L’isola di Ortigia costituisce la porzione più antica e autentica della città di Siracusa, rappresentando un nucleo urbano di dimensioni contenute, ma intriso di una profonda e complessa storia culturale. La trama storica di Ortigia si dispiega in un intricato racconto che abbraccia epoche e civiltà diverse. Sin dai tempi dell’età del bronzo, l’isola ha costituito un fulcro di scambi commerciali e culturali di rilevanza notevole per popolazioni quali i Greci, i Romani, i Bizantini, gli Arabi e gli Spagnoli. Oggi è una località dal carattere vibrante e caloroso, un luogo idilliaco per un soggiorno all’insegna di storia, cultura e riposo. Quest’isola è profondamente impreziosita da monumenti storici che narrano le epoche trascorse: dal sontuoso Duomo alla maestosa presenza del Tempio di Apollo, dalla suggestiva Fonte Aretusa al fascino austero del Castello Maniace. Ecco sei siti da vedere durante un soggiorno nel cuore di Siracusa, sull’isola di Ortigia.
L’elegante facciata barocca del Duomo di Siracusa, che si trova nella meravigliosa piazza del Duomo, una delle piazze più belle d’Italia con i suoi eleganti, bianchi palazzi barocchi, nasconde al suo interno il tempio di Atena, uno dei più celebri e meglio conservati monumenti di stile dorico in Sicilia. Questo tempio greco, che presenta ancora oggi molte delle sue colonne del peristilio e parti delle mura della cella, fu commissionato dal tiranno di Siracusa, Gelone, nel 480 a.c per commemorare la vittoria a Imera contro i Cartaginesi. Durante il VI secolo d.C. le sue parti furono incorporate in una chiesa, sovrapponendosi alla struttura templare originale. I Bizantini costruirono mura solide tra le colonne e aprirono otto archi sulle pareti della cella, trasformando così il tempio in una basilica cristiana a tre navate dedicata alla Vergine Maria. Successivamente, durante la dominazione araba nel IX secolo, l’edificio venne probabilmente utilizzato come moschea, mentre nel XII secolo, sotto il dominio normanno, tornò ad essere una chiesa cristiana. Oltrepassando la scalinata e le imponenti colonne doriche, ci si trova in un interno sobrio e solenne diviso in tre navate ospitanti diverse opere d’arte tra cui un dipinto raffigurante San Zosimo, attribuito ad Antonello da Messina.
L’edificazione del Tempio di Apollo risale ai primi decenni del VI secolo e rappresenta oggi il più antico esempio di architettura dorica presente in Sicilia. Anch’esso fu inizialmente convertito in chiesa paleocristiana, assumendo poi il ruolo di moschea durante il periodo arabo, per poi essere trasformato in basilica sotto il dominio normanno. L’architettura del Tempio di Apollo si distingue per la sua natura rivoluzionaria, poiché questa struttura segna un definitivo passaggio dallo stile costruttivo basato su strutture lignee a uno che abbraccia l’uso della pietra, in questo caso quella “giurgiulena”, come materiale predominante. Il tempio era composto da 46 colonne monolitiche, con sei colonne frontali disposte su due file e diciassette colonne laterali e la sua identificazione come luogo di culto dedicato ad Apollo è stata confermata grazie a un’iscrizione situata su un gradino del basamento orientale in cui si legge “Kleomede fece per Apollo (il tempio), il figlio di Knidieidas, e alzò i colonnati, opere belle”.
Palazzo Bellomo è un affascinante edificio storico situato nel cuore di Siracusa: tra i dei luoghi più importanti della città, rappresenta un tesoro di arte e architettura che affonda le radici nel passato glorioso di Siracusa. L’edificio fu costruito nel XIII secolo e successivamente subì diverse ristrutturazioni e ampliamenti nel corso dei secoli. Palazzo Bellomo deve il suo nome alla famiglia Bellomo, una delle famiglie aristocratiche che lo possedette nel corso della sua storia. L’architettura del palazzo presenta due distinte fasi costruttive, quella sveva e quella gotica, includendo elementi in vari stili che testimoniano l’evoluzione storica dell’edificio e della città stessa. Palazzo Bellomo ospita la Galleria Regionale, che ospita una vasta collezione di opere d’arte che abbracciano un periodo che va dal XII al XVIII secolo. Uno dei capolavori più celebri ospitati all’interno del palazzo è l’Annunciazione di Antonello da Messina. E poi, opere di Antonello Gagini, Francesco Laurana, Mario Minniti, Guglielmo Borremans e diversi altri. Palazzo Bellomo è, in sostanza, un gioiello storico che incarna la ricchezza artistica e culturale di Siracusa.
Nell’isola di Ortigia si apre uno specchio d’acqua cristallina chiamato la fonte di Aretusa: una sorgente d’acqua dolce che racchiude una particolare storia mitologica. Si narra, infatti, che Aretusa fosse una giovane ninfa, al servizio di Diana (dea della caccia e della natura selvaggia) e che un giorno, mentre si trovava presso un fiume in Arcadia, ella attirò l’attenzione del dio fluviale Alfeo, che se ne innamorò perdutamente. La fanciulla però non gradì tali attenzioni e, mentre scappava, chiese aiuto a Diana che trasformò la ninfa in una sorgente d’acqua. Alfeo, nonostante ciò, non si rassegnò mai fino a che gli dei ne ebbero pietà e Giove lo tramutò in un corso d’acqua sotterraneo che alimenta, anche oggi, la fonte Aretusa.
A pochi minuti a piedi dalla fonte di Aretusa si trova il castello Maniace fatto erigere da Federico II di Svevia come fortezza a protezione del porto e della città di Siracusa. Il progetto fu assegnato all’abile architetto Riccardo da Lentini, il quale completò questa magnifica opera tra il 1232 e il 1240. In omaggio alla memoria del valoroso generale bizantino Giorgio Maniace, noto per aver riconquistato la città dalle mani degli Arabi nel 1038, il palazzo fu battezzato con il suo stesso nome, divenendo il simbolo tangibile della vittoria e della forza di Siracusa. Esso si presenta come un robusto castello dalle forme quadrate con mura perimetrali e quattro torri cilindriche agli angoli. Le nicchie ai lati del portale furono progettate per contenere arieti di bronzo, mentre all’interno è presente una copia dell’unico ariete originale. Elementi decorativi raffinati, come sculture di leoni, un telamone e una possibile testa di Federico II, arricchiscono le nervature delle volte all’interno e le colonne in pietra calcarea, con basi poligonali e capitelli decorati, aggiungono ulteriore fascino tramite rappresentazioni di scene campestri, figure umane e serpenti.
Nel cuore di Ortigia si trova un antico Mikvè, un bagno rituale ebraico risalente al VI secolo d.C., considerato uno dei più antichi in Europa. Situato a 18 metri sotto il terreno e alimentato da acqua sorgiva, esso fu scoperto nel 1989 durante lavori di ristrutturazione del palazzo. Le sue vasche, i pilastri e le volte scolpite nella roccia svelano aspetti della vita comunitaria, inclusi riti e immagini al femminile. Il mikveh, infatti, ha sempre avuto il compito di rimuovere l’impurità rituale, legata al contatto con il sacro anziché al male e l’atto di immersione in queste acque rappresenta un rinnovamento necessario a ripristinare la purezza rituale. Il Mikvè di Casa Bianca è un prezioso patrimonio che offre uno sguardo profondo nella spiritualità e nelle tradizioni ebraiche. Questo luogo riesce a connettere il viaggiatore a un’antica comunità che ha onorato il mikveh come rituale di purificazione e rinnovamento spirituale.
La chiesa di Santa Lucia alla Badia è uno dei più interessanti luoghi di culto di Siracusa. Questa chiesa è celebre principalmente per aver ospitato fino al 2020 uno dei capolavori artistici più importanti del Seicento siciliano, il Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, poi tornato nella chiesa per cui fu dipinto, quella di Santa Lucia al Sepolcro nel quartiere Borgata. La chiesa ha una storia che risale al Quattrocento, anche se l’edificio attuale venne costruito tra il 1695 e il 1703, dopo che il terremoto del 1693 rase al suolo la costruzione precedente. La facciata rappresenta uno dei più interessanti prospetti barocchi della città, mentre l’interno, a navata unica, presenta scenografici altari del primo Settecento.
Elegante dimora storica situata in piazza del Duomo, Palazzo Beneventano del Bosco rappresenta un esempio straordinario di architettura barocca. Ricostruito dopo il terremoto del 1693 che aveva distrutto l’edificio precedente, di proprietà della famiglia Arezzo (da cui prende il nome l’attiguo Palazzo Arezzo della Targia), diventò nel 1778 proprietà dei Beneventano del Bosco. L’edificio si erge maestoso e imponente, con una facciata affascinante che cattura l’attenzione dei visitatori fin dal primo sguardo. Le balconate in ferro battuto, le finestre con cornici elaborate e le sculture ornamentali contribuiscono a creare un’atmosfera di raffinato splendore. L’interno di Palazzo Beneventano del Bosco è altrettanto affascinante. I suoi saloni eleganti sono impreziositi da stucchi e decorazioni d’epoca, rappresentando uno spaccato di vita aristocratica nel corso dei secoli. Il palazzo ha attraversato diverse fasi di restauri e conservazione, il che ha permesso di preservare il suo fascino originale e la sua bellezza storica.
La Chiesa di San Giovanni Battista, chiamata “chiesa di San Giovannello” dagli abitanti, è una delle chiese storiche di Siracusa: edificio di culto di origine medioevale, si mostra con la sua facciata risalete al 1380 (la chiesa venne costruita sui resti di una basilica paleocristiana del IV secolo). La facciata della chiesa è relativamente semplice, ma presenta elementi decorativi interessanti, come il portale quattrocentesco e il gradne rosone. La particolarità della chiesa è data dal fatto che l’interno è scoperto: per questa è stata a lungo utilizzata come teatro e auditorium prima di essere riaperta al culto.
Attuale sede del Municipio di Siracusa, Palazzo del Vermexio è un’imponente edificio storico, notevole esempio di architettura civile e amministrativa nel contesto della città e ha giocato un ruolo significativo nella storia locale, essendo stato sede del Senato cittadino e di altre importanti istituzioni fin da tempi antichi. Situato in piazza del Duomo e costruito nel XVI secolo, il Palazzo del Vermexio deve il nome all’architetto che lo costruì, Giovanni Vermexio. L’architettura del palazzo è caratterizzata da uno stile rinascimentale al pianterreno e dagli elementi barocchi del piano superiore, e presenta una facciata imponente con finestre ornate e dettagli architettonici che riflettono l’importanza e l’autorità dell’edificio. Il Palazzo del Vermexio ha subito diverse ristrutturazioni nel corso dei secoli, ma è riuscito a preservare gran parte del suo fascino storico e architettonico.
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