Poco lontano da Siena, a breve distanza dalla periferia della città, in direzione sud-est, ci s’imbatte in un paesaggio caratteristico, quasi lunare: sono le Crete Senesi, la vasta area caratterizzata da ampie zone di terreno brullo e argilloso (da cui il nome), costituito dal “mattaione”, un’argilla mista a salgemma e gesso risalente a milioni di anni fa. Un paesaggio unico in Italia: splendidi panorami, ampie zone dove non crescono piante (un’area collinare da queste parti è addirittura nota come il “deserto di Accona”, anche se non si tratta propriamente di un deserto), formazioni spettacolari come i calanchi, le balze e le biancane, i tipici rilievi a forma di cupola che si presentano bianche per la presenza in superficie di grandi quantità di sale. Il paesaggio delle Crete Senesi è estremamente vario: non di rado infatti ci s’imbatte anche in grandi prati verdi, piccoli boschetti, oppure ci s’imbatte in qualche borgo che sorge sulla sommità di una collina. È una delle aree più belle e anche meno note della Toscana: un viaggio da queste terre lascerà a chiunque lo compie il ricordo indelebile di una terra che non ha eguali. Ecco le 10 tappe di un itinerario tra le Crete Senesi che vi suggeriamo e che non potete mancare.
Secondo la leggenda, la cittadina di Asciano venne fondata da Ascanio, figlio di Remo e fratello di Senio a cui il mito attribuisce invece la fondazione di Siena. Le origini dell’insediamento in realtà sono molto più antiche: già nell’età del bronzo infatti le terre su cui sorge Asciano erano abitate. È uno dei borghi più caratteristici delle Crete Senesi e si presenta ancora con il suo impianto medievale. Il suo centro storico, dominato dalla Torre della Mencia, ha una straordinaria concentrazione di opere d’arte: una visita può partire dal Museo di Palazzo Corboli, dove si trovano due capolavori unici come il trittico di Badia a Rofeno di Ambrogio Lorenzetti e l’affresco dei trecenteschi senesi Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero che presenta un’iconografia rarissima, quella della Ruota di Barlaam, e dove è possibile ammirare opere di Giovannii Pisano, Francesco di Valdambrino, Matteo di Giovanni, Giovanni di Paolo e altri grandi artisti della scuola senese. Imperdibile poi una visita alla Collegiata di Sant’Agata con la bellissima pala di Francesco Vanni e alla chiesa di San Francesco che custodisce frammenti di affreschi tardo gotici.
Si fatica un poco ad arrivare fino a qua, perché si trova nel mezzo del paesaggio brullo delle Crete Senesi, a poca distanza da Asciano, ma la vista che si ammira dal Site Transitoire ripaga del percorso sterrato fatto per raggiungerlo. Si tratta di un’opera di Land Art realizzata dallo scultore francese Jean-Paul Philippe (Altfortville, 1944), che vive e lavora tra Parigi e Siena, ed è una delle più interessanti opere d’arte contemporanea a cielo aperto che si trovino in Toscana. Sorge su una collina tra le località di Leonina e Mucigliani ed è una struttura di pietra che dialoga con la luce e con il sole. “L’ombra di questo mobilio di pietra”, racconta l’artista, “tracciava al suolo la sua passeggiata grazie alle apparizioni della Luna e del Sole. Nel solstizio d’estate è nell’appiombo della finestra che il disco solare sparisce, mentre brillano la prima stella e le luci di Siena”. Opera eseguita in dialogo col paesaggio che la accoglie, è visitabile sempre, tutti i giorni e a tutte le ore.
Siamo sempre nei pressi di Asciano: immersa in un bosco si trova la meravigliosa e poco nota Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, fondata da san Bernardo Tolomei nel 1313, in un luogo solitario (esattamente come lo è oggi: l’abbazia è infatti lontana da tutto e tutti, immersa nella più totale tranquillità). I religiosi che ancor oggi vivono qui osservano la regola benedettina, imposta ai monaci di Monte Oliveto fin dal 1319. Si possono visitare molti spazi: la Biblioteca Monumentale, la quattrocentesca chiesa che oggi si presenta con le sontuose decorazioni barocche e con il pregiatissimo coro intagliato e intarsiato tra il 1503 e il 1505 da fra’ Giovanni da Verona, il museo che accoglie opere di artisti senesi di ogni epoca, e soprattutto lo spettacolare chiostro monumentale, capolavoro del Rinascimento, con i celebri affreschi di Luca Signorelli e del Sodoma che da soli valgono una visita a questo luogo splendido e incontaminato, se non addirittura un viaggio nelle Crete Senesi.
Piccola cittadina che sorge in un’area pianeggiante al centro della Val d’Arbia. Il nome lo indica comme “Luogo Felice” (“Bonus Conventus”, appunto), e si presenta come borgo fortificato che conserva ancora ampie porzioni delle sue mura. Buonconvento si sviluppa attorno alla strada principale, via Soccini, lungo la quale si snodano i vicoli che ancora conservano il loro aspetto medievale: al centro di via Soccini si trovano il Palazzo Podestarile con la Torre dell’Orologio (è ben riconoscibile anche per via degli stemmi dei podestà che governarono il borgo in antico), e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove si trova una bellissima Madonna col Bambino di Matteo di Giovanni. Smpere su via Soccini, nell’antico Palazzo Ricci Soccini, si trova il Museo d’Arte Sacra della val d’Arbia, fondato nel 1926: tra le sue sale è custodito un capolavoro di Duccio di Buoninsegna, la Madonna di Buonconvento.
Questa amena cittadina termale ha conosciuto in tempi recenti una discreta fama, nonostante le sue piccole dimensioni. Rapolano Terme conta infatti soltanto due stabilimenti termali (le Terme San Giovanni e le Terme Antica Querciolaia), ma i suoi paesaggi stupendi e le tante strutture ricettive immerse nel verde l’hanno resa una meta particolarmente popolare. Tra un bagno e l’altro, è possibile visitare, nel borgo di Rapolano Terme, l’arcipretura di Santa Maria Assunta dove si trova una Madonna del Latte trecentesca (attribuita a Paolo di Giovanni Fei) oltre a tavole del Cinque e del Seicento, mentre poco fuori dalla frazione di Serre di Rapolano si trova la piccola pieve romanica di Sant’Andreino. Merita una visita anche l’antico borgo medievale di Serre, noto per le antiche cave di travertino. Qui si trovano anche la chiesa dei Santi Lorenzo e Andrea con opere di trecenteschi senesi, e il Museo dell’Antica Grancia e dell’Olio, che racconta la vita contadina di queste terre.
Monteroni d’Arbia è una cittadina di tradizioni agricole (si trova infatti nella piana situata immediatamente sotto le Crete Senesi), che si sviluppò tra il Duecento e il Trecento. Fortemente legata a Siena (le proprietà dei suoi terreni si dividevano infatti tra le nobili famiglie cittadine e l’ospedale di Santa Maria della Scala), Monteroni d’Arbia è la porta d’ingresso verso la parte meridionale della provincia di Siena e verso la Val d’Orcia. Da vedere la pieve dei Santi Giusto e Donato nel borgo oltre a quelle nel territorio, su tutte le due pievi di San Giovanni Battista a Ville di Corsano e a Lucignano d’Arbia. Da vedere anche la singolare Cappella Pieri Nerli, costruzione ottocentesca in stile neogotico immersa nella campagna.
Non ha un nome effettivo, ma ormai è noto come il “Viale dei Cipressi”: è un sentiero da cartolina (la sua foto è infatti tra quelle più associabili alle Crete Senesi), che si sviluppa con andamento sinuoso a partire dalla Strada Provinciale 60 fino all’Agriturismo Baccoleno. L’ingresso è chiuso da un cancello elettrico (è infatti una strada privata), ma dalle colline vicine si possono scattare delle belle immagini. Naturalmente chi è ospite dell’agriturismo può portare a casa una fotografia... direttamente sotto i cipressi.
Piccolo borgo di poco più di mille abitanti, Trequanda si trova al confine tra le Crete Senesi e la Val d’Orcia: ha origini antichissime (si pensa infatti che lo strano toponimo sia di derivazione etrusca) e si sviluppa sotto la massiccia rocca, nota anche come il Castello Cacciaconti dal nome della famiglia che qui risiedette in antico. Da vedere la chiesa dei Santi Peitro e Andrea con la singolare facciata a scacchiera, realizzata con conci di tufo e travertino alternati, che incorniciano un portale rinascimentale. Nei dintorni del borgo sono tanti gli oliveti: il territorio di Trequanda è infatti parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio e l’olio che si produce da queste parti è uno dei migliori della Toscana.
Oggi frazione di Montalcino, San Giovanni d’Asso, che fu comune autonomo fino al 2016, è un borgo fortificato situato lungo il torrente Asso, che gli dà il nome. Si trova nella zona meridionale delle Crete Senesi, al confine con la Val d’Orcia, ed è noto soprattutto per il tartufo, simbolo del borgo, che ha anche un museo dedicato, il Museo del Tartufo che ha sede nel Castello. Da visitare anche la pieve di San Giovanni Battista, la principale chiesa del paese, con opere di artisti della scuola senese del Seicento come Ventura Salimbeni e Rutilio Manetti, e la bella chiesa romanica di San Pietro in Villore, appena fuori dal borgo, un tempo decorata con sontuose opere d’arte come il Trittico di Ugolino di Nerio oggi conservato agli Uffizi.
Un borgo piccolo ma delizioso che si trova a circa sette chilometri da Asciano, non distante da Monte Oliveto Maggiore: si visita in poco tempo date le sue dimensioni, ma è noto soprattutto per i paesaggi meravigliosi che da qui si vedono. Lo stesso borgo di Chiusure, che si sviluppa attorno alla mole della Rocca Tolomei, si erge sopra i calanchi, sulla sommità di una delle colline più alte delle Crete Senesi, e da qui, oltre che dalle strade che si percorrono per arrivare a Chiusure, si domina tutto il paesaggio delle Crete. Chi vuole dunque vedere alcuni tra i panorami più belli di tutto il territorio deve arrivare qua.
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