Lucca, terra dove si respira indipendenza


Continua il nostro viaggio nelle province toscane: oggi è la volta di Lucca, a cui abbiamo associato la parola chiave ’indipendenza’.

Per comprendere quanto Lucca sia sempre stata legata alla propria indipendenza, si potrebbe cominciare con la storia di Francesco Burlamacchi, politico lucchese nato nel 1498, che nel 1533 diventò Gonfaloniere della Repubblica di Lucca. Il suo progetto politico era quello di riunire tutti gli Stati della Toscana sotto un’unica federazione repubblicana, a seguito di una ribellione che avrebbe dovuto cacciare i Medici da Firenze. Uno Stato su modello della confederazione svizzera. Il piano però fu scoperto e Lucca fu sull’orlo della guerra contro Firenze: alla fine, per risolvere la controversia intervenne l’imperatore Carlo V, al quale faceva comodo che Lucca non venisse annessa da Firenze (esito plausibile qualora i fiorentini avessero vinto la guerra). Carlo V chiese a Lucca che Burlamacchi gli venisse consegnato in quanto reo di aver sconvolto la pace tra gli Stati italiani: Lucca, per evitare attriti con l’imperatore, consegnò il gonfaloniere che, giudicato a Milano da un tribunale imperiale, venne condannato alla pena capitale e giustiziato nel 1548.

Oggi, la statua di Burlamacchi si erge nel centro storico di Lucca: la città, e la sua provincia, sono al centro di una terra che parla di indipendenza in ogni sua pietra, in ogni suo borgo, in ogni sua tradizione. Questa terra, varia e affascinante, porta con sé l’eredità di secoli di autonomia culturale, storica ed economica, che si riflette nella sua gente e nel suo territorio. La si respira nell’aria. Le mura di Lucca, straordinario esempio di fortificazione rinascimentale, sono forse il simbolo più evidente dell’indipendenza che ha sempre caratterizzato questa terra e lo spirito della sua gente. Costruite nel Rinascimento per difendere la città, queste mura non sono mai state abbattute, un caso unico nel panorama italiano. Passeggiare lungo i loro camminamenti è come camminare nella storia: ogni passo ricorda come Lucca abbia saputo proteggere la propria libertà e il proprio carattere. Non solo protezione fisica, ma anche un monito costante della volontà di autodeterminazione che ha contraddistinto la storia della città.

Lucca infatti, fu una Repubblica indipendente per più di seicento anni, dal XII secolo fino al 1799. “Libertas”, cioè “libertà”, è stato il motto della Repubblica per quattrocento anni: un’unica parola, preziosissima per questa terra. Questa autonomia permise a Lucca di sviluppare una propria identità culturale e politica, distinta da quelle delle altre città toscane, come Firenze o la vicina Massa, spesso dominate da potenti famiglie o da signorie. Durante il periodo della Repubblica, Lucca fiorì economicamente grazie alla produzione e al commercio della seta, trasformandosi in un piccolo ma potente stato, capace di tessere rilevanti relazioni diplomatiche con le potenze del tempo.

Il monumento a Francesco Burlamacchi. Foto: Wikimedia/Unukorno
Il monumento a Francesco Burlamacchi. Foto: Wikimedia/Unukorno
Veduta di Lucca all'interno delle sue mura
Veduta di Lucca all’interno delle sue mura. Foto: Comune di Lucca
Veduta di Lucca. Foto: Cristina Gottardi
Veduta di Lucca. Foto: Cristina Gottardi
Cattedrale di Lucca. Foto: Gabriele Natali
Cattedrale di Lucca. Foto: Gabriele Natali
Cattedrale di Lucca. Foto: Andrea Vierucci
Cattedrale di Lucca. Foto: Andrea Vierucci
Strada di Lucca. Foto: Jason Steele
Strada di Lucca. Foto: Jason Steele
Palazzo Mansi
Palazzo Mansi
Museo Nazionale di Villa Guinigi
Museo Nazionale di Villa Guinigi

Ogni pietra di Lucca, ogni portale scolpito racconta di una città che ha saputo difendere con orgoglio la sua indipendenza nei secoli. Per cogliere questo spirito, è sufficiente entrare in alcuni dei musei cittadini: ciascuno di essi è una finestra che si apre su un passato fatto di autonomia, bellezza, libertà. A Palazzo Mansi, non si entra semplicemente in un museo: si varca la soglia di un mondo dove l’arte, il lusso e il potere si intrecciano. Questo palazzo seicentesco, che fu dimora di una ricca famiglia mercantile, conserva l’eredità di un’epoca in cui la borghesia lucchese dominava le vie del commercio, trasformando le sue fortune in capolavori artistici e in una sofisticata visione del mondo. Tra gli arazzi scintillanti, che sembrano ondeggiare al soffio della storia, e i dipinti di grandi maestri come il Pontormo, il Bronzino, Jacopo Vignali, Guido Reni, Gioacchino Assereto Salvator Rosa, Luca Giordano, Pietro Paolini, Denis Calvaert, Pompeo Batoni si percepisce l’orgoglio di una città che ha saputo affermare anche la propria autonomia economica. Palazzo Mansi non è solo una celebrazione della ricchezza: è il simbolo di una Lucca che, pur piccola, sapeva guardare lontano, scegliendo sempre la libertà come guida.

Se Palazzo Mansi rappresenta il volto della Lucca opulenta e sicura di sé, Villa Guinigi, oggi sede dell’omonimo Museo Nazionale, racconta una storia più complessa, legata alle vicende politiche che attraversarono la città nel corso dei secoli. Questa villa, residenza del potente Paolo Guinigi, signore di Lucca agli inizi del Quattrocento si trova appena fuori dalla prima cerchia delle mura cittadine, quelle poi superate dalle mura rinascimentali che ancor oggi cingono la città. Entrando a Villa Guinigi, si viene accolti da una collezione d’arte che abbraccia i secoli, dai reperti romani alle opere del Rinascimento e oltre: pezzi di Berlinghiero Berlinghieri, Tino di Camaino, Spinello Aretino, Jacopo della Quercia, fra’ Bartolomeo, Amico Aspertini, Giorgio Vasari fino ad arrivare ai maestri del Sei e del Settecento a Lucca come i già citati Pietro Paolini e Pompeo Batoni (di Batoni qui si conservano alcuni dei principali capolavori). E poi, le opere di Matteo Civitali e le sculture medievali raccontano di una spiritualità che si esprimeva attraverso l’arte. C’è poi il Museo del Risorgimento, luogo dove l’idea di indipendenza si allarga all’intera nazione. Questo piccolo ma prezioso museo, situato nelle sale di Palazzo Ducale affacciate sul Cortile degli Svizzeri, è un tributo a coloro che, partendo dalle strade e dalle case di Lucca, hanno contribuito al sogno dell’unità d’Italia. Le sue collezioni di documenti, armi, uniformi e lettere trasportano il visitatore nel cuore di un’epoca in cui la libertà non era ancora un diritto acquisito, ma una conquista da ottenere con coraggio e sacrificio: testimonianze di vite spezzate e speranze ardenti, che ci ricordano quanto sia preziosa la libertà.

La cultura lucchese è un altro baluardo della sua indipendenza. La musica, per esempio, ha radici profonde in questa terra, che ha dato i natali a un compositore di fama mondiale come Giacomo Puccini. La sua opera, pur essendo riconosciuta e amata a livello internazionale, è profondamente radicata nelle tradizioni e nei paesaggi lucchesi. Puccini stesso trovava ispirazione nei luoghi della sua infanzia, come Torre del Lago, dove oggi si svolge un festival dedicato alle sue opere.

Si lascia poi la città e si viaggia nella provincia, dalle vette imponenti delle Alpi Apuane alla quiete delle spiagge della Versilia, passando per i borghi arroccati della Garfagnana e le campagne fertili della Piana di Lucca. In Garfagnana, l’isolamento geografico ha contribuito a preservare tradizioni e dialetti che altrove sono andati perduti. Qui, lo spirito d’indipendenza degli abitanti si manifesta nella resistenza delle comunità a lasciarsi travolgere dalla modernità, mantenendo un rapporto autentico con la terra e con il passato. Le tradizioni culinarie delle montagne lucchesi sono anch’esse parte di questa storia: piatto dopo piatto, si scopre una cucina che valorizza i prodotti locali, come l’olio extravergine di oliva delle colline lucchesi, i farro della Garfagnana, le castagne, vera risorsa delle montagne che ha sostenuto per secoli gli abitanti di questa terra, e il buccellato, un dolce semplice ma ricco di sapore. Questi elementi non solo esprimono un legame con il territorio, ma anche la capacità di adattarsi e prosperare con ciò che la terra offre.

Nella Garfagnana, a Castelnuovo, la Rocca Ariostesca si erge come una sentinella del tempo, simbolo forse più evidente del carattere di questa terra. Questo castello, che un tempo ospitò Ludovico Ariosto che fu governatore della Garfagnana, accoglie un museo che racconta la storia del luogo, della Garfagnana, l’alta valle del Serchio, che ha sempre difeso con forza la sua cultura. Nella Media Valle, a Barga, un borgo che sembra sospeso tra il cielo e la terra, si cammina nel mezzo d’un passato che ci è giunto da un’epoca in cui questa terra era incrocio di culture, mentre le opere d’arte e i documenti storici (da vedere la casa di Giovanni Pascoli nella frazione di Castelvecchio, oggi diventata un museo) raccontano di un borgo che ha saputo prosperare grazie alla sua capacità di adattarsi senza mai perdere l’amore per le radici. Il Duomo di San Cristoforo, che domina il borgo, è il simbolo di questa fierezza. Con la sua facciata sobria e la vista spettacolare sulla Valle del Serchio, rappresenta non solo un luogo di culto, ma anche un baluardo della comunità.

Ancora, non si può tralasciare Coreglia Antelminelli, il “borgo delle statuine”: è qui che si sviluppò l’arte dei figurinai, abili artigiani che crearono una tradizione secolare di produzione di statuette in gesso, esportate in tutto il mondo. Questo piccolo borgo montano rappresenta l’ingegno di una comunità che, pur isolata, ha saputo trasformare la propria arte in un passaporto per il mondo: gli artigiani di Coreglia partirono dalla valle del Serchio per esportare le loro creazioni in tutto il mondo, soprattutto in America. Il Museo della Figurina di Gesso è una tappa obbligata, dove si può comprendere come il lavoro e la creatività abbiano permesso a Coreglia di scrivere il proprio capitolo nella storia.

La villa di Giacomo Puccini a Torre del Lago
La villa di Giacomo Puccini a Torre del Lago
Rocca ariostesca di Castelnuovo Garfagnana. Foto: Wikimedia/Hpschaefer
Rocca ariostesca di Castelnuovo Garfagnana. Foto: Wikimedia/Hpschaefer
Alpi Apuane. Foto Unione Comuni Garfagnana
Alpi Apuane. Foto Unione Comuni Garfagnana
Coreglia Antelminelli
Coreglia Antelminelli
Carnevale di Viareggio
Carnevale di Viareggio

La Versilia, invece, ha saputo trasformare la sua vocazione marinara in un’opportunità economica, costruendo una propria autonomia nel settore turistico e culturale. Non si può parlare della provincia di Lucca senza menzionare Pietrasanta, città che ha sempre dato grande rilievo all’arte. Il Museo dei Bozzetti, con la sua straordinaria collezione di modelli di sculture, celebra la tradizione di una terra che ha saputo trasformare le sue montagne in opere immortali. Pietrasanta non è solo un borgo: è un laboratorio a cielo aperto, un luogo dove la creatività si rinnova ogni giorno. E poi, il Carnevale di Viareggio non è solo una delle manifestazioni più celebri della città adagiata sulle rive del Tirreno, ma anche una delle sue espressioni più potenti di indipendenza. Attraverso la satira (non andrà dimenticato che qui vicino, a Forte dei Marmi, si assegna il più importante premio italiano per la satira) e le creazioni di alto artigianato dei carristi, il Carnevale dà voce a un popolo che non ha mai smesso di ridere, neanche nei momenti più difficili. I carri allegorici, con la loro complessità tecnica e il loro messaggio critico, sono la dimostrazione che l’indipendenza intellettuale e creativa è una forza dirompente. Nel contesto del Carnevale, l’indipendenza si manifesta come libertà di pensiero, come capacità di guardare il mondo con occhi critici e di trasformare i problemi in arte. È un messaggio universale che affonda le radici in una tradizione locale, mostrando come Viareggio sia sempre stata un luogo capace di pensare fuori dagli schemi.

Ma tutta la provincia ha sempre saputo trasformare ogni occasione in opportunità, e oggi è una delle più economicamente vivaci del centro Italia: le piccole e medie imprese locali, molte delle quali a conduzione familiare, sono il cuore pulsante dell’economia lucchese. Dal settore cartario, che ha reso Lucca uno dei principali poli industriali europei, all’artigianato, ogni attività riflette la capacità del territorio di innovare senza tradire le proprie radici. Anche il turismo è un esempio di come Lucca abbia saputo coniugare la valorizzazione del patrimonio storico-culturale con la modernità. La città attira ogni anno migliaia di visitatori, grazie a eventi come il Lucca Comics & Games, che ha trasformato un festival locale in un appuntamento internazionale, mantenendo però un forte legame con la comunità.

Ciò che rende unica Lucca e la sua provincia è tuttavia la sua capacità di rimanere fedele a se stessa nonostante i cambiamenti storici e le pressioni esterne. Questa capacità è visibile non solo nella preservazione dei monumenti, ma anche nello spirito della sua gente. La comunità lucchese è nota per il suo orgoglio e la sua determinazione a mantenere vivi i propri valori e tradizioni. L’idea di libertà e indipendenza non è solo un tratto storico o culturale, ma una filosofia di vita che si manifesta nel modo in cui le persone vivono il quotidiano, dall’impegno per la sostenibilità ambientale alla valorizzazione del patrimonio artistico, i lucchesi, i versiliesi, i garfagnini, gli abitanti della piana e delle colline hanno fatto del loro amore per l’indipendenza una forza propulsiva.


La consultazione di questo articolo è e rimarrà sempre gratuita. Se ti è piaciuto o lo hai ritenuto interessante, iscriviti alla nostra newsletter gratuita!
Niente spam, una sola uscita la domenica, più eventuali extra, per aggiornarti su tutte le nostre novità!

La tua lettura settimanale su tutto il mondo dell'arte

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER



MAGAZINE
primo numero
NUMERO 1

SFOGLIA ONLINE

MAR-APR-MAG 2019
secondo numero
NUMERO 2

SFOGLIA ONLINE

GIU-LUG-AGO 2019
terzo numero
NUMERO 3

SFOGLIA ONLINE

SET-OTT-NOV 2019
quarto numero
NUMERO 4

SFOGLIA ONLINE

DIC-GEN-FEB 2019/2020
Finestre sull'Arte