Lago di Mergozzo, cosa vedere: itinerario in 5 punti


Cosa vedere sul Lago di Mergozzo: un itinerario in 5 punti tra storia, arte e natura.

A poca distanza dal Lago Maggiore si trova il Lago di Mergozzo. Siamo in Piemonte, sulle Alpi Leopontine, e il Lago di Mergozzo è rinomato per le sue acque che sono tra le più pulite e limpide dei laghi europei. Il lago, che un tempo era parte del Maggiore, prende il nome dal comune che vi si affaccia, ha dimensioni sostanzialmente contenute (un chilometro per due e mezzo con 74 metri di profondità massima, con un perimetro di circa 6 km), ed è circondato da verdeggianti e boscose colline, monti e montagne (il Montorfano arriva agli 800 metri di altitudine, e poi la Val Grande con le sue cime da 1500 metri d’altezza, e i Corni di Nibbio), ed è meta privilegiata del turismo lento e all’aria aperta, relax e natura tra passeggiate, trekking e bicicletta ma anche tutti gli sport acquatici e la pesca (presenti cavedani, persici reali, agoni e carpe che raggiungono anche pesi sui 12 kg). Ma basta anche, semplicemente, ammirare il paesaggio su una sdraio a bordo lago. Il paese dà il nome a due venti: il Mergozzo e il Mergozzino (ampiamente classificati sui siti di amanti della Vela per le gite sul Lago Maggiore). Inoltre, tutto il marmo utilizzato per costruire il Duomo di Milano proviene da qui vicino: la cava di Candoglia, frazione di Mergozzo, da cui si estrae il marmo di Candoglia. Il granito bianco di Montorfano, altra località nei pressi del lago, lo troviamo invece in molte architetture piemontesi: a Torino ne sono pieni i portici e colonnati e il ponte sul fiume Po dedicato alla principessa Isabella di Baviera. Ecco cinque tappe per un’escursione sul Lago di Mergozzo.

1. Il borgo di Mergozzo

Case colorate in pietra a piani bassi e tetto spiovente: il borgo di Mergozzo si trova sulla sponda occidentale del lago con un bel lungolago da camminare, con le barchette disposte a ventaglio sulle secche a bordo della piazza Cavour. Qui c’è il simbolo di Mergozzo: un secolare olmo cavo al suo interno e ormai sorretto da pali in ferro ma ancora vivo e vegeto, è proprio il caso di di dire. I campeggi e le strutture attrezzate sono sul versante opposto, le spiagge di sabbia o di erba abbondano. Siamo a 214 metri sul mare, a cinque chilometri da Gravellona Toce, dodici da Stresa e trenta da Domodossola, a un’ora e 40 minuti da Torino, un’ora da Milano, a due passi dal lago Maggiore e a uno dal Lago d’Orta. Adatto quindi per essere raggiunto per un momento di svago e pieno di cose da vedere nei paraggi. Non mancano i ristoranti lungo tutto il periplo del lago con affaccio romantico e gli appuntamenti fissi in estate con le sagre di paese come “La Pesciolata” a base di pesce a luglio. La “fugascia” è invece la focaccia dolce tipica del posto. In paese sono presenti numerose chiese di notevole interesse: la chiesa romanica di Santa Marta risalente al XII secolo, la Beata Vergine Assunta, del Seicento, che racchiude al suo interno diverse opere d’arte tra cui la pala d’altare eseguita nel 1623 dal pittore novarese Carlo Cane, raffigurante la Madonna del Rosario con santa Caterina e san Domenico ai lati e il paese di Mergozzo.

Mergozzo e il suo lago. Foto di Alessandro Vecchi
Mergozzo e il suo lago. Foto di Alessandro Vecchi

2. Il Civico Museo Archeologico di Mergozzo

Da settembre 2004 a Mergozzo c’è anche un museo archeologico dove sono conservati resti preistorici trovati sui versanti del Montorfano, a terrazzamento: è il Civico Museo Archeologico di Mergozzo. A Mergozzo sono state rinvenute anche due necropoli, una lungo la via diretta al Lago Maggiore e l’altra verso l’Ossola, una fornace per laterizi in località Rubianco e un complesso sacro e un grande edificio in località Candoglia, dove ci sono le cave di marmo, granito verde, granito bianco. Oltre a reperti romanici che ne colsero l’utilità di insediamento vista la posizione strategica.

Il Civico Museo Archeologico di Mergozzo
Il Civico Museo Archeologico di Mergozzo

3. La chiesa di San Giovanni Battusta a Montorfano

Situata in località Montorfano, ai piedi dell’omonimo monte, la chiesa di San Giovanni Battista è sicuramente il più interessante edificio di culto dell’area del Lago di Mergozzo. Si tratta di una chiesa romanica, citata per la prima volta nell’anno 885, ma il cui attuale aspetto risale all’XI secolo. È stata costruita con il granito estratto dalle vicine cave e si presenta con interno a navata unica, chiuso in alto da volte a crociera, abside semicircolare e con una cupola ottagonale, sormontata da una lanterna. All’esterno, il perimetro è decorato con archetti pensili tipici del romanico lombardo. Presenti inoltre mensole che sostengono parti delle volte, che non poggiano su colonne ma su questi elementi all’interno delle pareti: si tratta di una particolarità rara nel romanico dell’Italia del nord.

La chiesa di San Giovanni Battusta a Montorfano
La chiesa di San Giovanni Battusta a Montorfano. Foto di Alessandro Vecchi

4. Il Sentiero Azzurro

Il Sentiero Azzurro, una antica mulattiera, è un percorso storico-ambientale con lunghi tratti lastricati e con muretti ai lati che si snoda tra i boschi lungo il versante orientale del Montorfano ed ha una fattibilità per tutte le tipologie di turisti (molto ombreggiato ma non adatto a passeggini). È lungo tre chilometri, con un dislivello di 150 metri, e dal borgo di Mergozzo si arriva al borgo di Montorfano in un’oretta. Qui c’è un piccolo tesoro di architettura romanica in mezzo allo sparuto gruppo di case presenti: è la chiesa di San Giovanni Battista. Poggia sulle fondamenta di un complesso battesimale paleocristiano che potrebbe essere considerato come la primitiva pieve di Mergozzo. Sul percorso ci sono zone per la sosta con panchine vista lago, e con pannelli informativi vengono spiegate la storia geologica dell’area e le tecniche di estrazione e trasporto del granito.

Il Sentiero Azzurro
Il Sentiero Azzurro. Foto Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli d’Ossola

5. La cascata del Toce

A un’ora e un quarto di macchina dal lago si può andare ad ammirare la Cascata del Toce, nel comune di Formazza, a 1675 metri di altitudine. Qui il Toce compie un salto alto 143 metri su una base di 60 partendo dai 20 in cima del reclinamento roccioso: una delle cascate più spettacolari delle Alpi. Dagli anni Trenta le acque del Toce vengono utilizzate per la produzione di energia ideoelettrica e per questo la cascata è visibile nella sua intera e naturale grandiosità solo in determinati, brevi, periodi dell’anno (per conoscerli si può consultare la Pro Loco o il sito del comune). Ma prima era stata decantata per tutta Europa. Richard Wagner, nel suo viaggio in Italia dalla Svizzera nel 1852 ne parlò come fascino di “prepotente bellezza”, ed ebbero parole per lei anche Gabriele d’Annunzio, Giosuè Carducci, De Saussure, Stoppani, la Regina Margherita, Vittorio Emanuele III, A dominare sul ‘salto’ c’è un albergo costruito nel 1923 in pieno stile Decò dall’architetto Piero Portaluppi, uno dei massimi esponenti di quello stile.

La cascata del Toce
La cascata del Toce. Foto Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli d’Ossola

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Andrea Laratta

L'autore di questo articolo: Andrea Laratta

Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.






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