La gestione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea è al centro di critiche che giungono dalla Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte (CUNSTA), che ha diffuso una lettera aperta in cui critica le scelte dell’attuale direttrice, l’architetta Renata Cristina Mazzantini. La CUNSTA ha ottenuto anche il supporto della Cgil Funzione Pubblica di Roma e del Lazio, che già a ottobre aveva denunciato il “clima repressivo” che si respirerebbe all’interno dell’istituto. Tra le principali accuse, la mancanza di un confronto con il Comitato Scientifico, eventi giudicati in contrasto con la missione del museo, la decisione di restituire di due importanti archivi (l’archivio Lonzi e l’archivio Bragaglia) ai loro proprietari che li avevano concessi al museo, e la chiusura prolungata della biblioteca senza un piano di riapertura.
La CUNSTA si schiera con Federica Muzzarelli e Stefania Zuliani, che, insieme al professor Augusto Roca, il 9 ottobre hanno rassegnato le dimissioni dal Comitato Scientifico della Galleria. Il motivo principale di questa scelta sarebbe stata la mancata consultazione da parte della Direttrice sulle strategie culturali dell’istituzione. Secondo la Consulta, l’assenza di dialogo ha reso il Comitato un organo di fatto inutile, una situazione aggravata dalle dichiarazioni della stessa Mazzantini in un’intervista televisiva.
Ma le critiche non si fermano qui. La CUNSTA denuncia come la programmazione della Galleria si sia discostata dalla sua missione istituzionale: “la presentazione del libro di Italo Bocchino, direttore del Secolo d’Italia, evento di natura schiettamente politica, è solo uno dei casi, reso tuttavia più grave dal deferimento al MIC dei dipendenti che avevano preso le distanze da quella scelta”, si legge nella lettera.
Un altro tema critico riguarda gli archivi della Galleria. La scorsa primavera, la Direttrice aveva annunciato l’intenzione di restituire ai proprietari due importanti collezioni di documenti sull’arte contemporanea italiana: gli archivi Carla Lonzi e Anton Giulio Bragaglia. La decisione ha immediatamente suscitato reazioni nel mondo accademico. Una prima mobilitazione, promossa dalla storica dell’arte Ilaria Schiaffini, ha portato alla dichiarazione dell’Archivio Lonzi come fondo di “interesse storico particolarmente importante” da parte della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, il 14 novembre scorso. Nonostante questo riconoscimento, le carte Lonzi sono state comunque restituite all’erede, che le ha successivamente depositate presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso. “Se siamo tutte e tutti liete dell’accoglienza dell’archivio presso una così nobile istituzione romana, che più e meglio di altre ne garantirà l’apertura e la consultazione, la sua destinazione elettiva, visti gli interessi di Lonzi, sarebbe stata la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma”, sottolinea la CUNSTA.
A tutto ciò si aggiunge la chiusura della biblioteca e degli archivi della Galleria, avvenuta a luglio per non meglio precisati “urgenti e improcrastinabili lavori di adeguamento impiantistico e normativo”. Dopo oltre sette mesi, lamenta la CUNSTA, “i lavori non sono ancora cominciati, né è stato annunciato un cronoprogramma”. Nel frattempo, come lamentato anche dal comunicato della Fp CGIL del 5 febbraio, “il personale addetto è stato destinato ad altre mansioni, e la responsabile della biblioteca è stata trasferita presso altra istituzione dopo circa 20 anni di servizio in Galleria. La chiusura della biblioteca e degli archivi, che non si era mai verificata dal 1946, così a lungo e senza misure alternative di consultazione, crea un grave danno per la comunità scientifica internazionale, per le studentesse e gli studenti di storia dell’arte che si trovano nell’impossibilità di portare avanti le loro ricerche”.
Per queste ragioni, la Consulta chiede “di trovare una soluzione affinché la biblioteca e gli archivi, punte di eccellenza della Galleria, vengano immediatamente riaperti al pubblico, nelle forme compatibili con le necessità di adeguamento dei locali. Nel denunciare situazioni che rischiano di squalificare un Museo a cui siamo tutte e tutti molto legati, invitiamo infine, ancora una volta, la Direttrice a un incontro pubblico con rappresentanti della CUNSTA per discutere i punti sopra menzionati e più, in generale, i suoi progetti per il futuro della Galleria”.
Resta da vedere se la Direttrice Mazzantini risponderà all’appello o se le tensioni all’interno della Galleria continueranno ad aggravarsi. Nel frattempo, come anticipato, anche la CGIL sostiene la CUNSTA: “Nella lettera la Consulta”, si legge in una nota del sindacato, “ha rilanciato la nostra denuncia sullo stato della biblioteca e sul rimansionamento delle lavoratrici e dei lavoratori addetti. La mancanza di un cronoprogramma certo sugli interventi di adeguamento impiantistico e normativo non rappresentano solamente una causa di disagio per le lavoratrici e i lavoratori, ma anche un danno alla comunità scientifica, dato che la Biblioteca è punto di riferimento per lo studio e la ricerca sull’arte contemporanea non solo per il personale interno e per i funzionari del ministero, ma anche per studenti e ricercatori. La FP è in prima linea per difendere la GNAM e il suo personale”.