Com’era ampiamente prevedibile (e come del resto tutti avevano previsto), è andata deserta l’asta per il Casino dell’Aurora, l’antica dépendance di Villa Ludovisi, famosa in tutto il mondo per essere il luogo dove si conserva l’unica pittura murale esistente di Caravaggio. Troppo alto il prezzo: l’immobile è stato valutato 471 milioni di euro e l’asta partiva da una base fissata a 353 milioni e 250mila euro, ma tanti nelle scorse settimane avevano criticato la stima, ritenuta eccessiva e condotta con parametri inusuali per un edificio del genere. Così, nessuno ha lanciato l’offerta minima.
Adesso, la storica dimora dei Ludovisi-Boncompagni è attesa da un’altra tornata, già fissata dal tribunale per il 7 aprile, con prezzo decurtato del 20% (un risparmio notevole per l’eventuale acquirente). Negli ultimi giorni, la stampa si è sbizzarrita sui nomi dei potenziali acquirenti: da Bill Gates, che in passato aveva manifestato interesse per la villa, al sultano del Brunei. L’agenzia Reuters ha poi citato, tra i potenziali acquirenti, anche un non meglio specificato emiro del Qatar. E poi, c’è lo Stato italiano, che segue da vicino la vicenda, spronato da molti a sostenere la cifra per far diventare il Casino dell’Aurora un bene pubblico. C’è chi ha proposto di usare i fondi del PNRR, strada non praticabile (non possono infatti essere utilizzati per investimenti permanenti, ma solo per azioni volte al rilancio post-pandemico). Una cifra attorno ai 300 milioni di euro sarebbe comunque molto elevata per le casse pubbliche. Staremo a vedere cosa accadrà.
Caravaggio, va deserta (come tutti avevano previsto) l'asta per il Casino dell'Aurora |