Il ministro della cultura Dario Franceschini si è apertamente schierato contro il boicottaggio della cultura russa, affermando che la posizione dell’Italia, in questo senso, è contraria a qualunque azione che restringa la possibilità di rappresentare prodotti culturali della Russia. Lo ha detto ieri durante la presentazione del suo libro Con la cultura non si mangia (La Nave di Teseo), uscito proprio nella giornata dell’11 aprile nelle librerie.
“Quando si è dentro un’emergenza”, ha detto Franceschini, “quando si vede l’orrore che ci entra nelle case, diventa tutto difficile e gli animi si accendono. Io però credo (e questa è la posizione che noi abbiamo assunto) che quando c’è una presenza del governo russo la rifiutiamo (la Triennale di Milano ha escluso i russi, la Biennale di Venezia non avrà il padiglione russo), ma da qui ad arrivare a non ospitare o rappresentare opere di artisti russi... non c’entra, bisogna mantenere un equilibrio. Sabato sono stato a Procida per la Capitale italiana della Cultura con il presidente Mattarella: nel suo discorso ha sempre parlato di governo russo, non ha detto neanche ‘Russia’. Perché è chiaro che noi dobbiamo valorizzare tutto ciò di libero, di spontaneo e di diverso che c’è. È coltivare la libertà”.
Franceschini, durante il suo intervento, ha espressamente citato il caso del Teatro Comunale di Ferrara, dove la scorsa settimana è stata annullata una rappresentazione de Il lago dei cigni di Čajkovskij, sostituito con Chopin. Il caso però è nato non per un’iniziativa del teatro contro la cultura russa, ma per tutelare i ballerini ucraini che dovevano prendere parte alla rappresentazione e che rischiano di subire conseguenze in patria: le istituzioni culturali dell’Ucraina hanno infatti diffidato i ballerini ucraini dal prendere parte a iniziative assieme a colleghi russi, o a ballare sulle note di musiche russe.
Franceschini: no al boicottaggio della cultura russa |