Dimissioni in blocco del comitato scientifico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma: tre membri su quattro hanno infatti dato l’addio al comitato dopo la vicenda della presentazione del libro di Italo Bocchino e dei conseguenti strascichi polemici, con la Cgil che ha denunciato il “clima repressivo” instauratosi alla GNAM dopo che la direttrice, Renata Cristina Mazzantini, secondo quanto riferito dal sindacato avrebbe raccolto i nomi di quanti hanno espresso il loro dissenso nei confronti dell’evento e avrebbe inviato la lista a non meglio precisate autorità terze.
A rassegnare le dimissioni sono stati Federica Muzzarelli (ordinaria di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna), Augusto Roca (ordinario di Storia dell’Architettura alla Sapienza di Roma) e Stefania Zuliani (ordinaria di Storia della Critica d’Arte all’Università di Salerno). Questa la motivazione: “Alla luce della politica culturale recentemente adottata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, le cui linee non sono state definite attraverso un sereno confronto con il Comitato Scientifico, che, come previsto all’art.6 dello statuto, è chiamato a svolgere ‘funzione consultiva sulle questioni di carattere tecnico-scientifico nelle materie di competenza della Galleria’, diamo le dimissioni dal Comitato Scientifico del Museo. Tale decisione è maturata anche in considerazione delle ultime vicende conseguenti alla presentazione del libro del direttore del ‘Secolo d’Italia’ tenutasi lo scorso 3 ottobre in Galleria alla presenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa. Una sede istituzionale, e quindi di tutti, è stata usata per una manifestazione di carattere eminentemente partitico, senza un adeguato confronto preliminare”.
Italo Bocchino non ci sta e parla di “razzismo ideologico e politico”, perché, ha detto, “la casa editrice che ha organizzato l’evento, la Solferino, usa presentare lì tutti i suoi libri. In passato sono stati presentati libri di Floris, Di Bella e Sergio Rizzo che sono noti protagonisti della propaganda anti-governativa in Italia e nessuno ha battuto ciglio. Nel momento in cui la stessa Casa editrice presenta il libro invece che loro definiscono propaganda a favore del governo, scatta il razzismo ideologico e politico per cui io sarei un cittadino di serie B, un figlio di un dio minore. Per cui io non ho lo stesso diritto di Sergio Rizzo, che ha il diritto di scrivere un libro contro Meloni e di presentarlo alla Gnam. Io non ho lo stesso diritto al contrario. Quindi credo che siano persone poco avvezze allo studio della Costituzione e che stanno cercando semplicemente di fare una cagnara politica per loro interessi di circuiti culturali a cui appartengono”.
Da parte dell’opposizione si è levata la voce di Irene Manzi, capogruppo del Pd in commissione cultura alla Camera, che ha dichiarato: “Quanto accaduto in occasione della presentazione del libro di Italo Bocchino presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, con conseguente dimissione di tre autorevoli membri del Comitato scientifico, è molto grave ed è l’ennesima dimostrazione di una gestione inadeguata e divisiva del nostro patrimonio culturale da parte del governo. Siamo di fronte a un uso strumentale delle istituzioni culturali, che dovrebbero restare spazi di confronto libero e pluralista, lontani da qualsiasi ingerenza politica. Le dimissioni di tre componenti su quattro del comitato scientifico della Galleria nazionale non possono restare sotto silenzio, Giuli chiarisca in parlamento”.
Immagine: la GNAM. Foto: Finestre sull’Arte
“Museo usato per iniziative di partito”. Dimissioni in blocco al comitato scientifico della GNAM |