La Pinacoteca Nazionale di Bologna, dopo aver ospitato la mostra Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna, riapre le sale del Rinascimento, quelle con le opere del Quattrocento e del Cinquecento, che si presentano con un nuovo percorso espositivo, un nuovo allestimento e una nuova veste grafica. La revisione della sezione del Rinascimento, iniziata durante l’ideazione e la preparazione della mostra dedicata al periodo, è il primo passo, fa sapere il museo, di un ripensamento generale dei percorsi e degli allestimenti museali che nel corso dell’anno interesserà anche altre sezioni del museo e che va nella direzione di una sempre maggiore accessibilità e godibilità del patrimonio della Pinacoteca. In quest’ottica, secondo l’istituto felsineo, uno degli istituti autonomi del Ministero della Cultura, la riapertura del Rinascimento sarà anche l’occasione per verificare l’efficacia delle scelte adottate, in vista delle prossime fasi.
“Le mostre”, dichiara la direttrice Maria Luisa Pacelli, “possono essere un banco di prova e un’opportunità importante per ripensare le diverse sezioni del museo, aggiornarne i percorsi e testare nuovi strumenti e modalità di fruizione. A testimoniarlo è la storia stessa della Pinacoteca Nazionale di Bologna, dal momento che le Biennali di Arte Antica promosse da Cesare Gnudi, alla guida della Pinacoteca nel dopoguerra, furono uno dei ‘laboratori’ messi in campo dal Soprintendente per lo sviluppo del radicale progetto di rinnovamento del museo.”
Il nuovo racconto dell’ala del Rinascimento della Pinacoteca si sviluppa in 20 capitoli secondo criteri cronologici e tematici. Il percorso copre un arco temporale che dal 1450 arriva fino alla metà del Cinquecento, ponendo l’accento su nodi fondamentali e sulle opere e personalità più significative dell’arte a Bologna nel periodo, secondo quanto emerso dal lavoro di ricerca condotto con il Dipartimento dell’Università di Bologna per la mostra. Oltre a ciò, sono state riallestite le opere di grandi maestri rappresentati nelle collezioni della Pinacoteca che non hanno legami con la storia locale e che per questo erano state escluse dalla rassegna, come Tiziano, Tintoretto o El Greco.
A partire dalla sua riapertura, questa sezione del museo ospiterà inoltre opere provenienti da altre istituzioni, che andranno a sostituire quelle prestate a mostre attualmente in corso. Le prime sono due preziose tavole del Perugino della Galleria Nazionale dell’Umbria, il Battesimo di Cristo (1502-1525) e San Giovanni Battista tra i santi Francesco, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova (1509 circa); più avanti arriverà invece il Ritratto del principe Alessandro Farnese di Sofonisba Anguissola dalla National Gallery of Ireland. Attorno a questi prestiti verranno realizzate iniziative di approfondimento e divulgazione e percorsi didattici.
La selezione delle opere, la loro sequenza e gli apparati, a cura di Mirella Cavalli e Arianna Manes con la collaborazione dell’Ufficio Comunicazione della Pinacoteca, sono stati pensati per favorire una maggiore leggibilità delle opere e del racconto. Tra i temi approfonditi vi sono l’importanza dell’apporto degli artisti ferraresi, l’attività di orafo di Francesco Francia e il suo dialogo con l’opera di Perugino. Specifiche sezioni sono dedicate al genio “bizzarro” di Amico Aspertini, a Raffaello e alla sua Estasi di Santa Cecilia e alla figura di Parmigianino.
Il progetto dell’allestimento è stato affidato allo Studio Bettini Architetti, con il mandato di sviluppare un progetto che, pur armonizzandosi con l’allestimento storico di Leone Pancaldi, riuscisse a rispondere alle esigenze di accessibilità e inclusività del pubblico contemporaneo. Il nuovo percorso è organizzato secondo un’ideale linea del tempo, mentre nelle sale centrali trovano posto le sezioni tematiche di approfondimento.
La grafica dell’allestimento si inserisce nella più generale revisione dell’immagine coordinata della Pinacoteca, curata dallo Studio Eremo in collaborazione con The Harvest Consulting, presentata per la prima volta in occasione della mostra Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna. In concomitanza con la riapertura della sezione del Rinascimento, il costo del biglietto intero del museo aumenta di due euro, passando a 8 € (finora si pagavano invece 6 euro) sia per l’acquisto in biglietteria che per quello online, senza applicazione dei diritti di prevendita.
“La frequente movimentazione delle opere, con i prestiti temporanei e con le normali attività di conservazione e restauro, richiede oggi di ipotizzare sistemi allestitori che siano versatili e agevoli per consentire sostituzioni e nuovi inserimenti nei percorsi espositivi”, spiegano Sergio Bettini ed Elena Marchi. “Tali nuove necessità espositive sono state armonizzate con l’allestimento voluto da Cesare Gnudi e realizzato alla metà degli anni Sessanta del Novecento da Leone Pancaldi, che prese avvio proprio da questa sezione del museo. Senza alterare la configurazione spaziale originaria della lunga manica, spartita al centro da setti in muratura sollevati e sostenuti da profili in ottone a sezione IPE, il percorso espositivo è stato organizzato perimetralmente secondo un’ideale linea del tempo, mentre le sale centrali contengono sezioni tematiche di approfondimento, anch’esse cadenzate cronologicamente. Alla sommità dei setti centrali sono alloggiate delle guide in ferro, alle quali sono appese delle aste ugualmente in ferro per il sostegno delle opere, traslabili orizzontalmente e regolabili in altezza. In ferro sono pure i nuovi pannelli di sala a stendardo, le teche e gli apparati didascalici delle opere, aggiornati agli standard di accessibilità museali, improntati alla migliore leggibilità e comprensione dei testi in italiano e inglese, prevedendo l’aumento del corpo dei font e marcando il contrasto tra il testo (chiaro) e lo sfondo (scuro). Opere, supporti e apparati, realizzati dalla ditta Mimec, sono stati posizionati ad altezze accessibili per tutti i visitatori. La grafica dell’allestimento si inserisce nella più generale revisione dell’immagine coordinata della Pinacoteca, curata dallo Studio Eremo in collaborazione con The Harvest Consulting”.
Il nuovo assetto, affermano Mirella Cavalli e Arianna Manes, “intende rispondere a esigenze di chiarezza espositiva e quindi, rispetto al passato, si caratterizza per una riduzione del numero delle opere esposte, al fine di ottenere una migliore contestualizzazione e una lettura il più possibile lineare degli sviluppi in campo pittorico durante la fervida stagione del Rinascimento a Bologna. Il percorso è scandito in 20 sezioni e riflette una progressione cronologica che dal 1450, attestato nella prima sala dal celebre Polittico dei fratelli veneziani Antonio e Bartolomeo Vivarini, giunge sino al Cinquecento inoltrato, concludendosi con la sezione dedicata ai veneti Tiziano e Tintoretto e al cretese El Greco. Oltre a tenere conto della cronologia, criterio che ha facilitato lo sviluppo di una narrazione scandita dalla presenza dei 18 pannelli di sezione che rimandano a una visione di contesto (con un focus sulle singole opere, tutte accompagnate da didascalie descrittive) il nuovo allestimento visualizza nodi tematici fondamentali e pone l’accento su personalità e opere significative. Per tale ragione, ad esempio, è rimarcata l’importanza dell’apporto artistico dei ferraresi e la centralità dell’impresa decorativa della cappella Garganelli nella basilica di San Pietro, distrutta già nel Seicento; è incluso un approfondimento riguardo all’attività di orafo di Francesco Francia e visualizzato il dialogo Perugino-Francia mediante il raffronto, noto alla storiografia artistica e diffusamente discusso dalla critica, delle rispettive Pala Scarani e Pala dell’Annunziata che sono disposte l’una di fronte all’altra nella sala 13. Una specifica sezione è inoltre dedicata al genio ‘bizzarro’ di Aspertini. La sala 15 ospita la celebre Estasi di Santa Cecilia ed è incentrata su Raffaello, in dialogo con il toscano Franciabigio e l’imolese Innocenzo Francucci. L’ampia fortuna dei modelli messi a punto dal maestro urbinate, garantita anzitutto dall’operosità di una bottega ben organizzata, è richiamata inoltre dalla copia del San Giovanni Battista nel deserto, soggetto di cui sono note diverse versioni. Il percorso prosegue sviluppando il tema del raffaellismo, nella declinazione bolognese e ferrarese, sino alla sala 18 incentrata sulla figura di Parmigianino. A seguire, l’inclusione di un’opera precoce di Prospero Fontana (1545) così come la grande tavola firmata da Bagnacavallo junior introducono al Manierismo maturo, approfondito nelle successive sale del museo. Sono naturalmente incluse nel nuovo percorso del Rinascimento opere principali come il frammento raffigurante la Maddalena di Ercole de’ Roberti, la Pala di Santa Tecla e lo Sposalizio della Vergine di Lorenzo Costa, la Pala Scarani di Perugino, la Visitazione di Tintoretto, assenti soltanto temporaneamente poiché in prestito presso altri musei”.