È Ronciglione il “Borgo dei Borghi” 2023: il paese in provincia di Viterbo si aggiudica quest’anno la gara che ogni anno, tradizionalmente nel giorno di Pasqua, mette in competizione venti borghi italiani (uno per regione) su Rai Tre nell’ambito della fortunata trasmissione Kilimangiaro. Ronciglione, il candidato per il Lazio, trionfa davanti a Sant’Antioco (Sardegna) e Salemi (Sicilia) e nell’albo d’oro segue Soave, che aveva vinto nel 2022. La gara, cominciata il 23 ottobre 2022, ha previsto dapprima una votazione del pubblico, e poi il giudizio della giuria dei tre esperti (lo storico dell’arte Jacopo Veneziani, il geologo Mario Tozzi e la chef Rosanna Marziale. Ha vinto il borgo che ha ottenuto la percentuale più alta nella sommatoria tra i voti espressi direttamente dal pubblico da casa, attraverso il “web voting”, e quelli della giuria degli esperti.
“Un’emozione grandissima ed un altro importante riconoscimento che si aggiunge a quello dei Borghi più belli d’Italia e alla risonanza mediatica e turistica di cui ha goduto la nostra città negli ultimi mesi”, ha dichirato il sindaco Mario Mengoni. “Questo traguardo sarà un’ulteriore spinta a prepararci al meglio alla stagione estiva che si avvicina, facendoci forti della nostra accoglienza e delle nostre numerose bellezze”.
Arroccato sulle colline meridionali dei monti Cimini, Ronciglione è uno dei principali centri della Tuscia. Citato per la prima volta nel 1103, il borgo fu probabilmente fondato nell’XI secolo (la data di fondazione potrebbe essere il 1045). A partire dal 1526 entrò in possesso dei Farnese che la tennero fino al 1649 e sotto i quali trascorse il suo periodo di maggior splendore conoscendo un’importante espansione urbanistica: sono di questo periodo alcune delle principali attrazioni del borgo come la Fontana Grande, Porta romana, la chiesa della Pace, il Palazzo della zecca ne sono un esempio. È invece barocco il Duomo del 1671: all’interno si trova un altare in marmi policromi con una pala di Giuseppe Ghezzi raffigurante la Madonna del Rosario, e poi ancora un trittico quattrocentesco di un pittore viterbese, una tela dell’Assunzione, una statua lignea di san Bartolomeo, patrono di Ronciglione.
Non si sa da dove derivi il nome: probabilmente dal fatto che l’abitato sorge su una rupe tondeggiante (rotondus o rondus cilio, da cui “Ronciglione”). Per secoli è stato uno dei centri più attivi della zona, sede di manifatture in cui si lavorava il ferro, la carta, la ceramica. È stato inoltre iportante centro tipografico, specialmente nel Seicento (qui furono stampate per la prima volta la Secchia rapita di Alessandro Tassoni e l’Aminta di Torquato Tasso), oltre che letterario, essendo peraltro sede di numerose accademie (quella dei Desiderosi, l’Accademia Cimina, l’Accademia Erculea e altre). Infine, nel 1728, assunse il titolo di Città sotto papa Benedetto XIII.
Per il suo centro medievale ben conservato, Ronciglione è stata teatro di innumerevoli film e serie televisive (tra i tanti basti citare L’armata Brancaleone). Tra i principali monumenti da visitare, l’antica Rocca, che fu sede dei Farnese, il Palazzo Comunale, la Fontana Grande, il seicentesco Duomo dei Santi Pietro e Caterina disegnato da Carlo Rainaldi, l’antichissima chiesa di Sant’Andrea di cui rimangono i resti, la chiesetta romanica di Sant’Eusebio, la scenografica Santa Maria della Provvidenza, e la Porta Romana fatta costruire nel 1618 da Odoardo Farnese, una sorta di simbolo del borgo. Da visitare anche la Casa museo della Venerabile Mariangela Virgili, dove visse la terziaria carmelitana sulla quale è in corso un processo di beatificazione. Immancabile poi, nei dintorni, una passeggiata al vicino Lago di Vico.