Va all’asta il Casino dell’Aurora, noto anche come il Casino di Villa Ludovisi, ovvero la dependance della sontuosa dimora dei Ludovisi, quest’ultima distrutta nel 1885, che ospita l’unico murale noto di Caravaggio, quello raffigurante Giove, Nettuno e Plutone ed eseguito nel 1597 per il suo potente mecenate Francesco Maria del Monte (all’epoca era sua la villa di Porta Pinciana). “Tra via Vittorio Veneto, porta Pinciana e Villa Borghese, da Villa (parzialmente accatastata ad uso ufficio) e tre locali autorimessa ubicati a Roma (RM) - Via Lombardia 42/46 per una superficie convenzionale di circa 2.800 mq”. Recita così, con il gergo freddo degli annunci immobiliari (salvo poi includerla più avanti “tra le più prestigiose bellezze e architettoniche e paesaggistiche della Roma pre-unitaria”) l’annuncio di vendita del complesso, chiamato così per via dell’affresco dell’Aurora realizzato dal Guercino. Alla base della vendita ci sono complesse vicende ereditarie che hanno fatto seguito alla scomparsa, nel 2018, del proprietario, il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi. La villa veniva aperta occasionalmente al pubblico per visite guidate gestite da associazioni culturali romane.
L’asta, senza incanto e con modalità telematica asincrona, è fissata per il 18 gennaio 2022, e l’acquisto è ovviamente soggetto alla condizione sospensiva del mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato (il Casino è vincolato dal 1987). Prezzo base: 471 milioni di euro (offerta minima 353.250.000, con rilanci di un milione), e in più l’eventuale acquirente dovrà far fronte ai costi di restauro e di ripristino dei luoghi non conformi, per circa 11 milioni di euro (il costo è stato detratto dal valore d’asta). “La storica villa, seppur regolare sotto il profilo urbanistico”, si legge infatti nella documentazione, “necessita del ripristino dello status quo ante sia al piano interrato che nelle porzioni oggetto di modifiche non autorizzate o non concordate con la P.A., oltre ogni onere necessario al completamento dell’iter istruttorio inerente le istanze di concessione edilizia in sanatoria e i necessari interventi di consolidamento e manutentivi sull’intera villa”. La Soprintendenza, prosegue la documentazione, “ha provveduto ad effettuare ispezione per la verifica delle difformità presenti nel complesso monumentale, a seguito della quale potrà ordinare il ripristino dello stato dei luoghi non conformi alle autorizzazioni predette ed irrogare sanzioni”, e sempre l’ente “ha richiesto – nelle more – il restauro dei beni architettonici ed artistici, la demolizione di alcune superfetazioni e tramezzature, il rifacimento degli impianti, il ripristino delle finiture dell’intero immobile, il rifacimento di tracce e scassi realizzati nella muratura con tecniche e materiali identici agli esistenti”.
Il valore di 471 milioni di euro è dato per lo più dalle decorazioni pittoriche, inamovibili, che da sole, secondo la perizia dello storico dell’arte Alessandro Zuccari, valgono 432 milioni e 647.692 euro. Tra le opere di maggior valore spiccano la Toeletta di Venere del Guercino (664.964,94 euro), la decorazione della sala dell’Aurora che dà nome al complesso, dotata di “unità inscindibile tra la quadratura prospettica di Tassi e le estese superfici dipinte da Guercino” come si legge nella perizia (52.605.376 euro), la volta della sala della Fama del Guercino (37.068.000 euro), la stanza dei Paesaggi affrescata da diversi artisti ovvero il Domenichino, il Guercino, Giovanni Battista Viola e Paul Bril (30.890.946 euro), la stanza degli Amorini con le decorazioni di Giovanni Luigi Valesio (224.460 euro) e infine il murale di Caravaggio, un unicum di tutta la storia dell’arte che da solo vale due terzi dell’immobile: 310.800.000 euro secondo la perizia di Zuccari. “Si tratta”, spiega Zuccari, “di un dipinto fondamentale del corpus autografo del maestro lombardo, sia per la particolarità della tecnica, sia per l’originalità dell’impostazione prospettica, che rivela il suo retroterra lombardo, ma si avvicina alla sua piena maturazione stilistico-compositiva”. L’attribuzione a Caravaggio, avanzata già nel Seicento da Bellori, è stata confermata nel 1989-1990 dopo il restauro condotto dalla Soprintendenza di Roma. “Il dipinto”, spiega ancora Zuccari, “è in buono stato di conservazione grazie all’intervento di restauro, che lo ha salvato dal degrado e lo ha riportato alla piena leggibilità”. Si tratta dell’unico murale di Merisi, eseguito con tecnica a olio, e secondo la perizia andrebbe addirittura “considerata come opera inestimabile”. La stima è stata formulata sulla base della quotazione della Giuditta che decapita Oloferne scoperta di recente a Tolosa, attribuita a Caravaggio seppur con un vivacissimo dibattito critico, menzionato da Zuccari.
Il Casino peraltro non contiene solo i capolavori di Caravaggio e Guercino, ma racchiude al suo interno una collezione di statue antiche anch’essa di valore eccezionale, all’interno della quale spiccano i due prigionieri Daci del II secolo d.C., provenienti con tutta probabilità dal Foro di Traiano, stimati dal professor Alessandro Zuccari 550.000 euro ciascuno. E poi ancora una grande statua di Pan di autore ignoto (nel Seicento fu attribuita addirittura a Michelangelo), del valore di 250.000 euro, una testa di Marco Aurelio della seconda metà del II secolo d.C., diversi rilievi antichi, una stele funeraria dedicata al pretoriano Quinto Vezio, e altro ancora per una stima totale di 3 milioni e 740.000 euro per 41 sculture.
Roma, va all'asta il Casino dell'Aurora, sede dell'unico murale di Caravaggio |