Sgarbi rinuncia al prestito del Caravaggio: “ora trovate voi i soldi per intervento e teca”


Termina con la rinuncia al prestito la vicenda del ’Seppellimento di santa Lucia’, l’opera di Caravaggio che Sgarbi voleva per la mostra al Mart di Rovereto.

Si conclude con la rinuncia al prestito la vicenda del Seppellimento di santa Lucia, il dipinto di Caravaggio che Vittorio Sgarbi avrebbe voluto portare al Mart di Rovereto, il museo di cui è presidente, per una mostra in cui il pittore lombardo verrà messo a confronto con Alberto Burri. A Siracusa, dove l’opera è conservata, ci sono state forti resistenze a lasciar partire il quadro (malgrado si tratti di un’opera di proprietà del Ministero dell’Interno e l’eventuale diniego spetti a quest’ultimo, e nonostante il Mart avesse messo sul piatto un intervento conservativo urgente e una teca antieffrazione e climatizzata di cui il dipinto ha bisogno per tornare nella sua sede originaria, la chiesa di Santa Lucia extra Moenia nel quartiere di Borgata: il tutto per un valore totale di 350mila euro), e nei giorni scorsi era partita anche una raccolta firme (nel cui testo tuttavia non si faceva riferimento all’intervento e alla teca offerti dal Mart) per impedire lo spostamento della pala in Trentino.

Adesso, Vittorio Sgarbi firma sprezzante l’appello contro di lui e dichiara di rinunciare a portare l’opera al Mart: “Rinuncio al prestito e firmo anche io l’appello”, ha commentato. “Faremo la mostra al Mart con un’altra opera di Caravaggio. Ma adesso mi aspetto che oltre a finanziare il restauro (che attende da 15 anni) e per il quale il Mart di cui sono presidente avrebbe messo 350mila euro, provvedano, con l’urgenza che le condizioni della tela impongono, alla realizzazione della teca che ripari l’opera dall’umidità del posto in cui si trova adesso, la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, che è la principale causa del suo grave deterioramento”.

Sgarbi, tuttavia, non rinuncia a contrattaccare i firmatari dell’appello, cominciando dalla firma più illustre, quella di Eva Cantarella: “sostiene come un eventuale suo trasferimento possa danneggiare l’opera”, sottolinea Sgarbi, “mentre è ormai acclarato come il danneggiamento sia causato dall’umidità della sede che lo ospita e non dai viaggi. Ha firmato un appello che contiene premesse clamorosamente false. Ed è la prova che lo ha firmato senza leggerlo. Ma c’è un paradosso: manifestando la sua contrarietà al trasferimento al Mart, e dunque alla prospettiva del restauro e soprattutto della realizzazione della teca, lo condanna, di fatto, a ulteriori danneggiamenti”.

Infine, Sgarbi conclude con una previsione: “vuoi vedere che questi tra dieci anni non avranno fatto nulla e ci ritroveremo a parlare ancora del restauro e della teca?”. Il dipinto versa infatti in condizioni di conservazione non ottimali e, per tornare nel luogo per cui Caravaggio lo dipinse, ovvero la chiesa di Santa Lucia extra Moenia, necessita di una teca antieffrazione (l’opera oggi si trova in una sede inadatta, la chiesa di Santa Lucia alla Badia in centro, dove è addossata a una pala cinquecentesca di Deodato Guinaccia).

Il noto critico d’arte ha poi ulteriormente esplicitato le sue ragioni in un video, dove afferma che “Siracusa ha perso una possibilità semplice di un uomo che ama la Sicilia, che ha fatto l’assessore alla cultura, e che si è ricordato della sua funzione trovando una soluzione con i finanziamenti della provincia di Trento. Quei finanziamenti c’erano, ci sono, ma posso darli a qualunque altra città per avere un Caravaggio ed esporlo a Rovereto. Se Siracusa deve discutere, si tenga la sua ridicola, finta vittoria”. Dell’intera vicenda, abbiamo parlato in un editoriale a firma di Federico Giannini.

Sgarbi rinuncia al prestito del Caravaggio: “ora trovate voi i soldi per intervento e teca”
Sgarbi rinuncia al prestito del Caravaggio: “ora trovate voi i soldi per intervento e teca”


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