È venuta a mancare a soli 39 anni l’artista Chiara Fumai, uno dei nomi emergenti del panorama italiano contemporaneo. A darne notizia su Facebook questa sera, poco prima delle venti, è stato il giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Pietro Marino, amico dell’artista, che ha saputo dell’accaduto dalla madre. Le esequie si terranno alle ore 17 del 17 agosto presso la chiesa del Sacro Cuore di Bari, città d’origine della famiglia.
Nata a Roma nel 1978, Chiara Fumai si era laureata in Architettura al Politecnico di Milano e aveva continuato il suo percorso formativo alla Fondazione Ratti di Como e al Dutch Art Institute di Arnhem, dove ha anche insegnato. Artista specializzata nelle performance, ha proposto al pubblico lavori sempre connotati da una forte componente femminista. Tra gli ultimi progetti, la partecipazione alla mostra Corpo a Corpo | Body to body alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma (dove ha portato una sua performance del 2013, durante la quale leggeva lo SCUM Manifesto di Valerie Solanas, l’attivista celebre per aver attentato alla vita di Andy Warhol) e quella alla rassegna To repel Ghosts presso lo spazio Guido Costa di Torino, dove ha portato una videoinstallazione del 2015, The Book of Evil Spirits. Il prossimo 14 settembre avrebbe dovuto portare una sua performance al Red Bull Academy Bass Camp di Roma.
Nel 2013, Chiara Fumai aveva vinto, proprio grazie alla sua lettura di Valerie Solanas, la nona edizione del Premio Furla, con la seguente motivazione: “L’energia dell’artista, lo straordinario impegno che emerge nel suo lavoro, la scelta di temi di stretta attualità, al centro sia della riflessione artistica contemporanea che della società del nostro tempo, come il femminismo, il discorso performativo e l’attivismo. Il lavoro di ricerca e la convinzione profonda con cui affronta queste tematiche, trovando le proprie radici nel primo femminismo e nella performance concettuale ma al tempo stesso reinventandole in una prospettiva di continuità. È la capacità di stabilire una dialettica del confronto che ha portato la giuria a premiare questa artista”. Al suo attivo aveva inoltre la partecipazione a dOCUMENTA13 (2012), una personale al MACRO di Roma (2011) e partecipazioni a mostre al MAXXI, alla Fondazione Bevilacqua La Masa, alla Maison Rouge di Parigi, allo Studio Voltaire di Londra.
In una recente intervista a Espoarte aveva svelato alcuni aspetti del suo fare artistico: “Con la mia ricerca cerco di valorizzare le diversità. Mi interessa usare l’arte per ridiscutere l’ottica logocentrica, fallocentrica, su cui è basata la più diffusa visione del mondo (occidentale). Come ho spesso dichiarato, attraverso le mie opere io non pretendo di fornire delle risposte allo spettatore. Io mi limito a formulare, estetizzandole, delle domande precise e cerco di farlo muovendomi al di là del bene e del male. Sottraendo le mie opere al punto di vista dominante, è inevitabile che il mio operato risulti fortemente polarizzato e quindi ultra-femminista. Nonostante io appartenga ad una generazione post-post-post femminista, sono onorata di portare ancora questa etichetta: sono stati questi movimenti a permettermi di diventare un’artista e a farne una professione a tempo pieno, non i grandi filosofi sistematici. È giusto, ogni tanto, mostrare la propria riconoscenza”. Il mondo dell’arte contemporanea ha perso un’artista promettente e che avrebbe dato ancora molto.
È scomparsa a 39 anni Chiara Fumai, promettente performance artist |