Taranto è una città della Puglia dalle profonde radici storiche ed è conosciuta come “la città dei due mari”per la sua posizione unica tra il Mar Grande e il Mar Piccolo. L’antica Taranto, fondata dal popolo Greco intorno all’VIII secolo a.C. sotto il nome di Taras, rappresentava un importante centro della Magna Grecia. La sua posizione strategica e il suo porto fecero di Taranto un importante centro nel Mediterraneo. Le testimonianze del suo passato sono visibili nel parco archeologico dell’antica città, con le sue mura greche e le necropoli. Nel corso dei secoli, Taranto ha visto inoltre il susseguirsi di dominazioni romane e bizantine, che hanno influenzato la città attraverso l’architettura, nelle tradizioni e nella cultura locale. L’importanza strategica di Taranto è rimasta rilevante anche durante il periodo medievale e rinascimentale, quando divenne un centro di potere sotto il dominio degli Aragonesi e degli Spagnoli. Tra le sue attrazioni principali vi è la Cattedrale di San Cataldo, la più antica di Puglia, con la sua cripta e le opere d’arte sacra; il Castello Aragonese, sede di diverse dominazioni; e il Museo Archeologico Nazionale, il MArTA, che conserva reperti dalla preistoria fino all’epoca romana. Ecco quindi quali sono i dieci luoghi da visitare per comprendere al meglio la sua storia.
La storia delle antichità di Taranto risale Quattrocento, quando fu edificato uno dei più antichi conventi dalla nobile famiglia dei Del Balzo Orsini. Il fervore edilizio degli ultimi decenni dell’Ottocento portò alla scoperta di numerosi reperti di grande pregio artistico e valore storico e nel 1887, fu decretata l’istituzione del Museo Nazionale di Taranto, il primo museo “territoriale” della Puglia, che divenne un punto focale per la tutela archeologica. Nel 2007 e nel 2013 furono aperte al pubblico le sezioni dedicate alla cultura funeraria ellenistica e all’età romana e medievale mentre nel 2014, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto completò l’allestimento del piano superiore, dedicato alla preistoria e protostoria della Puglia, alla città e alle necropoli di Taranto di età arcaica e classica, inaugurato nel luglio del 2016. Alcuni dei reperti conservati al museo sono diventati tappe fondamentali per tutti i visitatori: la Testa femminile in terracotta del IV sec. a.C., il Zeus di Ugento del 530 a.C. o ancora la Statua del dio Thot in basalto del IV sec. a.C. Da non perdere inoltre gli Ori di Taranto, la raffinata oreficeria della Magna Grecia.
Il Museo Spartano di Taranto - Ipogeo Bellacicco (MISpa), documenta le epoche storiche dalla fondazione di Taranto nel VIII secolo a.C., fino al XVII secolo, data di costruzione del soprastante Palazzo de Beaumont Bonelli. L’ipogeo Bellacicco è suddiviso in quattro sale con altezze che variano dai cinque agli otto metri, coprendo un’area di circa 800 metri quadrati. La visita al museo consente di attraversare duemila anni di storia e eventi che hanno segnato la vita cittadina. Si discende per circa 16 metri sotto il piano stradale e 4 metri sotto il livello del mare, esplorando un’area di 800 metri quadrati. Di particolare rilievo sono i banchi di cavaggio spartani, i resti di un segmento viario greco, le condotte idriche del XVII secolo e un tunnel che attraversa la strada per giungere direttamente al mare.
Il castello aragonese di Taranto, noto anche come Castel Sant’Angelo, presidia l’isola su cui sorge la città vecchia. Risale al 780, periodo in cui i Bizantini iniziarono la costruzione della Rocca per difendersi dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Originariamente, il castello era caratterizzato da torri alte e strette utilizzate per combattere. Nel 1481 fu creato un primo canale navigabile, più stretto dell’attuale, per facilitare il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difesa del castello. Il castello disponeva di due uscite con ponti levatoi: il ponte del Soccorso verso il Borgo e il ponte dell’Avanzata verso il borgo antico. Con l’arrivo degli Asburgo nel 1707, il castello perse importanza militare e divenne una prigione, ma con Napoleone Bonaparte riprese la sua funzione difensiva. All’interno del castello, si può visitare la cappella di San Leonardo, riconsacrata nel 1933. Può essere visitata anche la sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale che amplificava le urla dei prigionieri, intimorendo psicologicamente gli altri detenuti.
Le Colonne di Taranto, in Piazza Castello, sono ciò che resta di un tempio risalente all’inizio del VI secolo a.C. Le sue rovine probabilmente dedicate quasi certamente a una divinità femminile, facevano parte di uno dei templi principali situati sull’acropoli della città. La datazione del tempio al primo venticinquennio del VI secolo a.C. lo rende il più antico di tutta la Magna Grecia. Inizialmente, il tempio era una struttura semplice probabilmente costruita in legno e mattoni crudi e con il tempo, acquisì dimensioni sempre più monumentali fino ad essere abbandonato, probabilmente con la conquista romana della città. È ipotizzabile inoltre che fin dal X secolo d.C. nell’area fosse stata ricavata una piccola chiesa cristiana; questa presenza è attestata fino al basso medioevo.
La Cattedrale di San Cataldo a Taranto è la cattedrale più antica della Puglia. La prima struttura, probabilmente risalente al V secolo d.C., fu rimaneggiata nel X secolo dall’Imperatore Niceforo II Foca e oggi rappresenta il risultato di molteplici opere di restauro. L’ingresso principale conduce alla navata centrale caratterizzata da antiche colonne e capitelli di epoca greca e romana, tracce di mosaici pavimentali medievali e un grandioso soffitto a cassettoni in legno e oro, arricchito dalle statue dell’Assunta e di San Cataldo. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce anche un sepolcreto di età longobarda, datato tra il VII e l’VIII secolo d.C. Ai lati dell’altare maggiore si trovano due grandi cappelle. Sul lato sinistro, la Cappella del Santissimo Sacramento è decorata con grandi tele seicentesche del Molinari, mentre le statue dell’altare in marmo sono opera di Giuseppe Sammartino. All’interno dell’altare sono conservati i resti mortali di San Cataldo, scoperti nei pressi del Battistero nel 1071, mentre nella nicchia con porte in argento è custodita la statua argentea del patrono della città. Il Cappellone di San Cataldo è una delle strutture barocche più interessanti della regione.
La chiesa di San Domenico, originariamente conosciuta come chiesa di San Pietro Imperiale, è una chiesa romanico-gotica situata nel cuore della Città Vecchia di Taranto. La sua costruzione fu completata intorno al 1360. Prima di diventare una chiesa, l’area ospitava un tempio greco di epoca arcaica, successivamente ricostruito nel V secolo a.C. Successivamente nel l’XI secolo, sui resti del tempio greco, fu eretta l’abbazia benedettina di San Pietro Imperiale. Negli scavi condotti negli anni Novanta inoltre sono state scoperte tracce di occupazione risalenti al neolitico, a partire dal VI millennio a.C., e presenta tracce di frequentazione micenea. I resti dell’insediamento iapigio del X-VIII secolo a.C. furono poi soppiantati dalla colonia spartana di Taras. Di particolare rilevanza sono anche i resti di un tempio situato sull’acropoli della città greca, corrispondente all’area dell’attuale chiesa e del convento.
Il Museo Diocesano di Taranto presenta un percorso di visita con 36 sale espositive suddivise in sette sezioni tematiche le quali comprendono più di 300 opere d’arte, che coprono un arco temporale che va dal VII secolo al XXI secolo. Le opere esposte includono una vasta gamma di arte sacra, che spazia dai manufatti di epoca paleocristiana ad opere barocche e contemporanee. Con la sua ricca collezione, il Museo Diocesano di Taranto si configura come un’importante istituzione per la città e per la conoscenza della sua storia religiosa e artistica. Al suo interno si conservano: un arazzo in bisso, un filato pregiato ricavato dalla pinna nobilis di realizzazione tarantina; i crocifissi in avorio di scuola fiamminga; preziosi corredi d’altare realizzati in avorio, madreperla, corallo e lapislazzuli e uno sportello di tabernacolo costituito da un topazio scolpito di 1,5 Kg.
Nei quartieri moderni di Taranto che hanno preso il posto della necropoli greca, è possibile visitare alcune delle tombe più significative della città, tra cui la tomba degli atleti, dove furono sepolti i membri di un’associazione maschile che valorizzava l’atletismo e il simposio, risalente al primo periodo del V secolo a.C. Le altre tombe a camera, risalenti all’età ellenistica, sono decorate con intonaci colorati e motivi a meandro che conservano ancora oggi tutto il loro splendore.
Il parco archeologico delle mura greche a Taranto, ovvero il parco di Collepasso, presenta una testimonianza delle antiche fortificazioni che circondavano la città, risalenti alla fine del V e agli inizi del IV secolo a.C. Le mura erano parte integrante delle difese che proteggevano l’abitato verso est, fino a raggiungere la costa del Mar Piccolo. Nella stessa area sono presenti numerosi nuclei di sepolture, databili tra la fine del V e i primi decenni del IV secolo a.C. Le tombe variano nella tipologia, dalle tombe a sarcofago a quelle a fossa ricavata nel banco di roccia. Durante un periodo successivo, l’area fu sfruttata per scopi agricoli, come indicato dalla presenza di canali per l’irrigazione collegati a pozzi, che formavano una rete idrica complessa utilizzata per le acque piovane e sorgive. Attualmente, l’area è oggetto di lavori di restauro e valorizzazione per riqualificarla come parco archeologico, integrando i resti antichi con ampi spazi verdi attrezzati per visite culturali.
La Concattedrale della Gran Madre di Dio, ideata dal designer e architetto Gio Ponti e costruita tra il 1964 e il 1970, rappresenta un esempio di architettura moderna che integra tradizione e innovazione. La cattedrale fu progettata per essere il centro religioso della città di Taranto. Il progetto prevedeva anche la costruzione di una scuola, un auditorium e alcune abitazioni, che però non furono mai realizzate completamente. Gio Ponti ha voluto integrare la modernità con i canoni tradizionali dell’architettura religiosa pugliese. La sua facciata è caratterizzata da setti di cemento armato bianco, che creano un effetto leggero e traforato, mentre il colore bianco è un omaggio alla tradizione locale. Ponti ha voluto inoltre conferire alla cattedrale un carattere imponente che si sposasse con la spiritualità e la funzione sacra dell’edificio. Ad oggi la Concattedrale è parte del FAI, il Fondo Ambiente Italiano.