Alle Gallerie dell'Accademia di Venezia aprono le nuove sale del Cinquecento. Le foto


Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia aprono le nuove sale del Cinquecento, con il nuovo riallestimento. Ecco le immagini.

Sono da ieri aperte le nuove sale del Cinquecento alle Gallerie dell’Accademia di Venezia: è stato infatti completato il riallestimento delle sale VI-XI, secondo il progetto scientifico curato da Roberta Battaglia, Giulio Manieri Elia e Paola Marini. Il percorso è stato interamente ripensato con lo scopo di valorizzare visivamente le opere e nel contempo rendere più chiara e comprensibile ai visitatori la presentazione dell’evoluzione dell’arte veneta attraverso i grandi capolavori della collezione.

Infatti, fin dal 1894, il museo ha infatti sofferto di ristrettezza di spazi e collocazione obbligatoria di alcune opere: ne scriveva anche Giulio Cantalamessa, allora direttore delle Gallerie, incaricato di redigere il primo progetto scientifico di allestimento della collezione. Questi limiti hanno condizionato fino ai giorni nostri la costruzione di un coerente e chiaro percorso espositivo, dunque l’ampliamento degli spazi al piano terra e la collocazione in questa area delle opere dal Seicento all’Ottocento ha reso possibile dare maggiore respiro alle opere e al contempo sciogliere alcuni nodi critici problematici, consentendo la narrazione di un percorso storico-artistico più coerente.

La creazione di una nuova parete divisoria in sala VI (sala VIb) consente di dare un’eccellente visibilità all’importante ciclo belliniano della Scuola Grande di San Marco, organizzando gli episodi in modo coerente rispetto alla distribuzione che avevano nell’ambiente della scuola cui erano originariamente destinati. La prima parte della sala (VIa) funge da preambolo, evidenziando la centralità che la bottega di Giovanni Bellini svolge quale punto di riferimento imprescindibile per la maggior parte degli artisti operanti a Venezia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

Una sala monografica (sala VII) celebra l’unicità delle opere di Jheronimus Bosch, di cui le Gallerie conservano tre polittici, provenienti presumibilmente dalla raccolta Grimani: queste opere forniscono l’occasione per riflettere sull’apertura del collezionismo veneziano del Cinquecento alla produzione artistica del nord Europa. Un’ampia sala (sala VIII) restituisce finalmente il giusto respiro alla Tempesta di Giorgione, una delle opere più famose del museo, che un pubblico sempre più numeroso chiede di apprezzare. L’opera viene valorizzata accostandola, su uno stesso pannello, alla Vecchia (recentemente restaurata) e al Concerto (quest’ultimo gentilmente concesso in comodato dalla collezione Mattioli), opere anch’esse provenienti dalla celebre raccolta cinquecentesca della famiglia Vendramin. Inoltre, per rafforzare l‘impatto narrativo dell’ambiente, torna “a casa” la Nuda di Giorgione, proveniente in antico dal Fondaco dei Tedeschi, accanto ad altri capolavori che documentano gli esordi degli allievi del grande maestro: Tiziano e Sebastiano del Piombo. La sala si presenta come occasione eccezionale per comprendere il momento cruciale del passaggio di Venezia al pieno Rinascimento.

Ad alcuni dei più importanti artisti del vasto panorama veneziano della prima metà del Cinquecento è dedicata la sala IX, dove la Sacra conversazione di Palma il Vecchio dialoga in prospettiva con quella giorgionesca della sala precedente e dove trova posto il celebre Ritratto di gentiluomo, capolavoro della ritrattistica di Lorenzo Lotto. Infine i grandi saloni, un tempo occupati anche da opere del Sei e Settecento in una commistione che rendeva meno chiaro il percorso, saranno dedicati esclusivamente ai grandi protagonisti dell’arte veneta del Cinquecento: Veronese (sala X), Tintoretto e Tiziano (sala XI). L’allestimento di quest’ultimo ambiente è solo in parte completato poiché ospita provvisoriamente il deposito dipinti del museo, già collocato in ambienti del secondo piano attualmente sottoposti ad intervento di restauro. Infine, il percorso di visita si arricchisce di nuovi apparati didattici, redatti in doppia lingua, ben leggibili e accessibili ad un pubblico sempre più diversificato. Gl apparati offrono tre livelli di approfondimento: il pannello introduttivo sul totem, la scheda mobile di sala, le didascalie “parlanti” per tutte le opere esposte.

“Oggi”, ha dichiarato il direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Giulio Manieri Elia, “è una giornata speciale e la presenza della più alta rappresentanza del Ministero per i beni e le attività culturali lo dimostra, così come la partecipazione delle istituzioni cittadine e dell’ampio pubblico, sempre affezionato al Museo. Nelle sale, totalmente risistemate, la grande scuola pittorica veneta, che ha nelle Gallerie il suo monumento, può essere fruibile sotto una nuova luce, che rende accessibile quelle qualità cromatiche che fin dalle fonti sono state individuate come sua specifica caratteristica”. Di seguito, le foto delle nuove sale. Tutte le foto: courtesy dell’Archivio fotografico GAve su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Museo Nazionale Gallerie dell’Accademia di Venezia. Ph. Credit Matteo De Fina.

Sala VIa
Sala VIa



Sala VIb
Sala VIb



Sala VIb
Sala VIb



Sala VIII
Sala VIII



Sala IX
Sala IX



Sala X
Sala X



Sala X
Sala X



Sala X
Sala X



Sala X
Sala X

Alle Gallerie dell'Accademia di Venezia aprono le nuove sale del Cinquecento. Le foto
Alle Gallerie dell'Accademia di Venezia aprono le nuove sale del Cinquecento. Le foto


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