Sono tantissime le reazioni al dpcm che impone la chiusura di cinema e teatri. Partendo dal mondo della politica, la giornata è cominciata con l’appello degli assessori alla cultura delle grandi città italiane (Roma, Milano, Genova, Firenze, Torino, Bologna, Venezia, Ancona, Bari, Cagliari) che ritengono “ingiustificata” la serrata, considerano “opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione” e si mettono a disposizione per “concertare misure per rendere ancora più efficaci e sicure le riaperture dei luoghi di spettacolo delle nostre città e di tutta Italia”. Nella giornata di oggi si sono susseguite le prese di posizione dell’opposizione, da Matteo Salvini della Lega (“Chiudere attività come palestre, cinema e teatri che negli ultimi mesi hanno investito tanto per adeguare gli standard di sicurezza sanitaria è una sciocchezza. Luoghi sicuri e controllati, perché prendersela con loro”) a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia (“A maggio il governo ha imposto dei protocolli di sicurezza per ripartire, gli imprenditori hanno investito soldi per adeguarsi. Ora il governo chiude piscine, palestre, cinema e teatri e impone a bar e ristoranti chiusura alle 18. Conte ha il dovere di chiedere scusa e risarcirli”).
Ma a esprimere contrarietà sono anche esponenti della maggioranza: il presidente della commissione cultura del Senato, Riccardo Nencini del gruppo Italia Viva-PSI, ha promosso una petizione, lanciata dalla stessa Italia Viva, in cui si afferma che “Cinema e teatri devono restare aperti. E anche palestre e piscine! La priorità adesso è limitare il contagio, mettendo in campo tutte le misure possibili per contenere il diffondersi del Coronavirus in questa, come viene definita, seconda ondata”. Dello stesso avviso anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che intervenendo alla trasmissione Non è l’arena su La7 ha usato parole molto dure: “con questo dpcm la cultura è finita”, ha detto. “Il Teatro san Carlo, il più antico d’Europa, 1.250 posti, non riesco a capire perché si debba chiudere, ma faccio un esempio e ne potrei fare altri”, ha aggiunto de Magistris secondo cui “intere categorie di giovani andranno definitivamente in situazione di disperazione con queste misure”. Sulla stessa linea anche Walter Veltroni, che avanza il paragone tra cinema e chiese: “mi chiedo se è giusto autorizzare le messe e non i teatri e i cinema dove non c’è stato alcunché”, si è domandato alla trasmissione Che tempo che fa su Rai Tre. Si rivolge invece direttamente al ministro dei beni culturali Dario Franceschini l’attivista Aboubakar Soumahoro: “ministro Franceschini, è calato il sipario sulla cultura, cibo dell’anima e presidio di speranza che sconfigge dittatura della mediocrità. Occorre avere visione strategica per tutelare salute, diritti degli invisibili della musica, teatro e cinema e il loro valore socio-economico”.
Dal mondo della cultura, tra i primi a prendere posizione c’è l’autrice, scrittrice e volto tv Serena Dandini. “Non chiudete i cinema e i teatri. Sono luoghi di necessità, e sono soprattutto posti sicuri. Mi associo ai tanti appelli che si sono susseguiti in queste ore, dal ‘Vissi d’arte’ di tanti esponenti della cultura a quello dei Cento Autori fino a quello di tanti assessori alla Cultura d’Italia”. Così invece l’attore Lino Guanciale: “Oggi non è facile. Con tanto lavoro, passione e professionalità abbiamo provato a rimettere in moto la macchina dello spettacolo dal vivo. Non possiamo fermarla ora”. Guanciale invita a firmare la petizione di Cultura Italiae, una delle tante che si stanno susseguendo in queste ore.
E ancora, la cantante Fiorella Mannoia: “Finora nei teatri dove si sono esibiti, colleghi, attori e scrittori... c’è stato un solo caso di Covid, tutto è stato fatto secondo le regole e il teatro a oggi è uno dei luoghi più sicuri. Ma le fiere, le chiese, i musei, le partite di campionato rimarranno aperti. Ma noi no”. Intervenendo a Domenica In, l’attore e conduttore Ezio Greggio ha dichiarato: “È un errore madornale quello di chiudere i cinema e i teatri. Sono i luoghi più sicuri in assoluto. Già c’è poca gente che va al cinema in generale, quindi limitare l’accesso al cinema significa togliere libertà, togliere cultura”. Il regista Gabriele Muccino: “Chiudere i cinema e i teatri dice solo una cosa: che nessuno tra coloro che hanno voluto questa misura, si è preso la briga di andare al cinema negli ultimi due mesi. Avrebbe trovato al massimo 10 persone in sala per ogni spettacolo. Al massimo! Non ce n’era davvero motivo”.
“Non si può stare zitti, qui c’è da diventare pazzi”, dice invece la regista Emma Dante. “Questa ulteriore chiusura delle sale è una guerra, una guerra al nostro settore, ingiusta e ingiustificabile. E sì che i teatri e i cinema, e lo dico a chiare lettere, sono sicuri quanto gli ospedali. Sono amareggiata, sto pensando a qualche azione pubblica per protestare. Sì, voglio pensare a qualcosa di forte nei prossimi giorni perché questa chiusura è una cosa che non posso che definire vergognosa”. Usa l’arma dell’ironia l’attore Andrea Pennacchi, che già ieri scriveva su Twitter: “ma chiudiamoli, sti teatri, postriboli, luridi focolai di contagio”. Anche il doppiatore Luca Ward esprime il proprio disappunto, definendo un “delirio” la scelta di chiudere cinema e teatri. E poi, il direttore e fondatore del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi, rivolge “un ulteriore e accorato invito a rivedere questa posizione al piu’ presto con il Comitato Tecnico - Scientifico”. Al momento, scrive Gubitosi, “non ci sono dati che ci confermino quanti cinema, dopo il primo lockdown, abbiano chiuso definitivamente - scrive - da quando sono stati riaperti, i cinema e i teatri sono i luoghi piu’ sicuri dove poter stare insieme. Una sala da mille posti può contenerne solo duecento, distanziati, perfino con separatori. In entrata ed in uscita si applicano tutte le norme di sicurezza”.
Quelle di cui sopra sono solo alcune delle tantissime reazioni al dpcm, e molte altre ne sopraggiungono minuto dopo minuto.
Chiusura cinema e teatri, le reazioni: “con questo dpcm la cultura è finita” |