Puntata 21 - 21 dicembre 2013
Durata: 31'06"
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Considerato il primo artista della storia dell'arte a manifestare tendenze manieriste, ancor prima del Pontormo e del Rosso Fiorentino, Domenico Beccafumi, pittore di Siena formatosi su artisti rinascimentali come fra' Bartolomeo e Filippino Lippi, si è ritagliato un ruolo fondamentale nella storia dell'arte perché assieme ai più giovani manieristi fiorentini citati contribuì a far nascere il Manierismo in Toscana, proponendo un linguaggio che si fondava sulla rottura degli equilibri rinascimentali, sulla presenza di elementi inquieti e tormentati, su schemi compositivi molto complessi, su effetti di luce e forti contrasti cromatici che davano luogo a scene dalle atmosfere spesso stranianti. Ma Domenico Beccafumi si distinse anche perché fu, nel Cinquecento, il maggior continuatore di quella tipica tradizione senese fatta di eleganza e di raffinatezza. Scopriamo i suoi capolavori con Ilaria e Federico in quest'ultima puntata di Finestre sull'Arte del 2013!
Immagine: Il castigo del fuoco celeste, 1537-38; olio su tavola, 197x139 cm; Pisa, Duomo.
1486 | Domenico di Giacomo di Pace, soprannominato “Mecherino” (diminutivo di Domenico) nasce a Valdibiena, nelle campagne intorno a Siena, da una famiglia di contadini. Viene messo a bottega presso un pittore locale (non si sa quale però) da Lorenzo Beccafumi, proprietario di una delle terre dove la famiglia di Domenico lavorava. In omaggio al suo benefattore, Domenico farà proprio il cognome Beccafumi. |
1510 circa | Compie un viaggio a Roma, dove si sofferma fino al 1512, e dove ammira soprattutto le opere di Raffaello e Michelangelo (quest'ultimo, assieme a fra' Bartolomeo e a Filippino Lippi, diventa un artista fondamentale per la formazione di Domenico). |
1513 | Risale a quest'anno la prima opera nota di Domenico, il Trittico della Trinità oggi conservato alla Pinacoteca Nazionale di Siena, ma originariamente dipinto per lo Spedale di Santa Maria della Scala. |
1515 circa | Dipinge le Stimmate di santa Caterina, oggi alla Pinacoteca Nazionale di Siena. |
1518 | Insieme al Sodoma e a Girolamo del Pacchia è impegnato nel ciclo delle Storie della Vergine che decorano l'Oratorio di San Bernardino a Siena. A Domenico spetteranno tre scene. |
1519 | Riceve l'incarico di disegnare i cartoni per la decorazione del pavimento del Duomo di Siena, con le Storie di Elia e Acab. Il lavoro sarà terminato nel 1524. Nello stesso anno si ipotizza un ulteriore soggiorno a Roma da parte dell'artista. |
1525 circa | È impegnato nella decorazione ad affresco di un ambiente di Palazzo Bindi Sergardi a Siena. |
1528 | Dipinge le due tavole con la Caduta degli Angeli Ribelli per la chiesa di San Nicolò al Carmine di Siena: la prima versione, lasciata incompiuta, è alla Pinacoteca Nazionale, mentre la seconda si trova ancora nella chiesa. |
1529 | Inizia a lavorare nella Sala del Concistoro del Palazzo Pubblico di Siena dove è impegnato nella decorazione ad affresco della volta con scene ed allegorie ispirate a virtù civiche. I lavori termineranno nel 1535 in occasione della visita di Carlo V a Siena, evento per il quale era stata realizzata l'opera. |
1533 | Probabilmente soggiorna a Genova dove lavora ad alcuni affreschi (oggi perduti) nel palazzo di Andrea Doria. |
1535 circa | Dipinge la Discesa di Cristo al Limbo che si trova oggi alla Pinacoteca Nazionale di Siena. |
1537 | Inizia a dipingere alcune tavole (L'adorazione del vitello d'oro, Il castigo del fuoco celeste, I quattro evangelisti) per il Duomo di Pisa, finite nel 1539. |
1539 | Esegue alcuni affreschi nell'abside del Duomo di Siena. |
1548 | Inizia a lavorare agli otto angeli portaceri per il Duomo di Siena: sono in bronzo e sono le uniche sculture che ci rimangono di Domenico Beccafumi. |
1551 | L'artista scompare a Siena. |