La Garfagnana, ovvero l’alta Valle del Serchio, corrisponde alla zona più settentrionale della provincia di Lucca, stretta tra le Alpi Apuane da una parte e l’Appennino Tosco-Emiliano dall’altra. Tra le sue montagne, ricche di boschi di castagno, e che arrivano fino a toccare i 2.054 metri d’altitudine del monte Prado, la vetta più alta di tutta la Toscana, si celano borghi ricchi di storia che continuano anche nella Media Valle del Serchio, ovvero la zona che va dalle città nei dintorni di Lucca fino ai primi paesi della Garfagnana. Spesso le due zone vengono confuse, in ragione del fatto che Media e Alta Valle non hanno soluzione di continuità, e che la storia delle città che si trovano in questo territorio è sempre stata legata a quella della Garfagnana, anche se sono esistiti periodi in cui Alta Valle e Media Valle erano divise (in particolare, la Garfagnana era dominio degli Estensi, mentre la Media Valle era della Repubblica di Lucca, con la significativa eccezione di Barga, il centro più popoloso della zona, che dal Trecento fino all’Unità d’Italia fu dominio fiorentino. Quali sono i borghi più belli da vedere in questa splendida zona della Toscana? Ne abbiamo selezionati dieci.
Città di poco più di cinquemila abitanti, è storicamente il capoluogo della Garfagnana, abitato fin dall’Alto Medioevo: è però a partire dal XIV secolo che diventa uno dei principali centri della zona. Dapprima posta sotto il dominio della Repubblica di Lucca, a partire dal 1429 diventò città del Ducato di Ferrara. Gli Estensi la resero il capoluogo della provincia della Garfagnana e da allora Castelnuovo Garfagnana conobbe un rapido sviluppo. A Castelnuovo risiedette Ludovico Ariosto quando venne inviato dal duca Alfonso I d’Este per governare questo territorio. Prende nome da lui la Rocca Ariostesca, la fortezza che lo ospitò nel periodo in cui il poeta fu governatore della Garfagnana. Da vedere, nel bel centro storico di Castelnuovo, il Duomo dei Santi Pietro e Paolo, di origine medievale ma rimaneggiato durante il Rinascimento, che conserva opere toscane del Cinquecento, il Loggiato Porta al pianterreno del Palazzo Comunale, la Porta di Castruccio, le mura.
Aggrappata a un contrafforte montuoso che domina il fiume Serchio, Castiglione di Garfagnana, è un borgo medievale circondato di boschi di castagni e faggi. Di origine romana (“Castrum Leonis”), era uno dei principali centri della Repubblica di Lucca, perché in posizione strategica per il controllo della strada che conduceva al passo di San Pellegrino e quindi ai territori modenesi: il suo aspetto austero si deve anche al fatto che questo borgo murato era in antico un’exclave lucchese nella Garfagnana estense. Le possenti mura, complete di torrioni, di Castiglione Garfagnana sono la sua principale attrazione. La porta più importante, Porta Ponte Levatoio, col suo nome ricorda come si entrasse in città nei tempi antichi. Da vedere il castello medievale e la bella chiesa dei Santi Pietro e Michele, di aspetto romanico, anche se restaurata a più riprese, soprattutto nel Settecento: il suo interno conserva una Madonna col Bambino trecentesca e un ciborio della scuola di Matteo Civitali. Da Castiglione si può prendere la provinciale che va verso Modena e visitare il borgo di San Pellegrino in Alpe, situato a oltre 1.500 metri d’altitudine, il paese abitato più alto di tutti gli Appennini, che gode peraltro di una particolarità unica: il borgo appartiene amministrativamente a due Comuni (Castiglione di Garfagnana e Frassinoro), due diverse province (Lucca e Modena) e due regioni diverse (Toscana ed Emilia-Romagna).
Antico borgo medievale e rilevante centro della Garfagnana estense, si trova in un territorio anticamente abitato prima dai liguri apuani e poi dai romani. Si trova nel suo territorio comunale la Fortezza delle Verrucole, uno dei castelli più importanti della Toscana settentrionale, edificato nel Rinascimento dagli Estensi, e recentemente restaurato per essere aperto al pubblico (si può visitare anche l’Archeopark, che offre ai visitatori una ricostruzione storica di un antico villaggio della Garfagnana: è anche possibile farsi coinvolgere nelle attività). Nel borgo si visita la chiesa di San Romano Martire, che si presenta esteriormente con la sua facies barocca: l’interno presenta una statua lignea, seicentesca, raffigurante san Romano.
Minucciano si trova in una delle zone più aspre e impervie della Garfagnana, stretta a fianco delle Alpi Apuane, ma il paesaggio che si ammira da questo borgo ripaga del viaggio. Attorno, boschi a perdita d’occhio, e nell’antichissimo borgo (questa zona era abitata già in epoca preistorica: basti pensare che qui sono state ritrovate alcune statue stele, segno che nel territorio di Minucciano vivevano i liguri apuani) si visita la pieve di San Lorenzo, citata per la prima volta nel 1148, che si fa notare per la sua facciata romanica a salienti (sebbene il portale sia seicentesco). Da Minucciano è poi possibile fare delle escursioni al vicino lago di Gramolazzo, una delle mete preferite per le gite in montagna degli abitanti delle province di Lucca e Massa-Carrara, e al borgo di Gorfigliano, situato alle pendici del Monte Pisanino, dove si trova il Museo dell’Identità dell’Alta Garfagnana, che racconta come si viveva in queste terre in tempi antichi.
Frazione del Comune di Villa Collemandina, Corfino è un grazioso borgo di montagna, con case medievali in pietra strette attorno alla chiesa di San Lorenzo, e dominato dalla mole della Pania di Corfino, l’imponente montagna che svetta tra le alture comprese nel Parco Naturale dell’Orecchiella, uno dei più belli della Toscana: Corfino è la base per visitare il parco, con lunghe escursioni tra i suoi boschi rigogliosi.
Barga (leggi qui un approfondimento) è la città più popolosa della Media Valle del Serchio, e di conseguenza è il più vivo centro di questa zona della Toscana. Si trova in un territorio abitato fin dalla Preistoria, ma probabilmente l’odierna Barga nasce attorno al X secolo. Contesa nel Medioevo tra Lucca e Pisa, a partire dal 1341 fu sotto Firenze, e vi rimase fino all’Unità d’Italia, ragion per cui l’elegante centro storico di Barga ha un aspetto insolito per questa zona: la città conobbe infatti importanti trasformazioni urbanistiche durante il Rinascimento, epoca durante la quale furono avviati cantieri di importanti palazzi in stile rinascimentale, come Palazzo Pancrazi, oggi sede del Comune, Palazzo Bertacchi-Cordati, Palazzo Balduini, Palazzo Angeli. Risale invece al Basso Medioevo il Palazzo del Podestà, e ancor più antico è il Duomo di San Cristoforo, edificato prima dell’anno 1000. È l’edificio di culto più grande e importante della zona: in stile romanico-gotico, è uno scrigno di arte medievale, dal momento che conserva un rilievo attribuito a Biduino raffigurante un miracolo di san Nicola, uno splendido pulpito dei primi del Duecento attribuito alla scuola di Guido Bigarelli, una trecentesca croce dipinta, e la colossale statua di San Cristoforo, patrono della città, della fine del XII secolo. Barga fu anche luogo di residenza di Giovanni Pascoli, che dedicò alla città la celebre poesia L’ora di Barga: nella frazione di Castelvecchio è possibile visitare la sua casa-museo.
Borgo tra i più ameni della Media Valle del Serchio, Coreglia Antelminelli (leggi qui un approfondimento), di origini medievali, è famosa per i “figurinai”, ovvero gli artigiani che anticamente producevano statuine di gesso, che un tempo si potevano vedere ovunque per le strade del paese, e poi emigrarono in massa verso gli Stati Uniti dove esportarono questo singolare prodotto (anche Giovanni Pascoli parlò dei figurinai emigrati in America nel suo poemetto Italy), la cui storia viene oggi ripercorsa nel ricco Museo della Figurina di Gesso e dell’Emigrazione, aperto nel 1975 a Palazzo Vanni. Si passeggia poi per le vie lastricate in pietra del centro storico, tra sontuosi palazzi e abitazioni più modeste, fino ad arrivare alla chiesa di San Michele, dell’XI secolo (anche se l’interno è stato rinnovato tra Sette e Novecento): sono qui custoditi un crocifisso ligneo del XV secolo, una cinquecentesca statua di san Michele in marmo, e due sculture gotiche in marmo, del Trecento, che raffigurano l’Annunciazione.
Situata a una ventina di chilometri da Lucca, Borgo a Mozzano si trova lungo le rive del Serchio, e il suo centro storico, che consta di tre strade principali (via Roma, via Umberto I e via della Repubblica) che scorrono una dopo l’altra senza soluzione di continuità, tra grandi palazzi rinascimentali e seicenteschi, ha una forma oblunga, e parte dal celeberrimo Ponte della Maddalena, noto anche come Ponte del Diavolo (un ponte dell’XI secolo, ricostruito poi nel Trecento e rimaneggiato nel Novecento per farvi passare la ferrovia Lucca-Aulla, famoso per la sua peculiare forma a schiena d’asino, che tocca i 95 metri d’altezza: una grande impresa ingegneristica per l’epoca), fino alla chiesa della Madonna dei Ferri. Più o meno al centro di questa lingua di palazzi lunga un chilometro si trova la chiesa di San Jacopo, dove si trovano una terracotta invetriata di Andrea della Robbia e una di Benedetto Buglioni, oltre a una statua lignea di Matteo Civitali. Il Museo Civico accoglie reperti archeologici, opere e oggetti antichi che narrano la storia del territorio. Da vedere anche il convento di San Francesco, ben conservato, con gli affreschi di Domenico Manfredi.
Centro termale noto fin dall’antichità romana, fu luogo di bagni nelle sue preziose acque anche nel Medioevo, e già nel Rinascimento Bagni di Lucca diventò luogo di villeggiatura (i nobili di Lucca nel Cinquecento cominciarono a costruire qui le loro dimore extraurbane), ma la sua fama esplose nell’Ottocento, quando Bagni di Lucca diventò meta di turismo internazionale: si trovava qui il primo casinò del mondo, aperto nel 1713 presso lo Stabilimento Jean Varraud, mentre aprì nell’Ottocento la prima casa da gioco non annessa a uno stabilimento termale, il Casinò di Bagni di Lucca, oggi divenuto museo. Attualmente la fama di Bagni di Lucca non è più quella di un tempo, ma sono rimasti attivi numerosi centri termali, e c’è anche tanto da vedere, a partire dal famoso Ponte delle Catene, costruito nel 1860 su progetto di Lorenzo Nottolini, e poi la Cappella Demidoff, la chiesa inglese, il Palazzo Buonvisi e molto altro.
Ha origini medievali e aveva in antico un’importante funzione difensiva dal momento che Pescaglia, che era sotto la Repubblica di Lucca, confinava con la Castelnuovo Garfagnana estense. Nel centro si visita la chiesa dei Santi Pietro e Paolo che ha un massiccio campanile romanico, e appena fuori da Pescaglia di grande interesse sono la pieve romanica di San Giovanni Battista a Monsagrati, la chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano a Gello, e il caratteristico borgo di Colognora di Pescaglia, con le sue case e le sue strade in pietra, scelto da Spike Lee come set per il suo film Miracolo a Sant’Anna. Si trova a Colognora il Museo del Castagno, aperto nel 1985 per valorizzare il prodotto che più rappresenta questo territorio, e per raccontarne tutta la storia e tutta l’economia che fin dai tempi antichi girava attorno al più prezioso frutto dei boschi.
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