Quanto del valore spirituale del viaggio a Roma in devoto pellegrinaggio può trasformarsi in turismo spensierato e mantenere inalterato il suo valore? Quanto è stimabile parlare di ‘turismo’ associandolo al cammino penitenziale da intraprendere nell’anno giubilare per vedere rimessi i propri peccati? La sede della cristianità – e l’Italia intera per chi viene dell’estero – d’altronde è un tesoro di bellezze artistiche da poter ammirare e scoprire, musei da visitare, e una città, Roma, da vivere. Chi coglie l’occasione di arrivare fino a San Pietro per chiedere l’indulgenza plenaria si può concedere una vista ai Musei Vaticani oppure ai Fori Imperiali o una passeggiata in Piazza di Spagna? È quello che sperano albergatori e operatori della cultura e del turismo che per questo 2025 si sono preparati per accogliere schiere di fedeli multilingua sperando in una onda lunga che prosegua, e semmai si rafforzi, anche negli anni successivi (come successe per il Grande Giubileo dell’anno 2000, quando ci fu un leggerissimo incremento di presenze nel corso dell’Anno Santo rispetto al 1999, ma ci fu un più 17 per cento nel 2001). Certo sarebbe una domanda da porre a chi il Giubileo lo organizza, ma proviamo a dare uno sguardo da profani a come è partito a più di un mese dall’apertura della porta santa.
Domandiamoci innanzitutto perché serve andare a Roma: il motivo è che il pellegrinaggio giubilare verso le quattro Porte Sante delle Basiliche papali maggiori di Roma è una delle condizioni per ottenere la grazia dell’indulgenza plenaria durante il Giubileo. Insieme al cammino e alla preghiera, tra le altre condizioni vi sono, come si sa, l’“accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e della Santa Eucarestia e la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre”.
Finestre sull’Arte si era già occupata della vera e propria scelta di marketing voluta dall’organizzazione con la realizzazione di una ‘mascotte’ del Giubileo al pari di grandi manifestazioni sportive come le olimpiadi, chiamandola Luce e raffigurante una ragazza dai lineamenti simili a quelli di un cartone animato giapponese. E così dunque accanto a rosari e cartoline con l’effige del Papa abbiamo gli official store del Giubileo che vendono prodotti da moderno merchandising. Qualche esempio: nei pressi del Vaticano il pupazzo di Luce, di stoffa, costa 25 euro ma al momento non è disponibile perché è andato esaurito per due volte, mentre si può ancora trovare il presepe in stile manga giapponese al costo di 15 euro. Ma la scelta è ampia e c’è il sito ufficiale per gli acquisti online del licenziatario esclusivo S4Giubileo srl: abbiamo un’altra versione di Luce “in morbido poliestere” (alla faccia dell’eco-friendly) in offerta speciale di 37,50 euro (costo pieno 44,90, tipici prezzi da volantino di supermercato acchiappaclienti) dove la descrizione del prodotto spiega che Luce è “la tua amica del Giubileo 2025! Questa tenera mascotte, disegnata da Simone Legno, è pronta ad illuminare le tue giornate! Realizzata in morbido poliestere, con ricami dettagliati e alta 25 cm, è il compagno perfetto per ogni avventura. Luce è più di un semplice peluche: è un simbolo di speranza e gioia!”. I più tradizionalisti noteranno il messaggio: Luce, nome privo di declinazione maschile o femminile, è prima chiamata “amica” e poi “compagno”. Non è un caso che i colori arcobaleno del rosario al collo siano quelli della bandiera Gay Rainbow e che il designer è stato autore di una serie di gadget per il Gay Pride di Roma. Poi, dal momento che si deve parlare ai giovani ci sono anche gli accessori per telefonino: è il caso dei “PopSocket Luce” in “resistente acrilico” che viene definito “Funzionale” e pure “divertente” nella sua descrizione, che continua: “Scopri il PopSocket in acrilico di Luce, la mascotte del Giubileo 2025! Realizzato in resistente acrilico, ti offre una presa sicura e ti permette di utilizzare il tuo smartphone in modo più comodo. Il design colorato e divertente di Luce lo rende un accessorio indispensabile per tutti i fan del Giubileo”. I pellegrini non ci sono più, bisogna fare largo ai fan per 12,90 euro.
Si arriva poi alle spille “Charm Luce” in metallo anch’esse esaurite, dal costo di 8,90 euro. Vengono descritte come “Un gioiello per il tuo stile! Questa spilla di Luce è un vero e proprio gioiello per tutti i fan del Giubileo 2025. Realizzata in lega di zinco resistente e con finiture lucide, è un accessorio di alta qualità. Con i suoi circa 2-2,5 cm di diametro, è la dimensione perfetta per essere notata” (alla faccia della vanità). Esaurito anche il segnalibro in zinco a 14 euro e 90. Ci sono gli adesivi poi a 7 euro, i portachiavi 6 euro. Poi c’è tutto l’abbigliamento e gli accessori brandizzati con il logo del Giubileo, dalle magliette non proprio economiche (14,90 euro) ai cappellini (2,30), dagli zaini (24,90) alle felpe (39,90), dalla bandana (8,90) alle tazze, dalla borraccia (11,90) al rosario a bracciale (5,90) al braccialetto di silicone colorato (9,90), che sono ordinabili con personalizzazione del proprio gruppo o parrocchia.
L’ipotesi che ognuno dei 32 milioni di fedeli in arrivo lungo il colonnato del Bernini acquisti almeno uno di questi oggetti sta alla base del piano di raccolta fondi straordinario pensato dietro alla logica della Mascotte e della linea di oggettistica con il logo. Su via della Conciliazione hanno aperto l’infopoint, gestito dal dicastero per la Nuova evangelizzazione, e lo sportello della basilica di San Pietro. Nel primo si possono ricevere tutte le informazioni su Roma e Giubileo e si possono comprare i souvenir. Anche nell’official area della basilica vaticana poco distante – come spiega La Repubblica – si possono acquistare i gadget e poi prenotare visite guidate arricchite ora da un percorso immersivo realizzato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. A pagamento.
Ai classici libri e rosari quindi si accompagnano, come forma di finanziamento, il merchandaising moderno e gli sponsor. Che sul sito ufficiale del giubileo vaticano vengono chiamati supporters: Unipol, cioè la compagnia assicurativa delle cooperative rosse dell’Emilia – Romagna (...un tempo ci sarebbe stata semmai ‘Cattolica Assicurazioni’) Deloitte, Drivalia, Urban vision, WindTre, Secure Future Group, EniLive, LC Mobili per l’Europa, Beko Europe. Quest’ultima, azienda turca che produce elettrodomestici con vari marchi (Ariston, Indesit, Whirpool, Grundig…) al centro delle cronache per la decisione di chiudere degli stabilimenti in Italia lasciando a casa centinaia di lavoratori. Le iniziative di fundraising e gestione aziendalistica anzi si sono rese necessarie per via dei conti della piccola città stato che non sono più come una volta.
Certo, alla presentazione di Luce da parte di monsignor Fisichella e della direttrice dei Musei Vaticani è stato spiegato che l’icona è un veicolo moderno per raggiungere i giovani nell’evangelizzazione, ma è anche l’oggetto giusto da declinare in più forme per renderli dei souvenir da portare a casa. Non è più il tempo delle indulgenze ricevute dietro pagamento diretto, d’altronde, l’oggettistica è il modo contemporaneo ed accettabile per continuare nella pratica. Un modo in più per il sostentamento della chiesa dopo che con Bergoglio sono calate notevolmente le donazioni dell’Obolo di San Pietro. L’anno di maggior raccolta fu il 2006, l’anno successivo all’elezione di Papa Benedetto XVI. Con Papa Francesco tra il 2015 e il 2019, ad esempio, la raccolta è diminuita del 23%. La Repubblica, che ha avuto modo di visionare l’ultimo bilancio della Santa Sede, scrive che le donazioni più cospicue arrivano a Roma “dalle Chiese più ricche (Stati Uniti, Italia, Germania, Spagna e Corea del Sud) e quelle versate al Papa dai fedeli di tutto il mondo tramite l’Obolo di San Pietro. Nel 2023 nelle casse dell’Obolo sono entrati 48,4 milioni (erano 43,5 nel 2022) ma, attingendo alle riserve, ne sono usciti 90 per sostenere la Curia”.
Per quanto riguarda il fronte degli hotel, intervenendo all’evento organizzato da Federalberghi Roma, l’Albergatore Day, il presidente di Federalberghi Benabò Bocca ha detto che “Quest’anno deve essere un anno di investimenti per il turismo perché noi non ci aspettiamo un 2025 scoppiettante sopra il 2024. Deve essere un investimento perché tutto vada bene e in giro per il mondo vada un’immagine di una Roma meravigliosa, affinché poi negli anni a venire si possano raccogliere i frutti dell’investimento di quest’anno”.
Il presidente degli albergatori romani, Giuseppe Roscioli, segnala come il boom per adesso non si sia visto con tassi “di occupazione finora leggermente inferiori rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso” ma “restiamo ottimisti per i prossimi mesi, contando sul fatto che a partire dalla primavera sono in programma gli eventi giubilari di maggiore richiamo”. Gennaio “è infatti tradizionalmente bassissima stagione per Roma ed il Giubileo richiama sempre un turismo che in larga parte non predilige le strutture alberghiere”.
Grandi aspettative dunque sulle persone in arrivo con una propensione alla spesa, non il pellegrino che viaggia povero e mangia con un panino portato da casa: le aspettative sono quelle della vacanza associata al passaggio della Porta Santa. Tra un anno vedremo.
L'autore di questo articolo: Andrea Laratta
Giornalista. Amante della politica (militante), si interessa dei fenomeni generati dal turismo, dell’arte e della poesia. “Tutta la vita è teatro”.