Il governo ha approvato un nuovo decreto, il “Decreto sostegni bis”, che introduce una serie di nuove tutele per i lavoratori dello spettacolo. Per il ministro della cultura, Dario Franceschini, si tratta di un “nuovo welfare” capace di assicurare tutele assistenziali e previdenziali finora non previste, che vanno a intervenire su situazioni di difficoltà che, a seguito della pandemia di Covid-19, non sono più sostenibili. I provvedimenti approvati nella giornata di ieri sono stati creati affinché tengano conto della discontinuità tipica del settore dello spettacolo (e questo per il carattere abituale delle prestazioni, non per scelte dei datori o dei lavoratori). Tuttavia, secondo il Ministero della Cultura, questa discontinuità non era mai stata fino a oggi riconosciuta dalla normativa italiana come elemento distintivo delle prestazioni lavorative nello spettacolo.
Di conseguenza, finora migliaia di lavoratori dello spettacolo proprio a causa della natura del loro lavoro non hanno potuto accedere a diritti costituzionalmente garantiti, dall’indennità di malattia a quella di maternità fino al trattamento pensionistico. Il nuovo welfare nasce con l’obiettivo di riconoscere ai lavoratori dello spettacolo le le tutele che esistono per altre tipologie di professionisti, al fine di assicurare migliori condizioni di equità e dignità sociale, favorire lo sviluppo di una piena riconoscibilità del lavoro del settore e contribuire all’emersione del lavoro nero.
Le misure introdotte con il Decreto sostegni bis si applicano ai soggetti iscritti al Fondo pensioni dei lavoratori dello spettacolo (FPLS), che sarà aggiornato entro 120 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento (l’ultimo adeguamento è infatti del 2005).
Il Teatro Regio di Parma |
Il decreto riconosce forme di tutela e sostegno alla genitorialità tarate sul carattere discontinuo delle prestazioni lavorative nel settore dello spettacolo. In particolare, viene modificato il sistema di calcolo delle indennità previste in materia, parametrandone l’ammontare giornaliero al reddito percepito nei dodici mesi antecedenti il periodo indennizzabile, piuttosto che nelle ultime quattro settimane. Difatti, proprio in ragione del carattere discontinuo delle prestazioni dei lavoratori dello spettacolo, non è infrequente che nel mese precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo non siano reperibili giorni lavorati, o comunque retribuiti, utili ai fini del calcolo.
Viene poi estesa l’indennità di malattia: per accedere all’indennità economica, infatti, si ora richiede il possesso, non più di 100 ma di 40 contributi giornalieri versati al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo dal 1° gennaio dell’anno precedente l’insorgenza della malattia. Ancora, le nuove misure prevedono l’innalzamento della retribuzione massima giornaliera di riferimento per il calcolo delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, dei contributi e delle prestazioni per le indennità economiche di malattia e maternità (si passa dagli attuali 67,14 euro a 100 euro).
Nuove norme riguardano poi le assicurazioni. Con le nuove misure, infatti, i lavoratori iscritti al FPLS sono automaticamente assicurati presso l’INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Le tariffe dei premi per l’assicurazione sono quelle delle gestioni “Industria, Artigianato, Terziario e Altre attività”. Le Fondazioni lirico sinfoniche sono obbligate ad assicurare il personale orchestrale, anche quello che opera nel cosiddetto golfo mistico (la buca d’orchestra). L’ammontare del premio assicurativo verrà definito con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze.
È stato poi rivisto il sistema dei contributi pensionistici. Gli interventi introducono numerosi correttivi per garantire ai professionisti dello spettacolo la maturazione dell’annualità di contribuzione necessaria per l’accesso al trattamento pensionistico. In particolare, per i lavoratori che prestino a tempo determinato, attività artistica o tecnica, connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli, i contributi giornalieri richiesti per il raggiungimento dell’annualità di contribuzione sono ridotti da 120 a 90. Per gli attori cinematografici e audiovisivi, che svolgono prestazioni caratterizzate da una discontinuità strutturale, maturando un numero di giornate relativamente basso, si prevede che ogni giornata contributiva versata al Fondo determina l’accreditamento di un’ulteriore giornata, fino a concorrenza dei 90 contributi giornalieri annui richiesti. Ancora, il decreto ha introdotto una misura volta a garantire la maturazione dell’annualità di contribuzione in favore di quei lavoratori che, pur raggiungendo un determinato tetto di reddito, non riescono a maturare il numero di contributi giornalieri richiesti. Viene inoltre previsto che il versamento dei contributi al Fondo avvenga anche per le prestazioni rese con riferimento ad attività di insegnamento retribuite, formazione e di carattere promozionale di spettacoli. E c’è poi la possibilità di procedere con il ricongiungimento dei contributi maturati presso altre gestioni.
La principale novità introdotta dal welfare per lo spettacolo è però ALAS (Assicurazione dei Lavoratori Autonomi dello Spettacolo), l’assicurazione per la disoccupazione involontaria dei lavoratori autonomi dello spettacolo, introdotta a decorrere dal 1° gennaio 2022. Potranno accedere all’indennità i lavoratori che non abbiano in corso rapporti di lavoro autonomo o subordinato, non siano titolari di trattamenti pensionistici diretti a carico di gestioni previdenziali obbligatorie, non siano beneficiari del reddito di cittadinanza, abbiano maturato nell’ultimo anno precedente alla domanda di disoccupazione almeno quindici giornate di contribuzione, abbiano un reddito relativo all’anno precedente non superiore a 35.000 euro. L’indennità sarà corrisposta mensilmente per un numero di giornate pari alla metà delle giornate di contribuzione al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo nel periodo che va dal primo gennaio dell’anno precedente la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro di lavoro autonomo. L’indennità non potrà in ogni caso superare la durata massima di sei mesi.
La manifestazione dei Bauli in Piazza a Milano lo scorso ottobre |
“Quella di oggi”, afferma il ministro della cultura Dario Franceschini, “è una giornata storica per il settore dello spettacolo. Con il ministro del Lavoro Orlando abbiamo portato in Consiglio dei Ministri un pacchetto di misure significative per assicurare adeguate tutele assistenziali e previdenziali ai lavoratori dello spettacolo e correggere le numerose storture emerse negli ultimi anni e divenute non più sostenibili soprattutto dopo la pandemia. Sono norme fortemente attese, frutto di un attento lavoro di ascolto delle categorie, che recepiscono molte delle misure già in discussione in parlamento, i risultati dell’indagine conoscitiva della Camera e le proposte presentate dai sindacati, dalle diverse associazioni e che hanno visto impegnato un apposito gruppo tecnico di lavoro che ringrazio per l’importante lavoro svolto. Il nuovo sistema di welfare si completerà con l’approvazione del disegno di legge collegato in materia di spettacolo già pronto per un prossimo Consiglio dei Ministri per riordinare l’intero settore e introdurre nuove ulteriori misure di sostegno e il registro degli attori e dei professionisti dello spettacolo”.
“Finalmente diamo risposte concrete e il doveroso sostegno ai lavoratori dello spettacolo”, dichiara la sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni. “La riforma interviene sulla regolamentazione del lavoro all’interno del settore dello spettacolo, per porre rimedio alle debolezze del sistema di tutela e di welfare per i lavoratori, la cui attività è spesso caratterizzata da discontinuità e quindi da carenza di tutele previdenziali e di assistenza in caso di disoccupazione. La crisi pandemica ha solo acuito un problema atavico del settore, che adesso comincerà ad avere risoluzione. Il provvedimento, che è la sintesi delle proposte di legge assorbite in corso di esame al Senato, tra cui la mia, e dell’indagine conoscitiva della Camera, introduce un’indennità mensile per i disoccupati con almeno 15 giornate contributive nell’anno precedente e con reddito non superiore a 35.000 euro. Inoltre, per maturare l’annualità di contribuzione necessaria alla pensione dei lavoratori dello spettacolo a tempo determinato, dal 1° luglio 2021 i contributi sono ridotti da 120 a 90 giorni. I lavoratori dello spettacolo hanno inoltre diritto a una indennità di malattia per ciascuno dei giorni coperti da idonea certificazione e sono assicurati contro gli infortuni sul lavoro. Per i lavoratori e lavoratrici del mondo dello spettacolo, sempre iscritti al Fondo Pensione, vengono anche garantite tutele per i rapporti di lavoro subordinato e autonomo. Sono molto soddisfatt perché finalmente anche i lavoratori dello spettacolo, alla stregua di tutti gli altri, avranno riconosciuti diritti e tutele”.
Il ministro della cultura Dario Franceschini |
Il nuovo welfare è una “riforma a metà” secondo Roberto Ciccarelli del Manifesto. “In questi mesi al governo”, scrive, “era stato chiesto un «reddito di continuità» per sostenere un’attività intermittente. Al suo posto ci sarà invece una nuova assicurazione contro la disoccupazione involontaria, un altro ammortizzatore sociale chiamato «Alas» che si aggiunge alla giungla di quelli già esistenti e durerà al massimo sei mesi. Resta ancora alto il numero delle giornate richieste per il riconoscimento dell’anno contributivo: 90 giorni, mentre l’Inps stesso ha consigliato di portarlo a 60. L’accesso all’indennità per malattia prevede il possesso non più di 100, ma di 40 contributi giornalieri versati al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo. La misura mantiene la logica assicurativa, e non universalistica. Non sembra esserci traccia delle richieste sulla contribuzione figurativa nel 2020 e 2021 e delle norme per disincentivare l’abuso di contratti a termine e finti lavori autonomi. Previste le tutele per la genitorialità, l’aggiornamento dell’elenco dei soggetti assicurati al Fondo pensioni dello spettacolo. I lavoratori iscritti a questo fondo saranno automaticamente assicurati all’Inail. Resta da capire cosa accadrà a chi è costretto ad operare in una zona grigia”.
“L’importanza di queste misure”, scrive Anna Bandettini su Repubblica, “è che riconoscono la discontinuità del lavoro nello Spettacolo ma adeguano all’intermittenza le vare tutele. Per fare un esempio per l’indennità malattia si richiede il possesso, non più di 100, ma di 40 contributi giornalieri versati al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo dal 1° gennaio dell’anno precedente l’insorgenza della malattia. Tra le misure più rilevanti l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Nasce infatti a decorrere dal 1° gennaio 2022,l’ALAS, assicurazione per la disoccupazione dei lavoratori autonomi dello spettacolo che non siano beneficiari del reddito di cittadinanza, abbiano maturato nell’ultimo anno precedente alla domanda di disoccupazione almeno quindici giornate di contribuzione, abbiano un reddito relativo all’anno precedente non superiore a 35.000 euro”.
Soddisfatto a metà anche il movimento Bauli in piazza: “Un piccolo ma importante passo sembra fatto”, dichiara il collettivo. “Vedremo nel dettaglio le norme, ma è un risultato che i movimenti e le associazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo e degli eventi aspettavano da tempo, e nell’ultimo anno hanno voluto con forza. Questo può essere solo l’inizio”. Il movimento fa infatti sapere che le misure sono “parziali” e saranno oggetto nei prossimi giorni di una “specifica analisi critica”.
Poco soddisfatta invece la rete Professionisti Spettacolo e Cultura - Emergenza Continua. “Completamente disattese le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo”, scrivono. “Nel decreto legge approvato oggi in Consiglio dei Ministri manca completamente una visone d’insieme volta a sostenere i diritti e il Reddito. Misure non sufficienti e scarsamente coraggiose che spostano di poco il livello già insopportabile di dignità e tutele nel settore dello spettacolo dal vivo. Non ci servono riserve indiane, ma diritti e reddito per tutti e tutte. Moltissime le problematiche che riscontriamo: Sparisce completamente il reddito di continuità ed è invece presente una misura in favore dei/delle lavoratori/trici autonomi/e, una nuova assicurazione contro la disoccupazione involontaria con una durata massima di 6 mesi; Non vi è traccia delle annualità bianche richieste dai lavoratori e dalle lavoratrici; Rimane alto il numero delle giornate richieste per la maturazione dell’anno contributivo: è stato abbassato solo di 1/3, quando anche l’INPS ha consigliato di portare la soglia a 60. L’accesso alla malattia è ancora legato ad una logica assicurativa e non vi è traccia di misure ostative al costante abuso di contratti a termine e finti lavori autonomi. È evidente che questo governo non ha il coraggio di costruire il cambiamento necessario per il nostro settore: non ci resta che rilanciare una forte mobilitazione sui territori e a Roma, per costruirlo noi stessi”.
La pensa invece al contrario Giulio Rapetti, in arte Mogol, presidente della SIAE. “Finalmente anche i lavoratori dello spettacolo hanno adeguate tutele assistenziali e previdenziali grazie all’impegno del Ministro della Cultura Dario Franceschini e del Ministro del Lavoro Andrea Orlando”, fa sapere attraverso le agenzie. È giusto che chi svolge attività di spettacolo abbia le stesse forme di protezione di chi opera in altri settori perché si tratta di diritti garantiti dalla nostra Costituzione: dall’indennità di malattia a quella di maternità, dall’assicurazione contro gli infortuni fino al trattamento pensionistico. Tutto ciò è ancora più importante e necessario nel difficile e ormai lungo periodo che stiamo vivendo a causa della pandemia che ha colpito in maniera drammatica i lavoratori dello spettacolo".