Ammontano a circa un miliardo di euro gli interventi che riguardano la cultura che sono stati inseriti nel Disegno di Legge di Bilancio 2022: la manovra è stata approvata giovedì dal Consiglio dei ministri, e adesso sarà sottoposta al vaglio del Parlamento. Il disegno dovrà infatti essere approvato sia dalla Camera sia dal Senato, entro il 31 dicembre, per poter entrare in vigore. La proposta del governo prevede spese per 23,4 miliardi di euro (contro i 40 dello scorso anno: tuttavia l’anno scorso eravamo in piena emergenza coronavirus): alla cultura, a cui è dedicato un intero titolo (l’VIII, dove la cultura figura assieme al turismo, all’informazione e all’innnovazione, articoli 105-115 del testo approvato dal Consiglio dei ministri), vanno 1,05 miliardi di euro per il solo anno 2022. Naturalmente le cifre e i contenuti potranno cambiare durante la discussione in Parlamento.
Vediamo nel dettaglio le misure. Si parte dall’art. 105 (misure per il cinema e la cultura), con il fondo previsto dalla Legge Franceschini del 2016 per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo che viene incrementato di ulteriori 110 milioni di euro: l’importo minimo annuale del fondo, nel 2016 di 400 milioni di euro, ora partirà da 750 milioni di euro. Inoltre, a decorrere dal 2022, il Fondo unico per lo spettacolo viene incrementato di ulteriori 20 milioni di euro superando così i 400 milioni di euro annui. C’è poi un aumento di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 per promuovere la lettura e sostenere la filiera dell’editoria libraria (le risorse sono assegnate alle biblioteche dello Stato, degli enti territoriali e degli istituti per l’acquisto di libri rivolgendosi in modo prevalente alle librerie presenti sui propri territori). Sempre lo stesso articolo aumenta di 20 milioni di euro, per il 2022 e 2023, la dotazione del Fondo cultura istituito dal decreto rilancio nel maggio 2020 per promuovere gli investimenti sul patrimonio culturale materiale e immateriale e aperto alla partecipazione di soggetti privati.
L’articolo 106 introduce il Fondo per il Sostegno Economico Temporaneo dei Lavoratori dello Spettacolo - SET, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro nel 2022 e 40 milioni di euro annui a decorrere dal 2023. Il SET rientra tra le misure previste dal nuovo welfare dei lavoratori dello spettacolo che ridisegna le tutele dei lavoratori tenendo conto delle specificità di un settore in cui il rapporto di lavoro è strutturalmente discontinuo per il carattere oggettivo della prestazione e non per scelta datoriale o del lavoratore stesso. Nell’iter parlamentare e nel ddl collegato spettacolo al Senato saranno incrementate le risorse del fondo e saranno definiti i criteri e le modalità di erogazione del SET.
L’articolo 107 riguarda la valorizzazione dei piccoli borghi e delle aree interne. Si comincia con l’esenzione dall’imposta municipale per gli immobili delle attività commerciali che si trovano nei comuni con una popolazione inferiore ai 500 abitanti: questo, si legge nel testo, “al fine di favorire lo sviluppo turistico e contrastare la desertificazione commerciale e l’abbandono dei territori”. Per le stesse finalità lo Stato, le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali possono concedere in comodato beni immobili di loro proprietà, non utilizzati per fini istituzionali, ai commercianti e agli artigiani. Queste agevolazioni sono finanziate con 10 milioni per ciascuno degli anni 2022 e 2023.
Si passa poi alla App18 (così nel testo del disegno di legge, detta anche 18app): si parla del bonus cultura da 500 euro per i diciottenni, che viene stabilizzato e reso permanente, con una dotazione massima di 230 milioni per il 2022. L’articolo 109 è dedicato alle Fondazioni Lirico Sinfoniche: viene istituito un nuovo fondo per il risanamento delle fondazioni lirico sinfoniche con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2022 e 50 milioni di euro per il 2023. Con l’articolo 110 si parla invece di potenziamento e adeguamento degli immobili degli Archivi di Stato: “al fine di assicurare la conservazione e la fruizione del patrimonio archivistico”, si legge nel ddl, “è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro per il 2022, 45 milioni di euro per il 2023, 20 milioni di euro per il 2024 e 10 milioni di euro per il 2025 per l’acquisto di immobili destinati agli Archivi di Stato e per la realizzazione di interventi di adeguamento antincendio e sismico degli istituti archivistici”.
All’articolo 111, viene istituito il Fondo unico nazionale per il turismo di parte corrente, con una dotazione pari 90 milioni di euro per l’anno 2022, 120 milioni di euro per l’anno 2023 e 40 milioni di euro per l’anno 2024. Le risorse serviranno per adottare misure di salvaguardia per gli operatori economici del settore in grado di valorizzare le potenzialità del comparto di fronte agli effetti di crisi sistemiche o settoriali, concentrando le misure in favore degli operatori per i quali permangono condizioni che limitano l’ordinaria possibilità di svolgimento delle attività produttive e lavorative, e per promuovere politiche di sviluppo del turismo in grado di produrre positive ricadute economiche e sociali sui territori interessati e per le categorie produttive e sociali coinvolte. Sempre l’articolo 111 istituisce un Fondo unico nazionale per il turismo di conto capitale, con una dotazione pari a 30 milioni di euro per l’anno 2022, 100 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025: l’obiettivo è quello di crementare l’attrattività turistica del Paese, anche in relazione all’organizzazione di manifestazioni ed eventi, compresi quelli sportivi, connotati da spiccato rilievo turistico, garantendo positive ricadute sociali, economiche ed occupazionali sui territori e per le categorie interessate.
L’articolo 112 assegna 100 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022 per il Fondo per l’indennizzo dei titoli di viaggio emessi da Alitalia in amministrazione straordinaria, mentre l’articolo 113 è dedicato al Fondo editoria, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con dotazione di 90 milioni per il 2022 e 140 milioni per il 2023. Il fondo è destinato a incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e alla transizione digitale, all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media, nonché a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali e a sostegno della domanda di informazione. L’articolo 114 mette invece a disposizione un massimo di 60 milioni di euro per il 2022 e il 2023 per il credito d’imposta per l’acquisto della carta dei giornali, mentre l’articolo 115 assegna 100 milioni al Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. L’articolo 8, infine, proroga a tutto il 2022 il “Bonus Facciate”. Il credito d’imposta, che per il 2021 è stato pari al 90%, viene rimodulato al 60%.
“Le politiche culturali sono centrali nelle scelte di politica economica del governo”, ha commentato il ministro della cultura Dario Franceschini, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il disegno della legge di bilancio per il 2022. “Dal potenziamento dei fondi per il cinema e l’audiovisivo, alle nuove risorse per contrastare lo spopolamento dei borghi e dei piccoli centri delle aree interne, alle norme per biblioteche, archivi e librerie, ai fondi per la tutela del patrimonio culturale, al sostegno al reddito per i lavoratori dello spettacolo fino alla proroga del bonus facciate, seppur rimodulato al 60% per il 2022, tutti i settori culturali vedono crescere l’investimento e l’intervento dello Stato”.
Immagine: Palazzo Chigi. Ph. Credit
Ddl Bilancio 2022, circa un miliardo di euro su interventi per la cultura |