Fine anno, tempo di classifiche: anche per il 2022 proponiamo al pubblico la nostra selezione delle dieci più interessanti scoperte storico-artistiche dell’anno. Ecco quali sono state secondo noi le migliori sorprese che la storia dell’arte ci ha riservato quest’anno!
Poco prima di andare in vendita da Sotheby’s, il Vir Dolorum di Sandro Botticelli (battuto poi a 45,4 milioni di dollari ha riservato una sorpresa: dalle analisi tecniche è infatti emerso un disegno che Botticelli aveva cancellato, il profilo di una Madonna, scoperto grazie alle analisi agli infrarossi. Il dipinto si trova in buone condizioni, situazione che ha facilitato l’attribuzione del quadro a Botticelli. È opera riferita alla tarda maturità, ma vi compaiono tutti gli elementi tipici della sua pittura: le analisi in particolare hanno rimarcato il modellato degli incarnati, resi con pennellate delicate di marrone e rosa su tonalità tenui, e poi sono state rinvenute incisioni sulla superficie pittorica che definiscono la croce sopra al capo di Gesù (quella delle incisioni era una pratica tipica di Botticelli e di molti altri artisti, che incidendo la superficie ottenevano delle guide per tracciare alcuni elementi della composizione). Leggi qui la storia completa.
In Francia è ricomparsa una tela di Henri Matisse dimenticata: si tratta di La Villa Bleue, opera del 1918 realizzata a Nizza, parte di una serie di cinque dipinti raffiguranti lo stesso soggetto, e che non era mai stata esposta prima in pubblico. L’opera è importante perché si colloca agli esordi del periodo nizzardo di Matisse: il dipinto è stato messo in vendita dalla casa Millon in un’asta tenutasi dal 9 al 10 marzo. Stima: tra i 150 e i 200mila euro. Aggiudicata poi a 494mila. Leggi qui la storia completa.
Una scultura che era stata acquistata nel 2002 in un’asta di statue da giardino per sole 5.200 sterline si è rivelata essere un’opera del grande Antonio Canova. Una “storica riscoperta” veniva definita da Christie’s. Si tratta infatti dell’opera che venne commissionata a Canova dal primo ministro inglese del tempo, in carica dal 1812 al 1827, Robert Banks Jenkinson, II conte di Liverpool. “È un miracolo”, ha detto lo storico dell’arte Mario Guderzo, specialista di Canova e direttore del Museo-Gipsoteca Antonio Canova di Possagno, “che un eccezionale capolavoro di Canova, ritenuto a lungo perduto, sia stato ritrovato duecento anni dopo la sua realizzazione”. Andata in asta da Christie’s, è passata invenduta. Leggi qui la storia completa.
A Prato, nel mese di maggio è riemersa una lettera riguardante Donatello che era andata perduta nel XIX secolo. La missiva fu inviata il 19 giugno del 1434 da Matteo degli Organi, soprannome di Matteo da Prato dovuto al suo mestiere di maestro d’organi, agli Operai del Sacro Cingolo di Prato su richiesta di Donatello che era suo amico. Nella lettera, Matteo degli Organi informava gli operai del Duomo che l’artista aveva terminato il primo dei rilievi del pulpito del duomo di Prato, e l’opera aveva suscitato grande scalpore a Firenze, dove tutti gli intenditori d’arte andavano dicendo “che mai si vide simile storia”. Leggi qui la storia completa.
Non si tratta di storia dell’arte, a meno di non considerare la letteratura un’arte, ma è comunque una scoperta eccezionale. A giugno scoperta la traccia del più antico verso della letteratura italiana: si tratta di un’annotazione, risalente a un periodo compreso tra la fine del IX secolo e l’inizio del X, scritta da un monaco a margine di un manoscritto dell’VIII secolo conservato alla Biblioteca dell’Università di Würzburg, in Germania. Leggi qui la storia completa.
Sempre in Germania, nella Landesbibliothek di Oldenburg, a giugno è stata trovata una miniatura di Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 - 1528). Si tratta di un’immagine raffiguranti due putti su creature marine simili a delfini, con uno stemma al centro. La miniatura è larga poco meno di 16 cm e alta 6,5 cm, e secondo la Landesbibliothek di Oldenburg si tratta di “una scoperta straordinaria” e “spettacolare”. La miniatura decora la prima pagina di un testo greco stampato a Venezia nel 1502 da Aldo Manuzio (Bassiano, 1449 - Venezia, 1515) ed è stata scoperta nell’ambito di un progetto di ricerca sulla collezione di aldine della biblioteca di Oldenburg. Leggi qui la storia completa.
Alle National Galleries of Scotland di Edimburgo è stato rinvenuto a luglio un autoritratto nascosto di Vincent van Gogh, una scoperta definita “sensazionale” dal museo scozzese. Si tratta di un’opera in precedenza sconosciuta: l’immagine misteriosa si trovava sul retro della Testa di contadina dipinta nell’aprile 1885 a Neunen, conservata presso il museo scozzese. È stata scoperta grazie a una radiografia eseguita sul dipinto in vista del prestito per la mostra A Taste for Impressionism in programma dal 30 luglio al 13 novembre presso la Royal Scottish Academy di Edimburgo. I visitatori hanno potuto vedere per la prima volta la straordinaria immagine scovata con i raggi X attraverso un lightbox appositamente predisposto nel percorso della mostra della Royal Scottish Academy. Leggi qui la storia completa.
Nel corso della ristrutturazione di una casa appartenuta fino al 2003 alla famiglia di Andrea Pazienza, a San Menaio, sul Gargano, è stata scoperta una stanza interamente ricoperta di disegni inediti dell’artista. Disegni che il noto fumettista, scomparso all’età di trentadue anni nel 1988, realizzò con bombolette spray di colore blu e rosso su tre pareti e la firma è inequivocabile: Paz 72. I disegni sono stati compiuti da Andrea Pazienza all’età di sedici anni nella camera più piccola della casa delle vacanze. Leggi qui la storia completa.
Non è forse la più importante ma di sicuro quella più curiosa e di cui si è parlato di più. È stato infatti scoperto che un dipinto di Piet Mondrian, New York City 1 del 1941, è stato esposto capovolto per oltre 75 anni alla Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf, in Germania. L’annuncio è stato dato dalla curatrice Susanne Meyer-Büser nel corso di una conferenza stampa, durante la quale è stato però spiegato che il quadro rimarrà appeso come lo è stato dal 1945, ovvero con il raggruppamento di strisce gialle, rosse e blu in basso e non in alto com’era in origine. La scoperta porta la firma di un artista italiano, Francesco Visalli, che già a settembre 2021 aveva inviato una mail alla direttrice del museo, Anette Kruszyinski, allegando studi e immagini d’epoca a supporto della teoria. Leggi qui la storia completa.
Nella Firenze del Seicento viveva e lavorava alla corte dei Medici un pittore ebreo, caso estremamente raro per l’epoca: si chiamava Jona Ostiglio e a compiere questa scoperta sono stati l’ebraista Piergabriele Mancuso e la storica dell’arte Maria Sframeli, funzionaria degli Uffizi. Ostiglio era un artista abile e versatile, capace di acquisire importanti commissioni dalla dinastia regnante e da potenti famiglie fiorentine come i Mannelli, stimato al punto da riuscire ad entrare a far parte, nel 1680, dell’Accademia delle Arti e del Disegno, restandone poi di fatto l’unico membro ebreo fino allo scorso secolo. L’inedita “riscoperta” della storia di Ostiglio, rimasta per secoli nascosta tra le pieghe della storia dell’arte, è stata presentata a novembre agli Uffizi. Leggi qui la storia completa.