Alla fine, il presidente degli USA, Donald Trump, ha risposto in prima persona sulle sue minacce al patrimonio culturale iraniano, lanciate alcuni giorni fa via Twitter. Lo ha fatto ieri durante una conferenza stampa organizzata in occasione del vertice con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, in visita ufficiale negli Stati Uniti.
Uno dei giornalisti intervenuti gli ha chiesto di chiarire se davvero i siti culturali dell’Iran potranno diventare obiettivi da colpire in futuro. “Beh, come ho detto ieri”, ha detto Trump, riferendosi al suo incontro con i giornalisti di lunedì, “è davvero interessante: a loro è permesso di uccidere la nostra gente, di mutilare la nostra gente, di far esplodere tutto ciò che abbiamo e non c’è niente che li può fermare, e noi invece, secondo diverse leggi, dovremmo stare molto attenti al loro patrimonio culturale. Sapete cosa vi dico? Se questo è ciò che dice la legge, obbedirò alla legge. Ma pensateci: loro uccidono la nostra gente, fanno esplodere la nostra gente, e noi dobbiamo essere molto gentili con le loro istituzioni culturali. Ma va bene così. Per me è ok”.
A stemperare le dichiarazioni di Trump, nelle scorse ore, erano già intervenuti il Dipartimento della Difesa (il capo degli Stati Maggiori Riuniti ha fatto sapere che ogni eventuale azione americana rispetterà le leggi internazionali sui conflitti armati) e il segretario di Stato Mike Pompeo, che con un tweet ha espresso il suo “rispetto verso la cultura persiana”.
Intanto oggi, dopo l’attacco notturno dell’Iran contro le basi statunitensi di al-Asad ed Erbil in Iraq, i leader dei due paesi sono intervenuti a breve distanza di tempo. La tensione rimane ancora alta: “il generale Soleimani”, ha dichiarato il premier iraniano Hassan Rouhani, “ha combattuto eroicamente contro l’Isis, contro Al Nusrah, contro Al Qaeda e altri. Se non fosse stato per la sua guerra al terrore, le capitali europee adesso sarebbero in grave pericolo. La nostra risposta finale al suo assassinio sarà la cacciata di tutte le forze americane dalla regione”. Dello stesso tenore le parole dell’ayatollah Khamenei: “gli Stati Uniti hanno portato guerra, divisione, sommosse, distruzione, e la demolizione delle infrastrutture della regione. Ovviamente fanno questo ovunque nel mondo. Questa regione non accetterà la presenza americana. I governi eletti dalle nazioni non accetteranno la presenza americana”. Il ministro della difesa, Amir Hatami, intervenendo alla tv di Stato, ha invece lasciato intendere che non ci saranno altri attacchi da parte dell’Iran: “spero che questa sia stata una lezione memorabile per l’America. La risposta dell’Iran sarà proporzionale a ciò che l’America farà”.
Trump, nella conferenza stampa di oggi pomeriggio, ha dichiarato che “gli Stati Uniti continueranno a valutare opzioni in risposta all’aggressione iraniana, e imporranno immediatamente ulteriori sanzioni economiche punitive contro il regime iraniano. Queste forti sanzioni rimarranno in essere finché l’Iran non modificherà il suo comportamento”. Trump ha poi chiesto alle altre cinque nazioni che, insieme agli USA, compongono il Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Regno Unito, Germania, Francia, Russia e Cina) di riconoscere che “l’Iran deve abbandonare le sue ambizioni nucleari e terminare il suo supporto al terrorismo”: “è necessario un accordo”, ha detto Trump, “affinché l’Iran cresca e prosperi e tragga vantaggio dal suo enorme potenziale inesplorato. L’Iran può essere un grande paese”. Trump ha inoltre fatto sapere che chiederà alla NATO un maggiore coinvolgimento nelle questioni mediorientali. In conclusione, ha indirizzato un messaggio al popolo iraniano e ai suoi leader: “vogliamo che voi abbiate un futuro, un grande futuro, quello che vi meritate, un futuro di prosperità e armonia con le nazioni del mondo. Gli Stati Uniti sono pronti ad abbracciare la pace con chiunque voglia cercarla”.
Nella foto: il presidente USA Donald Trump
Trump sull'Iran: “loro uccidono e noi dobbiamo essere gentili col loro patrimonio? Ma se questa è la legge, ok” |