sotheby’s è giunta a conclusione che si tratta di un’opera di Rembrandt, che è stata trascurata per più di settant’anni. Comparve infatti sul mercato nei primi anni Cinquanta, dopodiché venne acquistata dal collezionista d’arte olandese Johannes Carel Hendrik Heldring ad Amsterdam nel 1955. Dopo la sua scomparsa nel 1962, la vedova, nel 1985, cedette l’opera a una famiglia tedesca che ne rimase in possesso fino alla decisione di venderla da Christie’s due anni fa. Il 6 dicembre Sotheby’s ha venduto l’opera a ben 14 milioni di dollari. Leggi qui la storia completa.
La casa d’aste francese Tajan ha annunciato, a fine novembre, di aver riscoperto due importanti opere di Pietro Lorenzetti (Siena, 1280 circa – 1348): si tratta di due tavolette in legno di pioppo, raffiguranti San Silvestro e Sant’Elena, provenienti dall’ex Collezione Ramé. Furono acquistati a Parigi nel 1860 dal magistrato François-Alfred Ramé (1826-1886), che aveva una forte passione per l’archeologia e la storia (i suoi archivi vennero poi donati al Museo Archeologico di Rennes). Conservati dai suoi discendenti, che avevano già venduto parte della loro collezione a Tajan nel 1985, questi due dipinti sono stati riscoperti dal Cabinet Turquin, la società di consulenza storico-artistica di Eric Turquin. Queste due opere del grande pittore senese facevano probabilmente parte di una grande pala d’altare composta da cinque o sette pannelli, che fu poi tagliata, come la maggior parte delle opere di questo tipo. I due pannelli sono stati venduti separatamente il 13 dicembre: 3 milioni per il San Silvestro e 1,6 milioni per la Sant’Elena (contro una stima di 1,5-2 e di 400-600mila euro). Andranno ad arricchire la raccolta di un collezionista americano di arte contemporanea. Leggi qui la storia completa.
È tornato alla luce un raro dipinto inedito di Baccio Bandinelli (Firenze, 1493 – 1560), ritenuto perduto: è stato ritrovato nei depositi dei Musei Vaticani, e dopo il restauro viene esposto per la prima volta a Firenze, agli Uffizi. Il dipinto è una Pietà, con la Vergine, un angelo e Nicodemo che fino al 25 febbraio è protagonista della mostra Baccio Bandinelli pittore, frutto della collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e i Musei Vaticani (l’esposizione, curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal responsabile dell’arte rinascimentale e barocca dei Musei Vaticani Fabrizio Biferali, è accolta al secondo piano del museo vasariano, negli spazi tra la Sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello). Leggi qui la storia completa.