La Romagna, con le sue terre verdi e le colline che si stagliano sul mare, è una regione che racconta una storia di grandi dinastie, arte, potere e battaglie. Tra le famiglie più celebri e potenti che hanno segnato la storia di questa terra ci sono i Malatesta. Nel corso dei secoli, i Malatesta hanno lasciato un’impronta indelebile sulla Romagna, con una rete di castelli, rocche, chiese e monumenti che raccontano la loro ascesa, il loro potere e il loro declino.
Questa dinastia ha dominato diverse città e territori tra il XIII e il XVI secolo, con particolare concentrazione nella zona di Rimini, Cesena, Verucchio, e lungo la Valmarecchia, lasciando alle generazioni future una vasta eredità di monumenti storici, ognuno dei quali rappresenta una parte della loro storia. Percorrendo le orme dei Malatesta, oggi è possibile rivivere la magnificenza di una signoria che non solo ha esercitato un forte potere militare, ma ha anche contribuito alla grandezza del Rinascimento italiano.
Le origini della famiglia Malatesta risalgono al XII secolo, con i primi documenti storici che attestano il loro insediamento nella Valmarecchia, tra Pennabilli e Verucchio. La famiglia si legò ai più potenti casati della Romagna e, pur non avendo un titolo nobiliare ufficiale, conquistò il potere attraverso astute alleanze politiche, guerre e matrimoni strategici.
Nel 1239, Malatesta dalla Penna divenne podestà di Rimini, dando inizio alla dinastia malatestiana che, nel corso dei secoli, conquistò una grande influenza su tutta la regione. Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei membri più celebri della famiglia, è ricordato come un grande condottiero e mecenate, che trasformò Rimini in uno dei centri culturali più importanti dell’Italia rinascimentale. Sotto il suo dominio, furono commissionati monumenti storici, come il Tempio Malatestiano, che ancora oggi rappresentano una delle vette dell’architettura rinascimentale.
L’itinerario alla scoperta dei Malatesta in Romagna si snoda tra 18 luoghi che custodiscono la memoria di questa grande famiglia, luoghi che raccontano storie di battaglie, intrighi e splendore. Ogni castello, ogni rocca, ogni abbazia conserva tracce della loro grandezza.
Si può cominciare partendo dalla Rocca di Verucchio, il luogo d’origine della dinastia Malatesta (nacque qui Malatesta da Verucchio, il dantesco “Mastin Vecchio” che conquistò Rimini nel 1295), celebre anche per essere citata nella Divina Commedia di Dante. La Torre del Mastio offre una vista spettacolare sulla Valmarecchia. La sua posizione strategica la rendeva un baluardo difensivo contro i nemici, in particolare contro i Montefeltro di Urbino. Il castello fu originariamente costruito dai Malatesta nel 1197, ma è nel XIV secolo che Sigismondo Pandolfo Malatesta ne ampliò e potenziò la struttura. La rocca è un esempio straordinario di architettura medievale, con le sue imponenti torri, le mura di cinta e il mastio, da cui è possibile ammirare un panorama incredibile. Nel 1462, la rocca fu assediata e conquistata da Federico da Montefeltro, segnando la fine del dominio malatestiano sulla città. Tuttavia, dopo la morte di Sigismondo Pandolfo, la rocca passò nuovamente sotto il controllo dei Malatesta. Oggi la rocca è un luogo affascinante da visitare, con le sue sale storiche e il cortile interno, che ospita anche mostre ed eventi culturali. La Torre del Mastio, che offre una vista panoramica sull’intera valle, è una delle caratteristiche più spettacolari di questo castello. Il sito è anche famoso per l’albero genealogico dei Malatesta, che è custodito all’interno della rocca.
Proseguendo, il Castello di Montebello attira visitatori non solo per la sua posizione panoramica, ma anche per la leggenda del fantasma di Azzurrina, che ancora oggi affascina chi varca le sue antiche mura. Ma al di là della leggenda, si tratta di uno dei castelli più affascinanti della Romagna e un simbolo del potere dei Malatesta. Situato a 436 metri di altitudine, domina la Valmarecchia e la Valle dell’Uso, a guardia della via che collega i territori dei Montefeltro e la Toscana. La sua storia risale al III secolo d.C., quando fu eretta una torre romana quadrangolare. L’insediamento altomedievale consacrò il sito come Mons Belli, “monte della guerra”, e nel 1186 Giovanni Malatesta, figlio del capostipite Mastin Vecchio, acquistò il feudo. Il castello fu fortemente trasformato dai Malatesta: vennero completate le mura di cinta, eretti nuovi torrioni e camminamenti di ronda, per adattarlo alle esigenze di difesa. Il castello divenne anche residenza nobiliare, un simbolo del potere e della prosperità della famiglia.
A pochi chilometri, il Castello di Santarcangelo di Romagna, con il suo mastio possente, testimonia il ruolo cruciale di questa fortezza nelle lotte tra i Malatesta e i loro rivali, i Montefeltro. La rocca di Santarcangelo sorge sul Mons Iovis, ed è stata testimone di numerosi passaggi storici. Già nel IX secolo d.C., il Castrum Sancti Arcangeli era una fortificazione strategica, ma fu sotto i Malatesta che il castello raggiunse la sua forma attuale. A partire dal 1386, sotto Carlo Malatesta, venne eretto il mastio, uno dei più alti d’Italia. Con Sigismondo Pandolfo, il castello venne ulteriormente fortificato, ristrutturato e ampliato per resistere agli attacchi di Federico da Montefeltro. Il castello fu assediato diverse volte, prima da Federico da Montefeltro nel 1462, poi da Cesare Borgia nel 1498. Ogni battaglia ha lasciato segni nelle sue mura e nei suoi edifici. La fortificazione si trova oggi in ottimo stato di conservazione, e la sua visita offre uno spunto ideale per comprendere le dinamiche di potere che segnarono la Romagna nei secoli passati.
Imperdibile una visita a Pennabilli, piccolo borgo che si trova nel cuore della Valmarecchia, circondato da colline e montagne che offrono panorami straordinari sulla Romagna e le Marche. Il paese è famoso per la sua storia antica, che risale al Medioevo, quando fu fondato dai Malatesta. Le prime tracce della fortificazione di Pennabilli risalgono all’XI secolo, quando Giovanni della Penna, discendente della famiglia Carpegna, edificò il castello e diede inizio alla signoria malatestiana. Il Castello della Penna e la Rocca di Billi, originariamente separati, furono unificati nel 1350 in un unico borgo. La tradizione narra che i Malatesta avessero un forte legame con il territorio, e nel corso dei secoli la città fu oggetto di contese tra diverse dinastie, tra cui i Montefeltro e i Medici. Durante il periodo della Signoria malatestiana, Pennabilli divenne una città di grande importanza strategica, e le sue mura difensive furono ampliate e potenziate. Nel 1498, Pennabilli passò sotto il controllo dei Montefeltro, che costruirono le mura difensive che sono ancora visibili oggi. Nel 1518, il papa Leone X conferì a Pennabilli il titolo di città, segnando la fine del dominio malatestiano.
Ci si spinge quindi fino a San Leo: la Rocca di San Leo, con la sua posizione vertiginosa su uno sperone di roccia calcarea, è uno dei luoghi più straordinari e strategici della Romagna. La sua storia risale all’epoca romana, ma fu nel XIV secolo che venne trasformata in una fortificazione difensiva. Fu contesa per oltre un secolo tra i Malatesta e i Montefeltro, e la sua posizione dominante la rese un obiettivo fondamentale per entrambe le signorie. Nel 1441, Federico da Montefeltro incaricò l’architetto Francesco di Giorgio Martini di modernizzare le difese della rocca, adattandole alle armi da fuoco. Con la morte del Papa Alessandro VI, Cesare Borgia prese possesso della fortezza nel 1502, ma alla morte di Borgia, la Rocca tornò sotto il controllo dei Montefeltro. Oggi la rocca è famosa per il suo fascino storico e per la vista panoramica che offre sulla Valmarecchia e le valli circostanti. È anche un luogo di memoria, avendo ospitato patrioti risorgimentali come Felice Orsini. E anche dopo l’Unità d’Italia, la fortezza continuò a essere un carcere, funzione che mantenne fino al 1906.
La città di Rimini è il punto di partenza ideale per scoprire la Signoria dei Malatesta. Qui sorgono due dei simboli del loro potere: il Tempio Malatestiano e Castel Sismondo. Il Tempio Malatestiano è una delle opere più significative del Rinascimento italiano, commissionata da Sigismondo Pandolfo Malatesta come mausoleo per sé e per la sua famiglia. L’edificio, progettato da Leon Battista Alberti, si trova nel cuore di Rimini e rappresenta il culmine delle aspirazioni artistiche e politiche della famiglia malatestiana. La sua costruzione ebbe inizio nel 1450, ma fu lasciata incompiuta. All’interno del tempio si trovano numerosi capolavori d’arte, tra cui il rilievo di Agostino di Duccio e il sepolcro di Sigismondo, opera del celebre scultore, oltre al famosissimo affresco di Piero della Francesca che raffigura Sigismondo Malatesta in adorazione di san Sigismondo. Il Tempio Malatestiano non è solo una chiesa, ma un monumento alla grandezza della famiglia Malatesta (i loro stemmi e le loro imprese compaiono infatti ovunque), che ha influenzato profondamente il Rinascimento, ed è un fulgido simbolo delle aspirazioni di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Il Castel Sismondo, costruito tra il 1437 e il 1447 per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta, è uno dei capolavori architettonici che segnano il cuore di Rimini. Progettato sotto la supervisione di Filippo Brunelleschi, il castello univa funzioni residenziali e militari, ed è il simbolo del potere malatestiano. La sua maestosità si esprime attraverso le torri merlate, i bastioni e il fossato che lo circondano, rendendolo una delle rocche più impressionanti dell’epoca. Il castello fu sede del governo e della corte di Sigismondo e un centro nevralgico per la vita politica e culturale di Rimini. Dopo il declino della signoria malatestiana, il castello passò sotto il controllo della Chiesa e subì modifiche nel corso dei secoli. Oggi, ospita il Museo Federico Fellini, dedicato al celebre regista riminese, e offre al visitatore un’esperienza che fonde storia, arte e cinema.
Lasciando Rimini, ci si immerge nel fascino delle colline riminesi, punteggiate da castelli e rocche che raccontano di battaglie, intrighi e amori. Montefiore Conca si erge come uno dei baluardi più rappresentativi, con affreschi medievali e una vista splendida sulla Romagna. La Rocca Malatestiana di Montefiore Conca è uno dei luoghi più strategici dell’intero percorso: la fortezza fu costruita nel 1337 da Malatesta Guastafamiglia, un membro della famiglia che rivestì un ruolo importante nelle guerre di conquista contro i territori vicini. La rocca, che sorge su un antico sito fortificato, fu ampliata e potenziata nel XIV secolo, soprattutto grazie agli interventi di Sigismondo Pandolfo Malatesta. La struttura esterna è solida e ben visibile da lontano, con il caratteristico muro a scarpa che sorregge la rocca e le eleganti merlature ghibelline che la decorano. Al suo interno si trovano numerosi ambienti, tra cui un cortile circondato da poderose mura e torri, che nel corso dei secoli furono testimoni di conflitti e battaglie tra le signorie rivali. Ma è all’interno della rocca che si possono ammirare gli straordinari affreschi del XIV secolo commissionati da Galeotto Malatesta, con scene di guerra e ritratti di eroi del passato. Nel corso della sua lunga storia, la rocca ospitò numerosi personaggi illustri, tra cui Sigismondo di Boemia, i papi Gregorio XII e Giulio II, nonché diversi condottieri legati alla famiglia Malatesta. La sua importanza strategica la rese un punto nevralgico per il controllo delle terre circostanti, mentre oggi rappresenta una delle rocche meglio conservate e visitabili della Romagna.
Non lontano da qui, il Castello di Coriano fu fondamentale, nel Medioevo, per il controllo del territorio. La sua prima menzione risale al 1209, quando passò di proprietà dai Carpegna alla Chiesa di Ravenna. Tuttavia, il castello acquisì maggiore importanza a partire dal XIV secolo, quando nel 1356 la curia di Ravenna cedette il Castrum Coriliani alla Signoria dei Malatesta. Nel corso dei secoli, il castello subì numerosi ampliamenti e modifiche, con la costruzione di una nuova cinta muraria intorno alla metà del XV secolo. La struttura venne ulteriormente fortificata sotto il dominio dei Malatesta, che dotarono la rocca di nuovi bastioni e torri, rendendola una delle fortezze più solide della regione. Nel 1504, Coriano passò sotto il controllo dei Veneziani, ma l’occupazione fu breve, e nel 1512, dopo il saccheggio delle truppe spagnole che bruciarono parte delle mura, il castello fu ceduto a vari proprietari, tra cui la famiglia Sassatelli, che lo mantenne fino al 1579. Successivamente, il castello passò di mano e, nel 1672, fu danneggiato da un terremoto. Oggi, seppur restaurato, il Castello di Coriano conserva il suo aspetto medievale, e le sue mura raccontano secoli di storia. L’imponente struttura, con il suo mastio e le robuste mura difensive, non è solo un luogo di grande interesse storico, ma offre anche una splendida vista panoramica sulla campagna circostante. Oggi il castello è un simbolo del potere malatestiano nella zona e una tappa imperdibile per chi esplora la storia medievale della Romagna.
Altrettanto suggestivo è il Castello di Montegridolfo, situato al confine con le Marche, che conserva intatte le sue mura malatestiane e la Torre dell’Orologio. La sua costruzione risale al XIII secolo, quando la nobile famiglia dei Gridolfi lo scelse come propria dimora. Tuttavia, fu nel 1336 che la Signoria dei Malatesta si impadronì definitivamente del castello, dopo aver sconfitto il conte Nolfo da Montefeltro, che aveva cercato di consolidare il suo potere sulla zona. Nel 1500, il castello subì un’importante distruzione durante uno degli scontri tra le due signorie rivali, ma fu prontamente ricostruito. Con la fine della Signoria malatestiana e l’ascesa del potere dei Montefeltro, il castello passò sotto il controllo di Cesare Borgia e, successivamente, della Chiesa. Oggi, il castello di Montegridolfo si erge come uno degli esempi più affascinanti di fortezza medievale. Le sue robuste mura, la Torre dell’Orologio e le porte d’ingresso sono testimoni del suo passato come punto di difesa e di controllo strategico. Il castello conserva ancora intatto il fascino medievale, e la visita al suo interno permette di immergersi nell’atmosfera di un’epoca in cui ogni angolo del borgo aveva una funzione difensiva.
A brevissima distanza da Montegridolfo si trova Mondaino, la cui Rocca domina il paesaggio con la sua poderosa cinta muraria: questo castello, che gioca un ruolo fondamentale nella difesa dei territori malatestiani, fu potenziato e ampliato da Sigismondo Pandolfo Malatesta durante il suo governo. La struttura esterna è imponente, con una potente muratura a scarpa che supporta la rocca, e una serie di torri di difesa che offrono una vista panoramica sulla vallata sottostante. Il castello era un punto strategico per il controllo delle terre vicine e per il monitoraggio dei movimenti delle truppe nemiche. Sigismondo Pandolfo Malatesta ampliò la cinta muraria, aumentando il numero delle torri da sette a tredici, rendendo la rocca praticamente impenetrabile. Federico da Montefeltro, in una lettera, definì Mondaino come “luogo forte et importante, che a nessun patto può essere conquistato”. Oggi la rocca di Mondaino è un’importante attrazione turistica, e i visitatori possono esplorare il suo cortile, le torri e le sale interne. In una delle sale si ammira anche l’affresco con la Madonna del Latte di Bernardino Dolci, del XV secolo.
L’itinerario può proseguire poi verso il Castello di Meleto, situato nell’entroterra riminese, nel comune di Saludecio, un imponente esempio di fortificazione malatestiana. Con la sua posizione dominante sulle valli del Tavollo e del Foglia, il castello ha avuto un ruolo di fondamentale importanza durante il periodo medievale, quando il controllo di queste terre era essenziale per le Signorie rivali. La sua prima menzione risale al 1140, quando veniva annoverato tra i possedimenti della nobile famiglia dei Carpegna. Nel 1371, il castello fu acquisito dai Malatesta di Verrucchio, che lo trasformarono in una roccaforte difensiva. Nel corso del XIV e XV secolo, Meleto divenne un obiettivo di numerose lotte tra le Signorie della regione, tra cui i Montefeltro e i Malatesta. Il castello fu saccheggiato nel corso delle battaglie e in particolare subì danni durante gli attacchi di Niccolò Piccinino negli anni Venti del Quattrocento. Dopo la fine della Signoria malatestiana, Meleto passò sotto il controllo della Chiesa e, successivamente, fu incorporato nello Stato della Chiesa.
L’itinerario può essere completato con una visita al Castello di Albereto, che si trova nella località di Montescudo, al confine con la Repubblica di San Marino, in una posizione che offre una vista panoramica unica sulla Valconca e sulla costa adriatica. La fortificazione ha origini antiche, risalenti al XIII secolo, ma il castello che vediamo oggi fu ampliato e potenziato dai Malatesta nel corso del XIV e XV secolo, con l’aggiunta di mura più alte e robuste, caratterizzate da un fossato che un tempo la circondava. Il castello di Albereto faceva parte del sistema difensivo malatestiano, una rete di fortezze che si estendeva attraverso la Romagna per proteggere i territori della signoria e difendersi dalle incursioni dei Montefeltro e di altri nemici. Il castello fu coinvolto in vari conflitti, ma, grazie alla sua posizione strategica, riuscì a resistere agli assedi e a mantenere la sua importanza nel panorama politico dell’epoca. Nel corso dei secoli, il castello passò da una famiglia nobile all’altra e, nel XIX secolo, fu parzialmente ristrutturato. Oggi, il castello di Albereto è una destinazione molto apprezzata per chi vuole immergersi nel fascino medievale della Romagna, passeggiando tra le sue mura e visitando gli ambienti che una volta ospitavano la nobiltà locale.
La città di Cesena fu un altro importante centro del potere malatestiano. La Biblioteca Malatestiana, fondata da Domenico Malatesta, signore di Cesena, nel 1454, è l’unico esempio al mondo di biblioteca umanistica perfettamente conservata: una testimonianza straordinaria dell’intelletto e della cultura rinascimentale. La biblioteca è ancora oggi un importante esempio di architettura e cultura umanistica. La sua costruzione fu affidata a Matteo Nuti, discepolo di Leon Battista Alberti, e la biblioteca fu destinata ad ospitare l’archivio dei frati francescani. Oggi la Biblioteca Malatestiana è patrimonio dell’umanità e un gioiello architettonico che testimonia l’importanza della famiglia Malatesta nella diffusione della cultura e della conoscenza. Visitare la biblioteca è un’immersione in un’epoca di grandi trasformazioni, quando Cesena divenne uno dei centri più vivaci della cultura rinascimentale.
Sul Colle Garampo sorge invece la Rocca Malatestiana, che affascinò perfino Leonardo da Vinci per la sua ingegnosità architettonica. La Rocca di Cesena è uno dei luoghi più emblematici della Signoria malatestiana e si erge sulla sommità del Colle Garampo, che sovrasta la città di Cesena. La costruzione del castello iniziò nel 1380, su volere di Galeotto Malatesta, che intendeva rafforzare il controllo sulla città e sulle terre circostanti. La rocca divenne ben presto un centro di potere, residenza dei signori di Cesena e simbolo della grandezza malatestiana nella regione. La rocca fu ampliata e migliorata da Andrea Malatesta e Malatesta Novello, i successori di Galeotto, e fu completata nel 1477, anno in cui la Signoria dei Malatesta cedette il potere alla Chiesa, che prese il controllo della città. La rocca divenne un simbolo della lotta tra il potere civile dei Malatesta e l’autorità ecclesiastica, testimoniata anche dal fatto che Cesena e la sua rocca furono per lungo tempo teatro di contese tra i Malatesta e i rappresentanti papali. La rocca si distingue per la sua maestosità e le sue fortificazioni, che la rendevano praticamente impenetrabile. Durante il soggiorno di Leonardo da Vinci a Cesena nel 1502, il genio toscano ispezionò le difese della rocca e tracciò alcuni rilievi della sua cinta muraria, che sono oggi conservati presso la Biblioteca dell’Istituto di Francia a Parigi.
L’Abbazia di Santa Maria del Monte, che domina Cesena, è invece un luogo di pace e spiritualità. Fondata tra il 1001 e il 1027, l’abbazia divenne presto uno dei centri religiosi e culturali più importanti della regione. La sua posizione strategica, che domina la città di Cesena, fu determinante per il suo sviluppo come punto di riferimento per i pellegrini e i fedeli. Nel corso dei secoli, l’abbazia subì numerosi interventi, ma fu sotto il controllo dei Malatesta che conobbe una certa stabilità e prosperità. Nel 1177, l’imperatore Federico Barbarossa si fermò nell’abbazia durante il suo viaggio a Venezia, segnando l’inizio di una lunga serie di alleanze politiche tra i Malatesta e la Chiesa. Nel 1337, durante la guerra contro Cesena, l’abbazia fu assediata dalle truppe di Federico da Montefeltro, ma fu ricostruita nel corso dei decenni successivi, diventando un luogo di grande significato per la signoria malatestiana. Oggi, l’abbazia è un luogo di pace e spiritualità, con la cripta che ospita le reliquie di San Pier Damiani. La chiesa, con il suo stile romanico e gotico, e il chiostro sono testimonianze di un passato ricco di storia religiosa e culturale.
Il giro si può concludere a poca distanza da Cesena, al Castello di Montiano, le cui origini risalgono all’anno 895, quando la contessa Ingelrada e suo figlio lo donarono all’Arcivescovo di Ravenna. La sua posizione strategica, che sovraintendeva l’antica via Emilia, ne fece un obiettivo conteso nel corso dei secoli. Nel XIII e XIV secolo, il castello fu coinvolto in numerosi conflitti tra le città vicine e passò sotto il controllo della Chiesa, che lo gestì come proprietà diretta. Nel XV secolo, la contesa per il controllo del castello divenne più aspra, con l’ingresso dei Malatesta. Il Castello di Montiano divenne così un punto nevralgico della loro espansione. La sua posizione difensiva fu migliorata, e durante il periodo rinascimentale il castello subì una serie di modifiche per adattarsi alle nuove esigenze di guerra. Il castello passò di mano più volte, dalla Chiesa ai Veneziani, fino a Cesare Borgia, che nel 1500 occupò la rocca. Con la fine della Signoria malatestiana e l’avvento dei nuovi padroni, Montiano perse parte della sua importanza, ma il castello ha continuato a essere una parte fondamentale della storia locale. Oggi il castello è uno dei testimoni più fulgidi del passato medievale della regione.
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