Non mollano la presa gli oppositori del prestito del Seppellimento di santa Lucia, capolavoro di Caravaggio che Vittorio Sgarbi ha chiesto in prestito per il Mart di Rovereto, dove in autunno ci sarà una mostra che confronterà il genio lombardo a un altro grande artista, Alberto Burri: in cambio, il Mart mette a disposizione 350mila euro per il necessario intervento conservativo sul dipinto e per la teca climatizzata che servirà a evitare il degrado dell’imponente quadro (sulla vicenda è possibile anche leggere l’editoriale del direttore di Finestre sull’Arte, Federico Giannini).
Adesso è partita anche una raccolta firme per impedire che la tela vada in Trentino: l’appello (che non cita i particolari della mostra, né parla dell’intervento cui il dipinto sarà sottoposto) è rivolto al ministro dei beni culturali Dario Franceschini e al ministro dell’interno Luciana Lamorgese perché l’opera è proprietà del FEC - Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno. “Siamo un gruppo di intellettuali, artisti, accademici, docenti universitari, esperti d’arte ed estimatori del pittore Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, riuniti da un unico intento, quello di salvare uno dei capolavori assoluti dell’arte del Seicento”, si legge nel testo. “L’opera in questione, la cui integrità è severamente minacciata, è intitolata Seppellimento di Santa Lucia. Essa rientra sotto la responsabilità e la tutela Ministeriale in quanto appartenente al patrimonio del Fec (Fondo Edifici di Culto), afferente al Ministero degli Interni. Per tale ragione firmiamo e inoltriamo alle SS.VV. la presente nota, segnalando al contempo le tensioni sociali e l’acceso dibattito culturale venutisi a creare in Sicilia in seguito alla notizia di un nuovo prestito del fragilissimo dipinto eseguito per la Città di Siracusa nel periodo ottobre-dicembre del 1608. L’opera, pur versando in precarie condizioni, e nonostante il dissenso dei tecnici, negli ultimi cinquanta anni è stata oggetto di peregrinazioni, viaggi continui per esposizioni varie, per restauri scientifici e cure manutentive. Milano, Roma, Palermo (ed altre località) sono state le tappe di un continuo girovagare al quale adesso, con aspro e diffuso dissenso, si vorrebbe aggiungere – come spiegheremo più avanti – Rovereto” (l’opera, pur avendo molto girato in passato, non lascia Siracusa dal 2006, quando, dopo esser stato esposto presso alcune mostre, tornò in città alla fine di una campagna diagnostica eseguita a Palermo).
Caravaggio, Seppellimento di santa Lucia (1608; olio su tela, 408 x 300 cm; Siracusa, Santa Lucia alla Badia) |
“Ricordiamo che ci stiamo riferendo a una tela immensa (di oltre 12 metri quadrati, grande quanto un vano abitativo)”, si legge nel testo, “costretta a viaggiare come fosse una cesta di limoni, in casse e controcasse grandi mt. 5.00x4.00, poste di traverso all’interno di un tir verosimilmente sprovvisto di climatizzazione adeguata. Il tutto per affrontare migliaia e migliaia di chilometri, su tracciati stradali di ogni genere, tra sobbalzi, vibrazioni e brusche variazioni di temperatura”.
“Già nel 2005 quando l’opera si trovava all’Istituto Centrale del Restauro e gli organizzatori della mostra del Palazzo Reale di Milano, Caravaggio e l’Europa, la chiesero in prestito”, prosegue l’appello, “la allora Direttrice dell’ICR (Istituto Centrale del Restauro) Caterina Bon Valsassina espresse con chiarezza il suo dissenso, come d’altra parte contrari agli spostamenti del dipinto sono stati nel tempo gli altri Dirigenti dell’ICR e quelli del Centro Regionale per il Restauro della Sicilia. Purtroppo dei ripetuti trasporti è possibile scorgere il danno permanente a cui è stata condannata l’opera a causa di viaggi autorizzati finora con troppa superficialità e irresponsabilità. C’è da dire inoltre che l’opera ha un altissimo valore devozionale per la Sicilia. Infatti la tela, come una reliquia, sostituisce le spoglie di Santa Lucia trafugate da quasi un millennio e oggi custodite a Venezia, senza che mai ci sia stato l’intento di restituirle alla città natale”.
“L’esortazione fatta alle SS.VV.”, si legge nel testo, “è motivata da una recente richiesta di prestito presentata dal Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto. A prescindere dal fatto che l’opera verrebbe ostentata in un contesto espositivo che nulla ha da spartire con l’arte del Seicento, non si comprende perché con tanti dipinti del Merisi di minori dimensioni, collocati in sedi più vicine, si debba scegliere una tela monumentale, fragilissima, ubicata a millecinquecento chilometri di distanza”. Non solo: gli estensori dell’appello chiedeno anche la musealizzazione del dipinto “nel suo luogo deputato, nella città di Siracusa, vietando ogni forma di spostamento e di prestito”.
“Il rischio è alto”, conclude l’appello, “e la Sicilia non può permettersi di perdere un capolavoro del Caravaggio”.
Parte anche la raccolta firme per non prestare il Caravaggio di Siracusa a Sgarbi |