È stato domato verso le prime luci dell’alba il grande incendio scoppiato nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi. Tra quanti sono intervenuti, si registrano, secondo quanto dichiarato dai pompieri di Parigi, tre feriti lievi (due poliziotti e un vigile del fuoco). Contrariamente a quanto si pensava al culmine del disastro, la struttura ha retto: tuttavia, ha dichiarato il Segretario di stato all’Interno, Laurent Nunez, c’è incertezza su come la struttura resisterà nelle prossime ore. In giornata sono previste riunioni di esperti che dovranno determinare se la struttura è stabile e come intervenire per la messa in sicurezza. Sulla stessa linea il ministro della cultura francese, Franck Riester, che in un’intervista all’agenzia France Inter ha fatto anche il punto sulle opere d’arte (qui un approfondimento su quelle di maggior pregio conservate nella cattedrale). “La struttura principale”, ha detto il ministro, “è salva, ma c’è ancora molta instabilità, e la situazione è ancora precaria”. Il ministro si è dichiarato comunque prudente ma allo stesso tempo ottimista: “le due torri e le opere sono state salvate, soprattutto il tesoro [l’insieme degli oggetti liturgici, ndr], grazie al coraggio dei pompieri di Parigi. La corona di spine e la tunica di san Luigi sono al sicuro all’Hôtel de ville. L’organo maggiore è stato molto danneggiato, e le grandi pale hanno subito dei danni per l’azione dell’acqua: dovranno essere restaurate”. I vigili del fuoco hanno lavorato in modo incessante per ottenere il risultato.
Per i lavori di restauro serviranno somme ingenti, e il presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, dopo il suo discorso davanti a Notre-Dame in fiamme (si è recato in nottata sul posto, verso le 23, e ha dichiarato: “vi dico solennemente che noi, tutti insieme, ricostruiremo questa cattedrale”), ha annunciato il lancio di una sottoscrizione nazionale per raccogliere fondi, ma al contempo il ministro Riester ha affermato che “lo Stato assicurerà la propria parte di responsabilità” per ricostruire l’edificio (si ricorda che Notre-Dame è di proprietà statale): “è un grande dramma”, ha specificato, “e lo Stato farà il necessario, ma quando c’è una grande energia, una volontà di solidarietà, bisogna appoggiarsi a questo entusiasmo ed evitare di metterlo da parte: abbiamo bisogno di tutto il mondo”. Sono già infatti arrivate molte proposte: durante la notte la famiglia di imprenditori Pinault, proprietaria di una holding che controlla diverse aziende, tra cui la casa d’aste Christie’s, ha annunciato di voler mettere a disposizione 100 milioni di euro, mentre la famiglia Arnault (gruppo Louis Vuitton) ha annunciato una donazione di 200 milioni di euro.
A metà mattinata, poco dopo le 9:30, i pompieri hanno infine annunciato che il fuoco è stato estinto completamente e che sono andati in fumo mille metri quadrati di coperture. Fino a stamani, il lavoro principale è consistito nel cercare di preservare le due torri della facciata dall’incendio, per evitare anche il rischio che crollassero. Questa mattina, i pompieri continueranno a sorvegliare la struttura e a spegnere eventuali piccoli focolai che potrebbero essere rimasti in qualche parte dell’edificio. Ormai siamo però già alla fase delle valutazioni, ha dichiarato il tenente colonnello Gabriel Plus dei pompieri di Parigi. “Abbiamo salvato le torri”, ha affermato, “sono state messe in sicurezza, e anche le tribune sono state consolidate. Ma il centro della navata ha enormemente sofferto”. Ancora, Plus ha confermato che “buona parte delle collezioni è già uscita. Alcune delle opere di grande formato sono state danneggiate ma potranno essere restaurate”.
Nella foto dei pompieri di Parigi, Notre-Dame ieri sera appena l’incendio si è sviluppato.
Notre-Dame, il giorno dopo l'incendio. Il ministro Riester: “le opere sono danneggiate ma salve” |