Si pensa al Golfo dei Poeti e l’immaginazione corre subito agli splendidi borghi colorati che si affacciano sulle acque della Liguria di Levante, alle ripide scogliere che regalano panorami unici al mondo, ai letterati che di qui passarono (George Byron, Percy Shelley, David Herbert Lawrence giusto per citare i tre più famosi) e che hanno garantito al golfo della Spezia il soprannome con cui è noto ancor oggi, al mare azzurro, alle gite in battello tra Portovenere e le vicine Cinque Terre. Rispetto alle Cinque Terre, i borghi del Golfo dei Poeti sono però riusciti a mantenere intatta la loro anima più genuina e non sono ancora stati snaturati dal turismo di massa, un po’ perché meno famosi, un po’ perché più difficili da raggiungere (qui non arriva il treno: l’unica possibilità è scendere alle stazioni di La Spezia Centrale o di Sarzana e spostarsi poi coi mezzi su gomma o in bicicletta, se si è sufficientemente allenati per fare le salite). Chi avrà però la pazienza di arrivare qui scoprirà affascinanti borghi marinari fatti di stretti vicoli e caruggi dove i gatti saranno presenza costante e vi terranno compagnia, un patrimonio culturale intatto, una natura rigogliosa, un mare tranquillo e vivibile, piacevoli locali dove trascorrere le proprie serate mescolandosi ai locali che ancora frequentano borghi come Lerici, San Terenzo e Tellaro, senza ritrovarsi soli in mezzo ai turisti. Vi abbiamo convinto? Ecco dieci luoghi che dovete visitare se avete in programma una vacanza sul golfo dei Poeti.
Lerici è un po’ la capitale del Golfo dei Poeti. Cittadina di quasi diecimila abitanti contando anche le frazioni, si trova sulla costa di levante del golfo, a metà tra Sarzana e La Spezia. La parte antica è un caratteristico borgo di casette colorate, aggrappate alla collina dominata dall’imponente castello che oggi ospita il Museo Geopaleontologico del Castello di Lerici, dove si trovano reperti archeologici, soprattutto preistorici, che raccontano l’antichissima storia di queste terre. La parte più moderna è invece un’affascinante cittadina distesa lungo un’insenatura, il “seno di Lerici”, che offre splendidi panorami su tutto il borgo. Per una giornata al mare, si sceglie la spiaggia della Venere Azzurra. Chi invece vuole conoscere la storia e l’arte di Lerici, ricordando che già Dante la citava nella Divina Commedia (all’inizio del Purgatorio, di fronte alla montagna, per paragonare i pendii scoscesi del Purgatorio il Sommo Poeta fa riferimento proprio alla costa ligure: “Tra Lerice e Turbìa la più diserta, / la più rotta ruina è una scala, / verso di quella, agevole e aperta”), può visitare la meravigliosa Villa Marigola, o ammirare i dipinti di Domenico Fiasella e Domenico Piola nella chiesa di San Francesco (un bel dipinto di Fiasella è presente anche nella parrocchiale della frazione di Pugliola), o soffermarsi in un piccolo gioiello quale è l’oratorio di San Rocco. E poi ripartire da qui per scoprire le altre bellissime località del golfo.
Si trova a poca distanza da Lerici: partendo a piedi dal centro della sua vicina, ci si arriva con una tranquilla passeggiata di poco meno di mezz’ora, tutta sul mare. Piccolo borgo medievale di pescatori e marinai, si visita per i suoi scorci pittoreschi: imperdibile, alla sera, un aperitivo o un after-dinner in uno dei locali coi tavoli affacciati sul mare. E poi ci si spinge fino al Castello quattrocentesco, gestito dal Ministero della Cultura: una struttura antica, costruita per difendere il golfo dalle incursioni dei pirati turchi, che tanti visitano, in tutte le stagioni, anche per i sontuosi panorami che da qui si possono vedere. A fine Ottocento, soggiornò spesso a San Terenzo il grande pittore Arnold Böcklin, che era ospite di un pittore locale e, come tanti oggi, amava passeggiare tra Lerici e San Terenzo. Da vedere anche la seicentesca parrocchiale della Natività di Maria Vergine: all’interno dipinti di Giovanni Battista Carlone e Paolo Gerolamo Piola e una pala marmorea cinquecentesca del francese Domenico Gar.
Tappa obbligata se si raggiunge Porto Venere via terra. È un borgo marinaro che si trova sulla costa occidentale del Golfo dei Poeti: non ci troverete un solo turista, e vi potrete fermare per sorseggiare un caffè o una bibita fresca davanti al suo porticciolo, con affaccio sulla costa orientale del golfo. A poca distanza da qui si trovano la Fortezza di Varignano, che anticamente, quando questa zona dipendeva dalla Repubblica di Genova, era un lazzaretto, mentre oggi è base della Marina Militare, e la Villa Romana del Varignano, edificio risalente al I secolo a.C., villa romana collegata a una proprietà agricola. Accanto alla villa è stato allestito anche un Museo Archeologico, che dipende dal Ministero della Cultura.
Porto Venere (scritto anche Portovenere) è uno dei borghi più famosi della Liguria. Conta poco più di tremila abitanti ed è celebre soprattutto per la sua Palazzata, l’insieme colorato di edifici a più piani, costruiti tutti attaccati l’uno all’altro sulla marina per scopi difensivi, e oggi in grado d’offrire al visitatore che qui arriva per la prima volta un colpo d’occhio difficile da reperire altrove. Luogo amatissimo da poeti e pittori, frequentato, assieme a Lerici, durante il Grand Tour, attira i visitatori anche per la presenza di uno dei monumenti religiosi più antichi della regione, l’abbazia di San Pietro, che ha origine nel V secolo ma adesso si presenta nelle forme gotiche assunte nel corso del XIII secolo: celeberrimi i suoi marmi bianchi e neri, il campanile che domina il borgo, la loggia romanica del IX secolo con le quattro arcate che si affacciano sul mare, la chiesa il cui interno riprende il motivo bianco-nero dell’esterno. Non è l’unica delle vestigia medievali rimaste a Porto Venere: da visitare anche il Santuario della Madonna Bianca, costruito tra XI e XII secolo in stile romanico, che conserva un’immagine della Vergine ritenuta miracolosa. Sulla sommità del colle che sovrasta Porto Venere si può visitare anche il Castello Doria, una delle più imponenti architetture militari che la Repubblica di Genova costruì nella Liguria di Levante. Gli amanti della natura non potranno perdere gite in barca, magari per visitare la Grotta Azzurra o la Grotta di Byron.
Ci si arriva in traghetto da Porto Venere o da La Spezia. Assieme alle altre due isole, il Tino e il Tinetto, fa parte dell’arcipelago spezzino, ed è la più grande isola della Liguria. È anche parte del Parco delle Cinque Terre, ed è Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1997. In passato è sempre stata un rilevante avamposto militare: ce lo ricordano il Forte Cavour, situato sulla sommità dell’isola, e la Torre Umberto I (che nel secondo dopoguerra fu anche carcere militare). La Palmaria in passato è stata anche sfruttata per le sue risorse minerarie: dalle sue falesie si estrae, in quantità limitate e controllate, il pregiato marmo Portoro, noto anche come “marmo di Porto Venere”, un bellissimo marmo nero e brillante con venature dorate, che non ha eguali al mondo, e si trova soltanto qui, in alcune aree del Monte Carpione (il promontorio che costituisce il limite orientale del Golfo dei Poeti), e su alcuni versanti dei monti alle spalle della Spezia. La Palmaria è meta gettonatissima da chi vuole una vacanza naturalistica: l’isola è infatti ricca di spiagge, boschi, grotte e calette.
Borgo situato all’estremità orientale del Golfo dei Poeti, è forse il più tranquillo dei paesi che vi si affacciano, quello che assieme alle Grazie ha meglio conservato la sua anima genuina: pochi locali, tutti frequentati dagli abitanti, silenzio per gli stretti e ripidi vicoli (che in certi passaggi diventano scalinate), rumore del mare. Ci si arriva soltanto da Lerici: il borgo, a picco sul mare, si sviluppa attorno alla marina (un minuscolo porticciolo dove sono ricoverati gozzi e canoe), con le case e i palazzi costruiti sugli scogli. Vale lo stesso per la chiesa di San Giorgio: vuole la leggenda che nel Seicento un polpo abbia sventato nottetempo un attacco di pirati saraceni arrampicandosi sul campanile e suonando ripetutamente la campana, svegliando gli abitanti di Tellaro che ebbero la meglio sugli invasori. Per riconoscenza... il polpo è diventato il piatto tipico del borgo (c’è anche un’apposita sagra, nel mese di agosto, dedicata all’intelligente cefalopode). Da non perdere il piccolo, seicentesco oratorio di Santa Maria in Selàa, che domina il mare aperto. E imperdibile è anche una passeggiata nei portici di Sottoripa, un lungo porticato dove il sole difficilmente arriva anche nelle ore centrali della giornata: la galleria fu costruita nel Medioevo, in pietra, per scopi difensivi.
Non si tratta propriamente di un borgo, va pensato più come un agglomerato di case lungo la strada che da Lerici conduce a Tellaro: ci si sofferma qui per le sue spiagge, molto amate da chi frequenta il Golfo dei Poeti. A inaugurare la fortuna di questo luogo, celebre per le sue vedute meravigliose e i suoi spettacolari tramonti sul mare, è stato David Herbert Lawrence: il grande scrittore soggiornò nel “villino rosa” tra il 1913 e il 1914, diventando anche amico dei solitamente diffidenti abitanti del luogo. Si arriva alle spiagge parcheggiandosi lungo la strada che unisce Lerici e Tellaro e percorrendo i ripidi sentieri che, inoltrandosi tra i pini che spuntano lungo tutto il litorale, si gettano sul mare.
Frazione del Comune di Arcola, non si trova esattamente sul golfo dei Poeti, ma sulle propaggini che immediatamente lo precedono: da Lerici ci si arriva in dieci minuti. Borgo assolato che si trova sulla sommità di una collina, al termine di una strada che sale dalla località di Romito Magra, è preceduto dalla parrocchiale di San Michele Arcangelo, dentro alla quale si trovano opere d’arte degne di nota come il cinquecentesco san Rocco di Domenico Gar (opera del 1524) e la pala di Filippo Martelli del 1634. A Trebiano Magra risiedette a lungo la scrittrice Helène de Beauvoir, sorella di Simone de Beauvoir (quest’ultima ha parlato di Trebiano in alcuni suoi racconti). La cima del colle attorno a cui si sviluppa il borgo (le case sono disposte lungo tre strade parallele che via via salgono) è dominata dalla mole del Castello dove una leggenda vuole che sia nascosto il manoscritto della Divina Commedia. C’è però un fondo di verità: Dante soggiornò davvero in questi luoghi, quando nel 1306 fece da mediatore nell’ambito della pace tra i Malaspina e i Vescovi di Luni, firmata al Castello della vicina Castelnuovo Magra.
Non si può terminare una visita al Golfo dei Poeti senza aver fatto tappa nei due borghi che sorgono sul Monte Caprione: Montemarcello e Ameglia. Le origini del primo, frazione del secondo, si perdono nella notte dei tempi: Montemarcello è citato per la prima volta nel 1286 come “Mons Marcelli” e aveva una forte rilevanza strategica dal momento che da qui, dalla sommità del Caprione, si domina un buon tratto di costa. Oggi è invece luogo di soggiorni e villeggiatura: ci si arriva da Lerici o dalla vicina Bocca di Magra (che si trovano alle pendici dei versanti opposti del Caprione), è meta prediletta dei cicloamatori soprattutto d’estate per via della strada larga e ben asfaltata ma impegnativa, e si fa notare per i suoi bei panorami. Da visitare la chiesa di San Pietro, che accoglie, oltre a una pala marmorea di Domenico Gar del 1529, una delle opere più antiche di questa zona, il trittico trecentesco con la Madonna tra i santi Pietro e Giovanni Battista, opera tardogotica attribuita a Pietro da Talada.
Antichissimo borgo sul Caprione, sorge su di un’area abitata fin dalla preistoria (poco più a valle si trova infatti una necropoli preromana dei Liguri Apuani, risalente al IV-III secolo a.C., e visitabile). Ameglia conserva ancora il suo impianto medievale, con stretti caruggi ed edifici in pietra addossati l’uno all’altro. Nella parte alta, si erge il Castello che si distingue per il suo torrione circolare: è stato a lungo sede del Comune mentre oggi ospita eventi culturali. La parrocchiale di San Vincenzo ospita una bella tela di Francesca Martelli Prandini, pittrice seicentesca, figlia di Filippo Martelli, e un’ancona marmorea di Domenico Gar del 1527. La facciata neomedievale risale invece ai primi del Novecento.
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