L'appello degli assessori alla Cultura:“Ingiustificata la sospensione degli spettacoli”


L’appello al governo di alcuni assessori alla Cultura dopo il nuovo DPCM: “effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato”.  

A seguito delle decisioni prese dal governo nel nuovo DPCM di oggi, 25 ottobre, che dispone la chiusura di cinema, teatri e sale da concerto, alcuni assessori alla Cultura hanno manifestato il loro disaccordo in un appello. “La sospensione degli spettacoli appare ingiustificata” si legge, e “la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale”. 

Di seguito il testo della lettera. 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte

Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo

Al Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli

Egregio Presidente,

Egregi Ministri,

la misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di resposabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori.

Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, è inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri, cinema e sale da concerto nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute.

Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano -senza dubbio – necessarie per contrastare larecrudescenza del Virus nel nostro Paese.

Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali.

Aderendo con convinzione e spirito di servizio alla “leale e fattiva collaborazione tra le Istituzioni della Repubblica” – alla quale ha richiamato nel suo discorso il Capo dello Stato – al fine di “difendere il bene primario della vita, contenendo il contagio e affrontandone le conseguenze, sanitarie, sociali, economiche”:

– consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica;

– chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da  intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre.

Nella certezza di poter contare sulla Vostra piena considerazione di quanto espresso, rinnoviamo la nostra disponibilità a concertare misure per rendere ancora più efficaci e sicure le riaperture dei luoghi di spettacolo delle nostre città e di tutta Italia. 

L’appello è stato firmato da Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura – Firenze,

Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale – Roma,

Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura – Milano,

Eleonora de Majo, Assessora alla Cultura e al Turismo – Napoli.

Barbara Grosso, Assessora alle Politiche Culturali, dell’Istruzione,

per i Giovani – Genova,

Francesca Paola Leon, Assessora alla Cultura – Torino,

Matteo Lepore, Assessore alla Cultura e al Turismo – Bologna,

Paola Mar, Assessora al Patrimonio, Promozione della città, Università e Toponomastica – Venezia,

Paolo Marasca, Assessore alla Cultura  – Ancona,

Ines Pierucci, Assessora alle Politiche Culturali e Turistiche – Bari,

Paola Piroddi, Assessore alla Cultura –  Cagliari. 

 

L'appello degli assessori alla Cultura:“Ingiustificata la sospensione degli spettacoli”
L'appello degli assessori alla Cultura:“Ingiustificata la sospensione degli spettacoli”


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