Compie due anni il progetto Aurelia→SUD di Gabriele Landi


Undici artisti, undici opere, visibili ogni giorno, 24 ore su 24. Compie due anni l’innovativo progetto Aurelia→SUD di Gabriele Landi che adesso propone un nuovo intervento, di Armida Gandini.

Venti artisti, venti opere d’arte, in un luogo insolito, che non è né galleria, né spazio espositivo, almeno come comunemente inteso. Ha compiuto due anni il progetto AureliaSUD di Gabriele Landi, partito nel settembre del 2021 e capace di radunare sin qui diversi dei più interessanti artisti della scena italiana contemporanea, tutti chiamati a misurarsi con un genere particolare: quello dell’insegna stradale. A ogni artista che ha partecipato al progetto, Gabriele Landi, artista anche lui, che per l’occasione si è trasformato in curatore, ha chiesto di rivisitare a modo proprio l’insegna del suo studio in Via Aurelia Sud 19 ad Arcola (La Spezia).

Tutti hanno prodotto un’opera in un formato tutt’altro che semplice (Aurelia→SUD è infatti un... light box delle dimensioni di 355 per 67 centimetri), ma ben visibile dalla strada. Un’opera site specific, si potrebbe dire in gergo tecnico. Più semplicemente, un’installazione aperta a tutti e disponibile 24 ore su 24. Un progetto alternativo, lontano dai canoni ai quali è abituato chi frequenta il mondo dell’arte: essendo un’iniziativa nata dal basso e tutt’altro che formale, Aurelia→SUD non ha mai previsto né inaugurazioni, né finissage. Inizialmente ogni due mesi, poi ogni quattro, un artista diverso è stato chiamato a contribuire al progetto. Tutti i passanti di questa frequentatissima strada, un’importante direttrice della provincia di La Spezia, a qualunque ora del giorno possono vedere le opere di Aurelia→SUD.

E per ogni opera è stata prodotta una diversa intervista. Il primo artista coinvolto nel progetto è stato l’umbro Mario Consiglio, che ha riempito lo spazio di Aurelia→SUD con la sua scritta Cercatevi. Così la raccontava l’artista: “Il figlio della mia compagna,Vincenzo, quando aveva nove anni irrompe nello studio dove stavo disegnando e mi fa: ‘Sai una scritta che dovresti fare?’ allarga le braccia e dice ‘CERCATEVI!’. Un genio. I bambini sono pazzeschi, ti fa capire come assorbano le nostre discussioni e possano interagire con scioltezza invidiabile. Dentro questa esortazione c’è tutto quello di cui l’uomo contemporaneo ha veramente bisogno, il ritrovare se stesso liberandosi dalle catene della dipendenza tecnologica, dall’odio sociale e dall’angoscia mediatica. Quando mi hai mandato la foto dell’insegna con la palazzina non riuscivo a vederci altro”. È stata poi la volta di Loredana Longo con la scritta Victory capovolta (“Ho scritto la parola al contrario perché sono convinta che sia una parola così iconica, così usuale nella nostra comunicazione, che potrei scriverla in tutti i modi e chiunque leggerebbe sempre VICTORY. Lo spostamento delle lettere è come negare e riaffermare il significato stesso”).

L’anno nuovo è cominciato con l’intervento di Luca Pancrazzi, autore di Space Available, titolo che coincide con quello di una sua raccolta di opere che hanno per tema piccole frasi che descrivono il nostro paesaggio presentandolo spesso con toni ambigui e ironici, e con Serena Fineschi e la sua Bla Bla Bla, “un suono che esprime tutto e niente, dove le contraddizioni e gli opposti vivono senza imbarazzo, così come accade in questa epoca infausta”. Si sono poi alternati Luca Quartana con Solo Solo, opera con cui l’artista ha raccontato in una parola la propria infanzia e con cui ha cercato di dare un’idea delle condizioni in cui la nostra vita e sospesa, Iginio De Luca che ha portato ad Arcola A cuore aperto (“Un viaggio metaforico nel retrobottega di uno spazio per valicare un limite e osservare, per resettare un processo relazionale e andare oltre, in profondità, nelle viscere di un light-box freddo e anonimo tra serpentine al led, fili elettrici e collegamenti meccanici”), e Fausto Gilberti con l’ironica Aurelia ama i gatti, curiosa e simpatica rivisitazione di un noto modo di dire delle coste toscane.

Nel 2023 ecco poi giungere le opere di Luca Scarabelli, Gino D’Ugo e Marco Neri. Scarabelli si è cimentato in una scritta nera su fondo bianco, semplice e antilirica, proposta come uno scioglilingua apparentemente senza senso, D’Ugo si è invece rivolto all’attenzione dei passanti con l’intervento C’ero anche ieri, una sorta di invito a guardare meglio, e infine Neri ha proposto Aspettiamo, tela realizzata durante il primo lockdown del 2020 e tesa a esprimere il... senso di attesa di quel periodo.

L'intervento di Serena Fineschi
L’intervento di Serena Fineschi
L'intervento di Luca Quartana
L’intervento di Luca Quartana
L'intervento di Fausto Gisberti
L’intervento di Fausto Gisberti
L'intervento di Luca Scarabelli
L’intervento di Luca Scarabelli
L'intervento di Gino D'Ugo
L’intervento di Gino D’Ugo
L'intervento di Marco Neri
L’intervento di Marco Neri
L'intervento di Armida Gandini
L’intervento di Armida Gandini

Il nuovo intervento che chiude i primi due anni di Aurelia→SUD è un’opera di Armida Gandini: due grandi occhi su fondo rosso che guardano i passanti della via Aurelia, particolarmente... cinematografici. “L’insegna di Aurelia→SUD”, racconta l’artista, “mi ha rimandato al cinema e non ad un esercizio commerciale… e parlare di cinema per me in questo periodo significa riflettere sulle suggestioni di Marnie (1964). Alfred Hitchcock è uno dei miei maestri e i due film con protagonista l’attrice Tippi Hedren (Marnie – Gli Uccelli) mi accompagnano fin da bambina diventando un leitmotiv nel mio lavoro. La prima immagine che ho visualizzato per Aurelia→SUD è quella degli occhi terrorizzati di Tippi Hedren in seguito ad un attacco drammatico degli uccelli, una sorta di messa in scena della paura. Inevitabilmente ho associato il suo sguardo al rosso di Marnie, di certo perché è il colore protagonista del progetto che ho dedicato al film e perché colora lo schermo nel momento in cui affiora il trauma. Il rosso enfatizza l’intensità dell’espressione degli occhi della donna che chiedono di essere visti. Mi piace l’idea di una relazione tra il suo sguardo e quello, anche se distratto, del pubblico passante. Si ribalta in qualche modo il soggetto della visione. Chi vede è guardato, ma anche chi non vede non passa inosservato”.

Artisti diversi, opere diverse, linguaggi diversi per uno dei progetti d’arte contemporanea più originali del momento, e che finora ha radunato una vera galleria con opere tutte dello stesso formato prodotte da alcuni degli artisti più interessanti e innovativi del panorama italiano. E altri se ne vedranno: basta passare da Arcola. Aurelia→SUD si conferma così come luogo d’esperienze innovative e inattese o, per dirla con le parole del suo curatore, un luogo dove... incontrare l’arte contemporanea.


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