A Treviso una grande mostra dedicata a Renato Casaro, l'ultimo grande cartellonista del cinema


Dal 28 marzo al 30 settembre 2021 Treviso celebra con una mostra divisa in tre sedi Renato Casaro, l’ultimo dei grandi cartellonisti di cinema. 

Dal 28 marzo al 30 settembre 2021 Treviso celebra con una grande mostra suddivisa in tre sedi l’ultimo dei grandi cartellonisti di cinema: Renato Casaro (Treviso, 1935). Ultimo protagonista di un’arte ormai scomparsa, a Renato Casaro si devono i manifesti di grandi capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood. 

La mostra si snoderà tra il nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, il Complesso di San Gaetano e i Musei Civici di Santa Caterina, e sarà curata da Roberto Festi e Eugenio Manzato, con la collaborazione di Maurizio Baroni, tre specialisti del settore, che hanno analizzato l’enorme archivio di Casaro, costituito da oltre mille manifesti e locandine, selezionando testimonianze di un percorso artistico durato cinquant’anni. 

Il legame di Casaro con il cinema inizia quando, ancora ragazzo, crea le grandi sagome dipinte a mano che venivano collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia di Treviso. A diciannove anni parte per Roma dove trova lavoro nello studio di Augusto Favalli e dove rimane per circa un anno e mezzo apprendendo le tecniche e i trucchi del mestiere. Criminali contro il mondo (1955) è il suo primo manifesto ufficiale, e nel 1957, sempre a Roma, apre un suo studio.

Artigiano di genio, sin dagli esordi Casaro misura la sua arte con quanto Cinecittà e il cinema internazionale proponevano: il suo stile conquista grandi registi e Hollywood: Jean-Jacques Annaud, Dario Argento, Marco Bellocchio, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Milos Forman, Costa-Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Ugo Liberatore, Sergio Leone, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone…

La mostra documenta 170 film partendo dai manifesti a due e quattro fogli destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Per l’occasione sono stati scelti e restaurati un centinaio di pezzi. I rari fogli del decennio 1955-1965, mai esposti in una mostra, presentano un artista in rapida formazione che, grazie al fertile ambiente romano, dove Cinecittà è in quegli anni una delle industrie più prolifiche, riesce a dare il meglio di sé in ogni genere. Sono quindi accostati, nella grande “terrazza” del Santa Margherita, Trinità e Rambo o gli indimenticabili manifesti di capolavori quali I magnifici sette, C’era una volta in America, Amadeus, Il nome della rosa, Il tè nel deserto, L’ultimo imperatore.

Seguendo una progressione cronologica ma anche tematica, la mostra accosta ai grandi e multicolori affissi, una selezionata serie di bozzetti studio e gli originali provenienti dall’archivio dell’artista e da importanti collezioni pubbliche e private.

Questo consente di comprendere l’attività e lo stile dell’artista, ma anche le innovazioni tecniche che Casaro adotta e sviluppa negli anni: dalla istintiva pennellata degli esordi, alle composizioni in parte fotografiche degli anni Settanta, fino alla raffinate maquettes ad aerografo che lo rendono celebre, in particolare nei ritratti degli attori protagonisti, tra gli anni Ottanta e Novanta. Gli valse la collaborazione con le maggiori case di produzioni americane (Fox, United Artists, MGM, Columbia).

Nelle tre sedi della mostra sarà proiettato un inedito video, prodotto da FilmWork che mostra al pubblico trailer e spezzoni di film dei quali Casaro ha curato il corredo iconografico e alcune sue riflessioni sulla sua carriera professionale.

Nella sede dei Musei Civici di Santa Caterina si sviluppa la sezione Treviso, Roma, Hollywood, una carrellata di opere che si abbinano e si completano con quelle presentate, con il titolo L’ultimo cartellonista, nella innovativa sede di Santa Margherita dove è stata allestita anche una sezione didattica e dove i visitatori più giovani potranno, in totale autonomia, creare un loro manifesto di cinema. E ancora, un sezione dedicata agli ipovedenti con la riproduzione tridimensionale del celebre affisso Il tè nel deserto. Una terza sezione, dal titolo Dall’idea al manifesto, è allestita negli spazi del complesso di San Gaetano: qui il pubblico può scoprire l’intera filiera per la creazione di un manifesto, dai contatti con le case di produzione o di distribuzione ai primi schizzi a matita; dal bozzetto di prova – spesso con le varianti richieste, o imposte, dalla committenza – a quello esecutivo, sino allo studio per l’inserimento del lettering e alla stampa. Sei film simbolo di Casaro raccontano, con una forte valenza didattica, tutto il mondo tecnico e artistico che sta dietro la creazione di un manifesto.

Per info: www.museicivicitreviso.it; www.collezionesalce.beniculturali.it

Immagine: Renato Casaro, Lo chiamavano Trinità (1970; Archivio Casaro)

A Treviso una grande mostra dedicata a Renato Casaro, l'ultimo grande cartellonista del cinema
A Treviso una grande mostra dedicata a Renato Casaro, l'ultimo grande cartellonista del cinema


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