Cosa farà il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in avvio di mandato? Il titolare del Collegio Romano ha esposto giovedì, in audizione davanti alle Commissioni Cultura di Camera e Senato, le sue linee programmatiche. Un’ora e mezzo d’intervento per parlare di temi di estrema importanza: il PNRR, l’assunzione di nuove leve al Ministero, l’estensione dell’Art Bonus, le detrazioni per le spese in cultura. Vediamo nel dettaglio.
Sul PNRR, afferma Sangiuliano che “ci può far fare un salto di qualità e di quantità nella gestione dei nostri beni. Ho il dovere di portare avanti il PNRR così come è stato configurato nelle sue grandi linee, se sarà possibile aggiustare qualche piccola cosa noi faremo qualche aggiustamento, ma l’impianto principale va preservato e va portato avanti, altrimenti il rischio è quello di perdere i fondi”. Sangiuliano ha indicato come priorità assoluta “l’attuazione degli investimenti del PNRR, rispettando i tempi e gli obiettivi previsti. Non possiamo infatti perdere le risorse destinate alla cultura e all’Italia nel suo complesso. Una doverosa premessa: si tratta di un piano messo a punto dai Governi che ci hanno preceduto, con alcuni contenuti che mi sento di sottoscrivere ed altri che invece destano alcune perplessità, soprattutto in sede attuativa”. Secondo il ministro, “tutti gli investimenti previsti dal Pnrr sono entrati in piena attuazione, in quanto sono state già espletate le procedure di ricognizione e individuazione degli interventi a titolarità del MiC. Sono state già espletate le procedure di valutazione delle domande presentate a seguito di avvisi pubblici ai fini della selezione di soggetti attuatori pubblici non statali (in prevalenza Enti locali) e di soggetti privati. Alcuni Avvisi pubblici sono attualmente aperti o sono in corso di valutazione le domande pervenute ed altri Avvisi sono di imminente pubblicazione. Tutti i traguardi previsti alla data del 30 giugno 2022 sono stati conseguiti e sono stati superati positivamente i primi audit effettuati dal MEF”.
Sempre in relazione al PNRR, ma sul tema Recovery Art, ovvero il piano di creazione di depositi per gestire i beni culturali durante le emergenze, ha detto Sangiuliano che “il progetto prevedeva la realizzazione di tre di questi siti nelle ex centrali nucleari di Caorso, di Bosco Marengo e del Garigliano. Dalle verifiche effettuate con Sogin, tuttavia, sono state rilevate, quanto a Caorso, condizioni non compatibili con progetto. È stato perciò individuato un sito alternativo a Palmanova. Su questo intervento sarà possibile conseguire notevoli risparmi, da utilizzare a copertura dell’incremento generale dei prezzi, per quanto riguarda il sito da realizzare nell’ex caserma Cerimant di Roma, per il quale erano state stanziate risorse anche ad altri fini. Per informazione, il quinto sito è quello di Casermette in provincia di Macerata”.
Per quanto riguarda le nuove assunzioni, il ministro ha dichiarato: “Ho appena sottoscritto un decreto ministeriale, in corso di registrazione, per aggiornare la pianta organica del ministero. Secondo questo provvedimento l’organico di diritto nazionale ammonta a 18.854 unità, suddivise tra 323 unità dell’area operatori, 12.944 dell’area assistenti e 5587 dell’area funzionari. L’organico di fatto, tuttavia è di gran lunga inferiore e si ferma a 10984 unità, ben 7870 in meno rispetto a quanto previsto: abbiamo 230 operatori (-93), 7650 assistenti (-5294) e 3104 funzionari (-2483). Le procedure assunzionali autorizzate o avviate porteranno, di qui al 2024, 3633 unità in più, 2394 delle quali rientrano nell’area assistenti e 1157 nell’area funzionari. Un incremento importante ma non risolutivo. Oltre a questi, verranno assunti 82 dirigenti, tra tecnici e generalisti. Allo stato attuale, nel Ministero, i dirigenti di ruolo nella seconda fascia sono solo 69 su 192: l’obiettivo è riportare l’attribuzione degli incarichi alla fisiologica appartenenza ai ruoli dirigenziali, limitando il ricorso a figure esterne ad alcuni casi specifici. (Nella prima fascia i dirigenti di ruolo nella stessa fascia, sono invece 6 su 27 ma molti di questi incarichi sono attribuiti fisiologicamente a dirigenti della seconda fascia). Occorre perciò riportare l’organico del Ministero ad una consistenza adeguata. Inoltre, dobbiamo rendere attrattivo il lavoro presso gli uffici, i musei, le biblioteche, le soprintendenze, garantendo un livello retributivo adeguato alla preparazione e alle funzioni svolte dal personale, in gran parte costituito da specialisti di grande valore. Ad oggi invece non è così e molti vincitori di concorso addirittura rinunciano ad assumere servizio”. Sempre sul tema del lavoro, un passaggio dell’intervento è stato dedicato anche al precariato degli artisti: “Occorre aumentare il senso di sicurezza sociale di quello che è per sua natura un lavoro precario. Lo Stato deve farsi carico di una maggiore sicurezza sociale e previdenziale per gli artisti, per essere al passo con l’Europa”.
Molto discussa l’idea di aprire nuovi musei per accogliere le opere dei depositi (“potremmo pensare a un ‘Uffizi 2’ a Firenze o in un’altra città della Toscana o addirittura sul fronte internazionale come ha fatto il Louvre di Parigi, o possiamo pensare che il Museo archeologico di Napoli abbia un secondo spazio a Palazzo Fuga. Sarebbe un’opera utile”, ha detto il ministro). Quanto invece al tema valorizzazione dei musei, apertura ai privati: “è necessario un sistema misto pubblico-privato per uscire dall’inerzia e dare la massima concretizzazione alle potenzialità culturali della Nazione, aprendo, valorizzando e promuovendo ogni spazio museale, monumentale e archeologico. Un momento condiviso con associazioni ed enti al fine di promuovere la cultura, dove la proprietà e la redditività siano pubbliche ma integrate con il settore privato allo scopo di moltiplicare l’offerta e coinvolgere il privato in una manutenzione di alto livello qualitativo secondo le convenzioni stipulate”.
Tra i temi discussi, anche la possibile introduzione di un biglietto a pagamento per il Pantheon (“Il sito statale più visitato, con 9 milioni 330 mila visitatori nel 2019, non è un museo a pagamento, ma il Pantheon, tuttora ad ingresso gratuito. Un accordo del 2016 con la Diocesi di Roma aveva previsto l’introduzione di un biglietto d’ingresso di soli due euro, nel pieno rispetto delle funzioni di culto del luogo, che da millequattrocento anni è anche una chiesa: quell’accordo, che avrebbe potuto portare risorse preziose per il restauro di questo e di altri monumenti, non è mai stato attuato. e potrebbe essere attuato”) e la necessità di combattere il sovraffollamento delle città d’arte, che “stanno patendo da anni un abbandono dei residenti e una capillare trasformazione del proprio tessuto edilizio in strutture destinate alla ricettività turistico-alberghiera, nelle diverse forme (B&B, appartamenti, alberghi, hotel di lusso, eccetera) accompagnate da forme di occupazione per usi commerciali di spazi pubblici del tutto improprie in relazione ai valori storico artistici degli stessi. La facilità di mobilità introdotta con i voli low-cost, con i treni, con le navi e in macchina, portano ogni giorno migliaia di turisti che frequentano solo i luoghi iconici delle città, procurando un sovraffollamento di alcuni siti monumentali che si stanno rivelando dannosi ai fini della conservazione del patrimonio culturale. È dunque necessario individuare e condividere con le istituzioni locali e le comunità strategie e soluzioni preventive”.
C’è poi il tema del riscaldamento globale: “Con riferimento ai cambiamenti climatici, il manifestarsi di eventi climatici estremi dovuti al riscaldamento del pianeta ha avuto effetti dannosi anche sul patrimonio culturale, in particolare su quello monumentale e archeologico. È necessario perciò delineare il quadro conoscitivo e definire programmi di manutenzione, adattamento e protezione adeguata e duratura dell’ambiente costruito nel suo complesso. Il concetto di ambiente, infatti, non va limitato all’ambiente naturale, ma esteso all’ambiente creato dall’uomo, che reca i segni della nostra civiltà e, al pari di quello naturale, va protetto e difeso”.
Quanto invece al discorso Art Bonus, Gennaro Sangiuliano ritiene “urgente e necessario l’estensione dell’Art Bonus al settore privato (Istituti culturali, Fondazioni e imprese), ampliando la platea dei beneficiari del credito fiscale”. Il ministro ha parlato anche di dimore storiche (“La tutela dell’enorme patrimonio architettonico, storico e culturale rappresentato dalle dimore storiche richiede azioni precise quali politiche di defiscalizzazione per gli interventi e la creazioni di nuove reti di attrazione turistica”), di rievocazioni storiche (“Dobbiamo aprire e aiutare le associazioni legate alle rievocazioni storiche, capaci di valorizzare il passato e la vita delle nostre città d’arte. La rievocazione è un momento per promuovere i territori e le tradizioni. Il Fondo per la Rievocazione Storica deve espandere la sua quantità”) e di cultura come strumento di diplomazia (“L’Italia è una super-potenza culturale che ha nel suo patrimonio e nelle sue più varie espressioni culturali uno straordinario strumento di diplomazia internazionale. Dobbiamo metterlo a frutto per affermare e promuovere la nostra identità all’estero e contribuire allo sviluppo socio-economico della Nazione. Lo dobbiamo fare nei forum multilaterali di cui siamo orgogliosamente parte, dall’Unione Europea all’UNESCO, al G7/G20. E nei rapporti bilaterali, a cominciare da quelli con i nostri alleati europei e atlantici per abbracciare poi tutti i quadranti regionali, in cui possiamo contare sulla potenza evocativa del nostro eccezionale patrimonio culturale. In ambito UE lavoreremo per rafforzare il coordinamento delle politiche culturali dei paesi membri nell’ambito del “piano cultura 2023-2026” alla cui approvazione ho partecipato personalmente martedì. Sarà nostro compito quello di valorizzare le comuni radici storiche, religiose e sociali e promuovere i valori comuni tenendo sempre presente, quando necessario, la tutela dell’interesse nazionale. Collaboreremo con le istituzioni comunitarie per dare piena, rapida ed efficace attuazione alla dimensione “cultura” del nostro piano nazionale di ripresa e resilienza. E in generale per cogliere tutte quelle opportunità di sviluppo, di lavoro e di formazione per i nostri operatori della cultura che derivano dai finanziamenti Ue”).
Un tema particolarmente importante è quello della detrazione dei consumi culturali: “Previa attenta valutazione degli effetti economici, che devono andare a vantaggio anzitutto del consumatore finale, si può pensare di introdurre nel sistema fiscale un meccanismo di detrazione delle spese per l’acquisto di beni e servizi culturali assieme all’abbassamento dell’IVA su alcuni di questi prodotti. Ciò nella consapevolezza che l’industria dell’arte e della cultura in Italia mettono in moto una filiera produttiva e un numero di addetti ai lavori molto importante”. E sempre in materia fiscale, Sangiuliano ha parlato di tax credit per i videogiochi: “L’industria del videogioco in Italia rappresenta un settore altamente specializzato in ambito tecnologico, artistico e nel campo del design, con circa 2 miliardi di indotto. Un prodotto culturale che assume centralità soprattutto in questa fase di intervento pubblico nei processi di digitalizzazione dei beni. Si può pensare a un rafforzamento del tax credit per l’industria dei videogiochi ora previsto dal Ministero della Cultura, aumentandone la capienza”.
Un ultimo passaggio, infine, per musica e cinema, partendo dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) che cambierà nome e verrà denominato “Fondo Nazionale per le Arti Performative”, e per il quale verranno rivisti “i meccanismi normativi che riguardano l’iter di approvazione dei progetti e l’erogazione dei contributi. Occorre da un lato aumentare i controlli preventivi e successivi su effettivo utilizzo del FUS e, dall’altro, modificare i parametri in ottica premiante. Attualmente il FUS premia la quantità e non la qualità. Inoltre possiamo affermare che premia il passivo degli enti. L’ottica dovrebbe essere diametralmente opposta: più sei in grado di reperire fondi diversi da quelli pubblici e più la gestione è virtuosa, più deve essere premiata. Operatori del settore e importanti centri di ricerca, fra cui il prestigioso Istituto Bruno Leoni, affermano che l’erogazione dei fondi del FUS sia viziata da un’assegnazione impropria. Il problema non riguarda spesso la carenza di fondi, ma l’efficacia stessa del sistema nel quale si sono stratificate consuetudini discorsive”. Su Cinecittà e Mostra del Cinema di Venezia: “Cinecittà è beneficiaria di un’ingente destinazione dei fondi del PNRR e deve diventare sempre più un punto di riferimento per tutti gli operatori. L’attività di formazione di Cinecittà poi deve integrarsi con la storica attività di alta formazione offerta dal Centro Sperimentale di Cinematografia, che vogliamo ulteriormente valorizzare e sviluppare. La Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, poi, rappresenta un’eccellenza assoluta nel panorama dei festival internazionali. Vogliamo assicurare tutto il supporto necessario affinché tale ruolo venga mantenuto e ulteriormente sviluppato. Dobbiamo inoltre ulteriormente rafforzare il sostegno alle cineteche favorendo la sinergia nella loro attività”. E infine, sul tema della musica leggera, Sangiuliano dice che “bisogna studiare meccanismi di tutela per gli artisti italiani e per le etichette indipendenti nazionali attraverso una congrua presenza nella diffusione radiofonica e televisiva, così come avviene in altri paesi europei”.
Cosa farà il ministro Sangiuliano: le linee programmatiche del suo governo |