Viaggio tra i Patrimoni Unesco della Toscana


La Toscana vanta otto siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco ed è la regione italiana con più varietà. Otto siti da visitare per otto ragioni diverse, per un indimenticabile viaggio attraverso il tempo, le epoche, i capolavori dell’arte, le bellezze del paesaggio.

Con otto siti appartenenti al Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, la Toscana è la seconda regione in Italia, dopo il Veneto, che vanta il numero più alto di siti inclusi nell’elenco, ma in questa speciale classifica ottiene il primo posto se si fa riferimento ai siti che ricadono esclusivamente nel territorio regionale (il Veneto, infatti, ha sei siti suoi, e tre che fanno parte di siti transregionali o transnazionali, al contrario della Toscana, che ne ha rispettivamente sette e uno). La vera particolarità della Toscana, tuttavia, sta nella grande varietà dei suoi siti, che coprono un arco storico capace di estendersi dall’antichità fino al Novecento e con rappresentanze in tutte le epoche storiche, primato che per adesso la Toscana detiene in solitaria: dai siti archeologici della Val d’Orcia al Medioevo di San Gimignano, Siena e Pisa, dagli splendori rinascimentali di Pienza alle ville medicee, fino ad arrivare alla stagione del Liberty con le terme di Montecatini, passando ovviamente per il capoluogo Firenze, il cui centro storico è considerato patrimonio Unesco nella sua totalità. Visitare gli otto patrimoni Unesco della Toscana significa intraprendere un vero viaggio nel tempo, alla scoperta di siti meravigliosi che soddisfano le passioni di tutti i tipi di viaggiatori. Ecco di seguito tutti i siti Unesco della Toscana, e i validi motivi per cui vale la pena visitarli.

1. Tra paesaggi incantevoli e siti etruschi: la Val d’Orcia

Colline punteggiate di cipressi, vigneti ordinati e distese di ulivi, qua e là qualche cappella che si staglia all’orizzonte: è il meraviglioso paesaggio della Val d’Orcia, territorio agricolo e rurale entrato a far parte dell’Unesco perché ha conservato gran parte del suo aspetto antico. Mentre viaggiamo per la Val d’Orcia, spesso la vediamo esattamente come la vedevano le persone del Rinascimento. Ma non solo: qui, gli insediamenti si sono succeduti lungo migliaia di anni, dal momento che la Val d’Orcia fu importantissima anche per gli etruschi, tanto che sono diversi i siti etruschi che si possono visitare in zona, dal Parco dei Mulini di Bagno Vignoni al celebre Poggio alla Civitella di Montalcino fino al Romitorio della Madonna del latte nei pressi di Pienza, singolare caso di necropoli etrusca che nel Medioevo fu riutilizzata come eremo cristiano. La Val d’Orcia, infatti, era percorsa anche dalle vie di pellegrinaggio: numerose sono le abbazie che si trovano sul territorio, a cominciare da quella, magnifica, di Monte Oliveto Maggiore, che comprende uno dei cicli affrescati più importanti del Rinascimento, quello realizzato da Luca Signorelli e dal Sodoma, che vi lavorarono rispettivamente tra il 1497 e il 1498 e dopo il 1505. Fu soprattutto grazie all’espansionismo trecentesco della Repubblica di Siena che la Val d’Orcia assunse l’aspetto che oggi la connota: vediamo infatti gli stessi paesaggi nei dipinti dei grandi artisti del tempo, su tutti Ambrogio Lorenzetti. Nel 1999, su iniziativa di cinque comuni del territorio, l’area è stata dichiarata Parco regionale, e dal 2004 questa terra di borghi antichi, siti archeologici, casolari di campagna che rispecchiano la prosperità della Toscana nei secoli, è diventata patrimonio Unesco. Un viaggio tra le sue cittadine e i suoi borghi, da Montalcino a Bagno Vignoni, da San Quirico d’Orcia a Pienza, è un’esperienza tra capolavori d’arte, monumenti antichissimi, una delle migliori proposte gastronomiche della regione, uno dei paesaggi più belli e apprezzati al mondo, meta in passato di pellegrini e viaggiatori del Grand Tour, e oggi di schiere di fotografi pronti a catturare il fascino intatto di queste colline.

Val d'Orcia. Foto Visit Tuscany
Val d’Orcia. Foto Visit Tuscany
Val d'Orcia. Foto Visit Tuscany
Val d’Orcia. Foto Visit Tuscany

2. Una delle città medievali meglio conservate al mondo: il centro storico di San Gimignano

Tutti ovviamente hanno sentito parlare di San Gimignano come della “Manhattan del Medioevo”: la definizione è un po’ usurata ma rende bene l’idea, perché poche città medievali hanno conservato intatto il loro patrimonio di torri più di San Gimignano (solo Bologna può competere, ma le torri felsinee, effettivamente poco più numerose di quelle di San Gimignano, sono distribuite su un centro storico molto più grande e stratificato). Le case-torri erano simbolo di potere e prestigio: dobbiamo immaginare che in antico se ne contassero a decine, mentre oggi ne rimangono soltanto quattordici, ma che hanno fissato nell’immaginario collettivo la skyline della città. La sua atmosfera medievale è rimasta perfettamente integra: la città di San Gimignano domina un’altura sulla val d’Elsa, a metà strada tra Firenze e Siena, e nel Medioevo era un importante snodo viario e commerciale tra il nord e il sud della penisola, oltre che una sosta imprescindibile per i pellegrini che scendevano verso Roma. San Gimignano conobbe il suo massimo sviluppo tra Due e Trecento, e poi conobbe un declino dal quale non si sarebbe più ripresa. E forse anche per questa ragione il suo tessuto urbano si è conservato così bene. San Gimignano è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco nel 1990, per diverse ragioni: intanto, perché in città sono conservati numerosi capolavori artistici del Tre e Quattrocento, tra cui, nella Cattedrale, l’affresco del Giudizio universale di Taddeo di Bartolo (1393), il Martirio di san Sebastiano di Benozzo Gozzoli del 1465, e soprattutto i magnifici affreschi di Domenico Ghirlandaio come il ciclo di Santa Fina del 1475 e l’Annunciazione nel Battistero (1482), e la sontuosa Maestà di Lippo Memmi, firmata e datata 1317, ispirata a quella di Simone Martini nel Palazzo Pubblico di Siena. Proprio il Palazzo Comunale di San Gimignano ospita un museo che racconta secoli di storia dell’arte, mentre l’antico Spedale di Santa Fina ospita il Museo Archeologico (dove si trova un eccezionale capolavoro etrusco, l’Ombra di San Gimignano) e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, allestita da uno dei massimi studiosi del secolo scorso, Enrico Crispolti, che ha qui ordinato le opere dei maestri dell’Ottocento toscano (come il macchiaiolo Niccolò Cannicci) fino agli artisti del XX secolo, da Renato Guttuso a Vinicio Berti, da Aligi Sassu a Ugo Nespolo. Decine di opere d’arte che restituiscono un affresco piuttosto vivace dell’arte italiana da metà Ottocento in poi. Anche a San Gimignano, dunque, il viaggio nel tempo copre tutte le epoche.

San Gimignano. Foto Visit Tuscany
San Gimignano. Foto Visit Tuscany
San Gimignano. Foto Visit Tuscany
San Gimignano. Foto Visit Tuscany

3. Uno splendore architettonico del Basso Medioevo: la Piazza del Duomo di Pisa

La Piazza del Duomo di Pisa, o il “Campo dei miracoli” di dannunziana memoria, probabilmente non ha bisogno di presentazioni, dato che è nota in tutto il mondo e attira ogni anno centinaia di migliaia di turisti da ogni angolo del pianeta. Situata al centro di un prato verdissimo, addossato alle mura cittadine, Piazza del Duomo riflette una delle stagioni più luminose della storia di Pisa, raccontata dai quattro capolavori di architettura del Medioevo che qui sorgono: la Cattedrale, il Battistero, la Torre di Pisa e il Camposanto. Sul fianco della piazza, il complesso monumentale è completato dall’ex Ospedale della Misericordia, oggi sede del Museo delle Sinopie, dal Palazzo dell’Opera della Primaziale Pisana sul lato opposto (è sede di importanti mostre temporanee, oltre che sede dell’Opera, che sovrintende alla gestione dei monumenti della piazza), mentre sul fondo si trova l’antico Palazzo del Capitolo della Primaziale, poi Seminario Diocesano, poi ancora sede dell’Accademia di Belle Arti e oggi Museo dell’Opera del Duomo di Pisa. Il sito è entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco già nel 1987 non soltanto per la sua bellezza e per la sua integrità, ma anche perché si tratta di un insieme che testimonia forse più che altrove lo spirito creativo che animò committenti, architetti e artisti tra XI e XIV secolo. Una tappa fondamentale nella storia dell’architettura che condivide armonia e unicità nella sua concezione spaziale. E in più, i monumenti accolgono al loro interno singolari opere d’arte (basterebbe citare soltanto i pulpiti di Nicola e di Giovanni Pisano, riprodotti su tutti i manuali di storia dell’arte). E ancora, il complesso è simbolo di un’epoca storica in cui Pisa dominava in Toscana e di là dal mare: le caratteristiche architettoniche del Duomo, del Battistero e della Torre pendente si ritrovano infatti in molti edifici costruiti in Corsica e in Sardegna nel Medioevo. Andrà poi ricordato che fu presso il Duomo di Pisa che Galileo Galilei, osservando le oscillazioni del lampadario in bronzo realizzato da Battista Lorenzi, scoprì all’età di 19 anni la teoria dell’isocronismo delle piccole oscillazioni, preludio al suo lavoro sulla dinamica. E sempre qui, dall’alto della Torre, Galileo condusse i suoi esperimenti sulla caduta dei corpi. Importanti vicende della storia dell’umanità si sono dunque incontrate su questa piazza.

Pisa, Piazza del Duomo
Pisa, Piazza del Duomo
Pisa, Piazza del Duomo
Pisa, Piazza del Duomo

4. La città ideale del Rinascimento: il centro storico di Pienza

Prima che si chiamasse Pienza, questo borgo della Val d’Orcia era appellato Corsignano: fu qui che nacque nel 1405 l’umanista Enea Silvio Piccolimini, salito al soglio pontificio nel 1458 come papa Pio II. E fu lui a dare alla città natale il volto che oggi la contraddistingue: l’antico borgo medievale fu trasformato in una città ideale costruita secondo i precetti dell’urbanistica rinascimentale, messi in pratica dall’architetto Bernardo Rossellino che ebbe l’incarico di applicare al borgo natale del papa i principi di Leon Battista Alberti. La nuova concezione di città si manifesta dunque nella celeberrima piazza a forma di trapezio, Piazza Pio II, edificata a partire dal 1459. La chiudono sui tre lati la mole sobria del Duomo di Pienza sul fondo (dietro, si può ammirare il panorama della Val d’Orcia), il Palazzo Borgia o Palazzo Vescovile sulla sinistra (oggi sede del Museo Diocesano) e il Palazzo Piccolomini sulla destra (è l’antica residenza della famiglia del pontefice, anch’essa visitabile, con molti ambienti ancora intatti), mentre sul lato verso la città si alternano il Presbiterio, il Municipio e Palazzo Ammannati. Per completare la trasformazione del borgo medievale, venne edificato un nuovo asse viario, il Corso Rossellino, che collegava le due porte d’ingresso alla città. Le idee di Pio II erano così innovative che in una delle zone ai margini del centro cittadino furono costruiti alcuni edifici a schiera, le cosiddette “Case Nuove”, che rappresentavano una forma di antica edilizia popolare, costruita ovviamente secondo i canoni urbanistici rinascimentali. Pienza fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1996, in ragione del fatto che la città rappresenta la prima applicazione del concetto umanista rinascimentale di progettazione urbana, e di conseguenza Pienza svolse un ruolo significativo nello sviluppo urbanistico nell’Italia del tempo.

Pienza
Pienza
Pienza
Pienza

5. L’eleganza e la raffinatezza di un’antica Repubblica: il centro storico di Siena

Siena, che fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal 1995, è definita dall’Unesco “l’incarnazione di una città medievale”. Fu infatti uno dei grandi centri economici, mercantili, politici, artistici e culturali del tempo, capitale di una vasta repubblica che si estendeva fino alla Maremma e che mantenne la sua indipendenza fino al 1559, quando Siena fu sconfitta definitivamente da Firenze. La città conobbe il periodo di massima fioritura tra Trecento e Quattrocento, epoca in cui furono costruiti eleganti palazzi e numerose chiese, edifici che oggi sono testimoni della raffinatezza e dell’eleganza della classe dirigente cittadina, che in quegli anni commissionava opere su opere ad artisti del calibro di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Lippo Memmi, fino a Sano di Pietro, a Taddeo di Bartolo e al Sodoma, nomi magari meno noti ma non meno importanti e certamente non meno raffinati (il preziosismo e l’eleganza sono le caratteristiche che hanno reso nota la scuola senese). Sarà sufficiente ricordare che la Repubblica di Siena è stata la prima entità statale della storia ad aver incluso il concetto di “bellezza” nella sua costituzione: nel Costituto Senese, la carta fondamentale della repubblica emanata nel 1309, si stabiliva infatti che chiunque avesse governato la città avrebbe dovuto curare “massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini”. Il Palazzo Pubblico, dominato dalla slanciata mole della Torre del Mangia, conserva le opere più note, a partire dalla Maestà di Simone Martini e dagli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti. Sempre in città, la Pinacoteca Nazionale testimonia tutte le vicende dell’arte senese lungo i secoli, mentre i suoi palazzi assurgono a simboli dell’urbanistica medievale. Siena è entrata a far parte dell’Unesco in quanto esempio di una città caratterizzata da una civiltà artistica forte e originale, che ha avuto un’influenza di grande rilievo non soltanto sul territorio ma anche in Italia e in Europa, e poi perché il tessuto urbanistico della città, forte di un’evoluzione che, nonostante l’aspetto prevalentemente medievale, è rimasto ininterrotto lungo i secoli, hanno reso di Siena una delle città che meglio in Italia documentano la stratificazione che si è succeduta tra le diverse epoche.

Siena
Siena. Foto Visit Tuscany
Siena. Foto Visit Tuscany
Siena. Foto Visit Tuscany

6. Gli antichi fasti dei Medici, sovrani di queste terre: Ville e giardini medicei in Toscana

Sono quattordici le ville medicee che fanno parte del sito Unesco, entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2013: in ordine dalla più antica alla più recente, sono la Villa di Cafaggiolo, la Villa del Trebbio, la Villa di Careggi, la Villa del Belcanto, la Villa di Poggio a Caiano, la Villa di Castello, la Villa La Petraia, Palazzo Pitti, la Villa di Cerreto Guidi, il Palazzo Mediceo di Seravezza, il Giardino di Pratolino, la Villa di Poggio Imperiale, la Villa La Màgia, la Villa di Artimino. Sono quasi tutte pubbliche (Cafaggiolo, Trebbio, Belcanto e Artimino sono le uniche quattro private, ma le prime due aprono al pubblico in occasione di eventi), e quasi tutte situate nei dintorni di Firenze: lontane dalle immediate vicinanze dell’antica capitale medicea si trovano Cafaggiolo (a Barberino del Mugello) , Trebbio (a Scarperia), il Palazzo Mediceo di Seravezza e la Villa La Magia, che si trova a Quarrata e oggi è sede di un’importante collezione di arte contemporanea. Le ville e i giardini medicei sono testimoni delle fortune finanziarie e politiche che per secoli arrisero ai Medici, una delle più potenti famiglie europee dal Quattrocento al Settecento, colti mecenati d’arte, sostenuti da un gusto e da una raffinatezza che ebbe pochi pari. Secondo l’Unesco, le ville sono testimonianza dei fasti di una famiglia di spicco dell’aristocrazia del Rinascimento, e assieme ai loro giardini hanno dato un contributo decisivo alla nascita di una nuova estetica e arte dell’abitare. Sono inoltre testimoni vivi del mecenatismo culturale e artistico dei Medici, e diverse opere d’arte concepite per queste residenze si trovano ancora in loco.

Villa Medicea di Poggio a Caiano. Foto Visit Tuscany
Villa Medicea di Poggio a Caiano. Foto Visit Tuscany
Villa La Magia. Foto di Alessandro Pasquali - Danae Project
Villa La Magia. Foto di Alessandro Pasquali - Danae Project

7. La stagione dei bagni alle Terme: Grandi città termali d’Europa - Montecatini Terme

Montecatini Terme è l’ultimo dei patrimoni Unesco della Toscana entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità: il sito “Grandi città termali d’Europa” è stato infatti iscritto nel 2021, e Montecatini lo condivide con altre dieci città in sei paesi (Austria, Belgio, Francia, Germania, Regno Unito e Repubblica Ceca). La Montecatini delle terme ha origini settecentesche: furono infatti gli Asburgo-Lorena, divenuti granduchi di Toscana, a trasformare la piana di un antico borgo medievale (Montecatini Alto, che si distingue per il suo centro storico ben conservato), in una città termale all’avanguardia. I bagni di Montecatini erano noti già nel Medioevo, e nel Trecento esistevano già alcuni importanti impianti, che continuarono a funzionare con alterne fortune anche in epoche successive: nel Settecento, tuttavia, la bonifica delle paludi della Valdinievole diede nuova linfa a queste terre e la frequentazione dei bagni di Montecatini si fece più intensa (risalgono alla fine del XVIII secolo i lavori di costruzione delle Terme Tettuccio, l’impianto più famoso), fino ad arrivare al Novecento, quando la cittadina cambiò anche nome (da Bagni di Montecatini a Montecatini Terme). Fu nel XX secolo che sorsero i sontuosi edifici Liberty e neorinascimentali, tra cui le Terme Tamerici, le Terme Rinfesco, le Terme Regina, le Terme Torretta, le Terme Leopoldine. Montecatini Terme, assieme alle sue “colleghe” europee, è testimone di quella stagione che ebbe importanti risvolti per lo sviluppo della medicina, della balneologia e delle attività ricreative dal Settecento fino al Novecento.

Montecatini Terme. Foto Visit Tuscany
Montecatini Terme. Foto Visit Tuscany
Montecatini Terme. Foto Visit Tuscany
Montecatini Terme. Foto Visit Tuscany

8. La città dove c’è tutto: il centro storico di Firenze

Gli Uffizi, Santa Maria del Fiore, Palazzo Pitti, il Battistero di San Giovanni, Ponte Vecchio, Santa Maria Novella, Palazzo Strozzi, Palazzo Rucellai, Santa Croce, Casa Buonarroti, il Bargello, il convento di San Marco, Palazzo Davanzati, il Museo del Novecento... nomi (peraltro qui in un panorama molto limitativo) che evocano lo splendore plurisecolare di Firenze, una città per la quale sono stati usati tutti gli aggettivi, visitata da milioni di viaggiatori da tutto il mondo. Il centro storico di Firenze è ovviamente il più antico Patrimonio Mondiale dell’Umanità che ci sia in Toscana, poiché la sua data d’iscrizione è il 1982, quarto sito in Italia dopo le incisioni rupestri della Val Camonica (1979), il centro storico di Roma e il complesso di Santa Maria delle Grazie a Milano (entrambi nel 1980). Settecento anni di splendore artistico e culturale, molti dei più grandi capolavori artistici della storia dell’umanità, un centro storico di valore incommensurabile, la città dove è nato il Rinascimento, testimonianze storiche da ogni epoca dalla preistoria a oggi, ville, giardini, parchi, paesaggi splendidi a poca distanza dal centro storico (ci si arriva amche a piedi: per chi vuole godere della... campagna fuori città, basta arrampicarsi sopra una delle “coste”, le vie ripide del quartiere di Oltrarno, per ritrovarsi in un attimo in collina, tra ulivi e giardini profumati), una città vitale che continua a essere ancora oggi uno dei centri nevralgici dell’arte contemporanea, con le sue gallerie, le mostre dei migliori artisti della scena attuale, gli eventi e i festival artistici. Città d’importanza mondiale, non si può dire d’esser stati in Toscana senza averla visitata.

Firenze. Foto Visit Tuscany
Firenze. Foto Visit Tuscany
Firenze. Foto Visit Tuscany
Firenze. Foto Visit Tuscany
massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini

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