Si è tenuta ieri alla Sala Spadolini del Collegio Romano, sede del Ministero dei Beni Culturali, la presentazione del Padiglione Italia dell’edizione numero 58 della Biennale di Venezia, alla presenza del curatore, Milovan Farronato (a questa pagina il suo profilo), del ministro Alberto Bonisoli, del presidente della Biennale, Paolo Baratta, e della direttrice generale arte, architetture, periferie urbane nonché commissaria del Padiglione, Federica Galloni. Il titolo scelto da Farronato per il Padiglione è Né altra né questa: la sfida al labirinto, nome che riecheggia il saggio di Italo Calvino intitolato proprio La sfida al labirinto, con il quale il grande scrittore affrontava il problema di una letteratura aperta a tutti i linguaggi possibili. Per Calvino, come per Farronato, il labirinto diventa un simbolo della complessità, in particolar modo della complessità della conoscenza, oltre che quella della contemporaneità. Sarà questo il tema sotteso al Padiglione.
“Venezia”, ha dichiarato il curatore, “è un labirinto che nei secoli ha affascinato e ispirato l’immaginazione di tanti creativi, tra cui Jorge Luis Borges e Italo Calvino, i due più grandi labirintologi contemporanei a detta del matematico Pierre Rosenstiehl. Venezia, indiscusso centro cartografico del Rinascimento, viene descritta da Calvino come un luogo in cui le carte geografiche sono sempre da rifare dato che i limiti tra terra e acqua cambiano continuamente, rendendo gli spazi di questa città dominati da incertezza e variabilità. È in questo contesto che prende forma Né altra né questa, una mostra in cui le opere esposte saranno in stretto dialogo tra loro e con l’allestimento, generando nuovi percorsi e nuove interpretazioni, ‘ramificati come un micelio’”.
E per meglio calare i visitatori nel contesto della sfida al labirinto, la mostra stessa sarà una specie di labirinto, con il pubblico che sarà libero di scegliere il percorso desiderato incamminandosi verso una direzione o un’altra, e con un allestimento che riserverà sorprese e consentirà di sperimentare tante vie possibili. Addirittura saranno due gli ingressi possibili, che daranno vita a due percorsi di visita completamente diversi.
Come già rivelato qualche mese fa, saranno tre gli artisti selezionati per il Padiglione Italia: Liliana Moro (Milano, 1961), Enrico David (Ancona, 1966) e Chiara Fumai (Roma, 1978 - Bari, 2017). In mostra ci saranno opere già esposte in passato ma anche lavori inediti. Anche per Chiara Fumai, l’artista prematuramente scomparsa nell’agosto di due anni fa, ci sarà un’opera nuova, un progetto a cui stava lavorando prima di morire, e su cui Farronato ha filologicamente lavorato con tutto il materiale lasciato dalla performer. La mostra, che costerà quasi un milione e trecentomila euro (600.000 garantiti dal Ministero e i restanti coperti da sponsor privati reperiti grazie anche al curatore), sarà accompagnata da un catalogo edito da Humboldt Books.
Soddisfazione da parte del ministro Bonisoli che commenta: “la creatività italiana conferma la sua importanza nel panorama internazionale con il progetto del Padiglione Italia alla prossima Biennale Arte che coniuga la novità della visione del curatore con la bravura degli artisti e la qualità della ricerca”.
Nella foto: Milovan Farronato
Titolo mostra | é altra né questa: la sfida al labirinto | Città | Venezia | Sede | Padiglione Italia | Date | Dal 30/11/-0001 al 30/11/-0001 | Temi | Biennale di Venezia |
Biennale di Venezia, Milovan Farronato ha immaginato una “mostra-labirinto” per il suo Padiglione Italia |