Isola Santa, un borgo incantato dotato di un fascino talmente suggestivo da sembrare d’essere uscito dal pennello di un pittore impressionista o dalla fantasia di un romanziere, invece di essere frutto della fatica di una popolazione orgogliosa sempre vissuta a stretto contatto con la terra e i suoi cicli. Isola Santa si trova nel cuore delle Alpi Apuane, nel comune di Careggine, e per secoli è stata una tappa obbligate per le carovane e i pellegrini che dalla Garfagnana volevano raggiungere le coste della Versilia.
A 550 metri di altitudine sul livello del mare e completamente abbracciato dalla solenne bellezza delle montagne, Isola Santa appare ancora oggi con il suo aspetto rustico, con le sue case di pietre arroccate una sull’altra e al centro la chiesa di San Jacopo. A Isola Santa sembra quasi che il il tempo si sia fermato e poco importa se si sia in un angolo di Toscana, tanto vicino a spiagge e locali glamour o alle grandi città d’arte, quanto lontano dai grandi flussi del turismo di massa. Isola Santa è ora un gioiello che attende solo di essere svelato e scoperto a passo lento con lo sguardo perso all’orizzonte e il cuore rapito dall’atmosfera magica dei suoi stretti vicoli che trasmettono una tranquillità senza pari. Eppure la lunga storia di Isola Santa è stata tutto fuorché priva di cambiamenti e, in alcuni casi, autentiche rivoluzioni dalle quali però Isola Santa ne è sempre uscita con un volto nuovo, ma senza mai recidere le proprie radici.
Un primo, importante, spartiacque nella storia di Isola Santa è a fine XIX secolo quando, con l’apertura della galleria del Cipollaio, che collega Massa alla Garfagnana, quello che era sempre stato un luogo di passaggio e ricovero per viandanti comincia a perdere la propria centralità, ma è solo nel 1948 che il borgo di Isola Santa sarà completamente stravolto. Il corso del fiume Turrite Secca viene infatti sbarrato da una grande diga proprio ai margini del villaggio e nasce così il lago di Isola Santa le cui acque vanno a sommergere buona parte dell’antico centro abitato. Sembrerebbe la fine per Isola Santa e così, ma è da lì che la sua storia si rimette in moto, anche se con i ritmi lenti che sono propri della gente di montagna. Nei decenni successivi alla costruzione della diga gli abitanti cominciarono progressivamente ad abbandonare il paese che negli anni Ottanta era di fatto disabitato se non fosse per qualche pastore di passaggio. La bellezza di Isola Santa era però troppo grande per finire coperta dalle erbacce e restare patrimonio solo della memoria di qualche anziano e così, anno dopo anno, cominciò il lento recupero del borgo.
Oggi il lago di Isola Santa, le cui acque sono completamente balneabili, è una meta suggestiva che chiunque ami la vita all’aria aperta non può non conoscere, mentre il paese offre tantissime sistemazioni per chi è alla ricerca di una vacanza lontana dalla frenesia della città. Molte antiche case sono state recuperate con la tipica copertura dei tetti a lastre di pietra e il borgo è divenuto un vero e proprio albergo diffuso con la casa del pescatore bar ristorante a servizio dei numerosi pescatori che frequentano l’area a regolamento specifico per la pesca delle trote fario.
Isola Santa è però soprattutto un punto di partenza unico e imperdibile per chi vuole partire per la scoperta dei paesaggi unici delle Alpi Apuane e in particolare verso alcune vette celebri come il Corchia, il Freddone, il Penna di Sumbra e il maestoso gruppo delle Panie. Davvero affascinante è poi la visita alle vicine Marmitte dei Giganti, buche a forma di pentolone scavate dai fiumi in piena. Se ne vedono di enormi presso il Fosso del Fatonero e il Fosso dell’Anguillaia, mentre se si è fortunati si può assistere allo svuotamento del lago, calendarizzato una volta ogni dieci anni, dalle cui acque emergono alcuni edifici che facevano parte dell’antico borgo tra cui un mulino e un caratteristico ponticello in pietra.