Ecco l'Ombra di San Gimignano: finalmente rivelata la straordinaria scoperta etrusca


Finalmente rivelata la scoperta dell'Ombra di San Gimignano, statua etrusca in bronzo del III secolo a.C.: è uno dei rinvenimenti più importanti degli ultimi anni.

È stata finalmente rivelata una delle più importanti scoperte di archeologia etrusca degli ultimi anni: si tratta dell’Ombra di San Gimignano, una meravigliosa e sorprendente statuetta votiva in bronzo rinvenuta nel 2010 nel territorio di San Gimignano (Siena) durante alcuni lavori di ristrutturazione di un edificio privato nei pressi del torrente Fosci, tra le colline che da San Gimignano scendono verso la Valdelsa. La statua è esposta per la prima volta al pubblico al Museo Archeologico di San Gimignano nell’ambito della mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano. L’Offerente e i reperti rituali etruschi e romani (dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020).

Quando fu ritrovata nel 2010, la statua in bronzo si trovava sepolta in un terreno: ad accorgersi della sua presenza sono stati gli operai che stavano eseguendo i lavori, e che notarono tracce di colore verde acceso nella terra. L’approfondimento immediato rivelò che lì si trovava una figura maschile in bronzo, che era stata deposta in posizione prona. I lavori hanno poi subito un’interruzione per dar modo alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo di avviare la campagna d’indagini cui è seguito uno scavo che ha fatto emergere una vasta area sacra etrusca all’aperto, in uso per almeno cinquecento anni dal III secolo avanti Cristo fino al II secolo dopo Cristo. Il bronzetto era adagiato lungo il margine meridionale del blocco, non a diretto contatto con quest’ultimo, e con la testa deposta verso ovest. Si trattava di una deposizione rituale.

Arte etrusca, Ombra di San Gimignano (prima metà del III secolo a.C.; bronzo, altezza 64,6 cm; San Gimignano, Museo Archeologico)
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano (prima metà del III secolo a.C.; bronzo, altezza 64,6 cm; San Gimignano, Museo Archeologico)


Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio


Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio


Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio


Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio


Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio
Arte etrusca, Ombra di San Gimignano, dettaglio

La statua giaceva infatti sepolta vicino a un monolite in pietra squadrato che aveva ruolo di altare, sul quale venivano compiuti riti con offerte religiose alla divinità del luogo; sul monolite sono state trovate tracce di esposizione al fuoco. L’area sacra, attorno alla quale sono state scoperte anche monete, frammenti in ceramica, unguentari integri e frammenti di laterizi, era situata vicino a una sorgente: questo elemento potrebbe rimandare al culto per divinità legate all’acqua e alla terra. La statua ritrovata è quella di un offerente ed è del tipo dei bronzetti allungati di età ellenistica, simile alla celeberrima Ombra della sera di Volterra. La scultura è stata riconosciuta come la più elegante nel nucleo di bronzi finora attestati. Esattamente come l’Ombra della sera, anche l’Ombra di San Gimignano appartiene infatti a una produzione seriale: in questo caso si tratta di un’opera che presuppone i modelli della grande plastica del primo ellenismo con reinterpretazione dell’ex-voto a fettuccia allungata di derivazione centro-italica, ancorato a forme della tradizione religiosa locale. Statue simili, a cui si collegano sia l’Ombra di San Gimignano sia l’Ombra di Volterra, sono state ritrovate anche nel Lazio (Nemi), nelle Marche (Ancona) e nell’Etruria centro-settentrionale (Orvieto, Chiusi, Perugia, Vetulonia, Volterra e rispettivi territori). A differenza della maggior parte degli altri esemplari, tuttavia, l’Ombra di San Gimignano ha un’importanza peculiare per il fatto che conosciamo in dettaglio la provenienza da un contesto certo, per di più sacro. Inoltre, la statuetta senese spicca per la sua dimensione: un’altezza di 64,6 centimetri e un peso di 2200 grammi.

La statua rappresenta una figura maschile stante che indossa una toga che arriva fino ai polpacci lasciando scoperti la spalla, il braccio destro e gran parte del torace, mentre ai piedi l’offerente indossa dei calzari con allacciatura alta. La mano destra tiene una patera ombelicata (che si ritrova in molte sculture etrusche, specialmente nella statuaria funebre), mentre la sinistra, che aderisce al corpo, fuoriesce dal manto col palmo rivolto all’esterno. Le gambe sono leggermente divaricate e suggeriscono un lieve movimento verso sinistra, mentre i tratti del volto, delineati con eccezionale naturalismo, sono ben marcati, con grandi occhi evidenziati, un naso pronunciato, una bocca carnosa, un mento con fossetta centrale. Sorprende inoltre la capigliatura, disposta a ciocche mosse realizzate con profonde solcature che da una scriminatura posteriore si dispongono verso il volto a coprire parte della fronte oltre alle orecchie. Se dunque l’Ombra della Sera è raffigurata nuda (si tratta infatti di una figura infantile), l’Ombra di San Gimignano è vestita in quanto il personaggio rappresentato potrebbe essere un sacerdote.

L’artista che creò l’Ombra di San Gimignano probabilmente proveniva proprio dall’antica Volterra (Velathri in etrusco): il vicino santuario della Torraccia di Chiusi era del resto uno dei luoghi di confine del territorio volterrano, e le “fauci” da cui deriva il nome del torrente Fosci costituivano l’ingresso nell’area sottoposta al controllo di Volterra. La forma della statua rimanda ai modelli che si diffusero a partire dal III secolo a.C. in Etruria centro-settentrionale, dove vi giunsero grazie alla circolazione all’interno delle botteghe locali di artigiani itineranti, provenienti soprattutto dall’area tiberina. La toga e i calzari (“calcei”) di tipo senatorio richiamano infatti la figura dell’Arringatore, che probabilmente era un grande bronzo votivo raffigurante un personaggio in atteggiamento di orante e il cui abbigliamento era quello tipico dei cortei di magistrati nell’Etruria del secondo venticinquennio del III secolo a.C. Anche questi elementi concorrono a datare l’Ombra di San Gimignano entro la metà del III secolo a.C.

La zona del ritrovamento dell'Ombra di San Gimignano in località Torraccia di Chiusi
La zona del ritrovamento dell’Ombra di San Gimignano in località Torraccia di Chiusi


L'area di scavo dell'Ombra di San Gimignano
L’area di scavo dell’Ombra di San Gimignano


La scultura al momento del ritrovamento
La scultura al momento del ritrovamento


La scultura esposta alla mostra Hinthial. L'Ombra di San Gimignano
La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano


La scultura esposta alla mostra Hinthial. L'Ombra di San Gimignano
La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano


La scultura esposta alla mostra Hinthial. L'Ombra di San Gimignano
La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano


La scultura esposta alla mostra Hinthial. L'Ombra di San Gimignano
La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano


La scultura esposta alla mostra Hinthial. L'Ombra di San Gimignano
La scultura esposta alla mostra Hinthial. L’Ombra di San Gimignano

L’Ombra di San Gimignano è stata posta al culmine di una mostra il cui titolo, Hinthial, è traducibile allo stesso tempo come “anima” e “sacro” ed è concepito come un’immersione nel paesaggio sacro di San Gimignano in età etrusca e romana. La mostra vuole suggerire la presenza dell’area di culto in un percorso rituale che richiama gestualità e percezioni dell’Offerente: in questo modo i curatori della mostra, Enrico Maria Giuffrè e Jacopo Tabolli, hanno voluto far riemergere questo capolavoro dalla sua sepoltura raccontando delle speranze, delle preghiere e delle offerte avvenute per più di cinque secoli in questo luogo sacro che si trovava ai confini dei territori dell’antica Volterra in età ellenistica.

“La straodinarietà di questa scoperta”, ci ha detto Jacopo Tabolli, “sta nel fatto che esistono veramente poche statue di questo genere: la più nota è l’Ombra della Sera di Volterra. L’Ombra di San Gimignano è un’altra di questa serie di bronzetti allungati che da modelli tiberini, quindi del Lazio, progressivamente si irradia nell’Etruria. Sicuramente è di fattura eccezionale: l’artista che l’ha realizzata, nella prima metà del III secolo, segue modelli classici di altissimo livello. Della serie di bronzi allungati, questo è l’unico che proviene da un contesto anche sacro e questo ci dà la comprensione della funzione di questo oggetto, di un valore eccezionale. Si tenga conto inoltre del fatto che, a partire dalla sua deposizione, dalla seconda metà del III secolo, per cinquecento anni sulla sua sepoltura accanto all’altare si è concentrata l’azione degli offerenti etruschi prima e romani poi, quindi, nonostante la romanizzazione che si stava verificando sul territorio, quest’ultimo manteneva una sua identità sacra che travalicava le differenze politiche”.

Quanto al fatto che il rinvenimento dell’Ombra di San Gimignano sia un evento eccezionale, Tabolli sostiene che “scoperte di questo tipo sono molto rare, anche se in realtà il nostro territorio è ricchissimo”. Quello che tuttavia Tabolli vuole sottolineare è un altro aspetto: “non è importante quantificare quante sono e quante potrebbero essere le opere di questo tipo”, conclude, “l’importante è ribadire come il controllo delle attività di scavo sia sempre repentino, perché la delicatezza di casi come questi sta nel fatto che la scoperta, molto spesso, non viene da una campagna di scavi preordinata, ma da lavori ordinari. Come nel caso di questa statua: viene aperta una conduttura, e spesso ci si imbatte in qualcosa del genere, e questo ci chiama alla responsabilità della tutela del nostro sottosuolo, da considerare come un patrimonio immenso”.


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Gli autori di questo articolo: Federico Giannini e Ilaria Baratta

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