Un danno gravissimo la Santa Bibiana di Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598 - Roma, 1680) durante l’ultimo trasloco in occasione del ritorno dell’opera dalla mostra Bernini tenutasi alla Galleria Borghese di Roma dal 1° novembre 2017 al 20 febbraio 2018. A denunciarlo è lo storico dell’arte Tomaso Montanari in un articolo pubblicato ieri su Rep: scopritore del danno, secondo il racconto dello studioso, è il professor Giovan Battista Fidanza, ordinario di storia dell’arte moderna all’Università di Roma Tor Vergata, che venerdì scorso, in occasione di un seminario tenutosi presso la chiesa di Santa Bibiana a Roma, ha scoperto che all’opera mancava un dito, l’anulare della mano destra. Il parroco di Santa Bibiana ha dunque affermato che si tratta di un danno che la scultura ha sofferto durante la ricollocazione sull’altare della chiesa. La Santa Bibiana di Bernini aveva lasciato l’edificio di culto nel mese di settembre, per essere sottoposta a un restauro in un cantiere aperto al pubblico, ed essere quindi esposta nella prima sala dell’esposizione romana.
Montanari denuncia anche che il sito del museo ha pubblicato le foto del restauro, ma non quelle del ricollocamento, e sottolinea come appaia “sconcertante che né il Vicariato di Roma o la parrocchia (proprietari dell’opera), né il Ministero per i Beni Culturali, né le imprese che hanno restaurato e movimentato l’opera abbiano dato notizia di un danno così grave”, anche perché al momento non sappiamo cosa ne sia del dito andato perso: non sappiamo, cioè, se sia intero, se sia andato in fratumi, e soprattutto se si sia conservato. Montanari continua a evidenziare la gravità del danno citando la scheda di catalogo della Santa Bibiana, redatta da Andrea Bacchi, curatore della mostra, che ha scritto che “le dita della mano destra, allargate e sospese in aria, sono un vero e proprio miracolo tecnico”. Questo miracolo è dunque andato perduto, “e nessun restauro”, prosegue Montanari, “potrà renderci quella sovrumana forma di marmo la cui caratteristica fondamentale era proprio l’integrità materiale”.
Lo storico dell’arte conclude imputando la responsabilità del danno (a suo avviso più grave, per esempio, di quello subito dalla Barcaccia durante l’assalto degli hooligan del Feyenoord di tre anni fa) all’“eccesso scriteriato di ’valorizzazione’ e all’industria inarrestabile delle ’grandi mostre’”. Tanto più che l’opera, come del resto avevamo rilevato anche nella nostra recensione della mostra, si trovava fuori dai limiti cronologici della sezione in cui era esposta, e soprattutto aveva dovuto subire uno spostamento dal suo contesto naturale che appariva alquanto inopportuno, dal momento che la chiesa di Santa Bibiana si trova ad appena tre chilometri di distanza dalla Galleria Borghese. È dunque necessario riflettere, più che mai, sui pesanti rischi che comporta lo spostamento di opere così delicate in occasioni di mostre temporanee, specialmente laddove la presenza di certe opere non aggiunge alcunché al valore della rassegna.
Nell’immagine: la Santa Bibiana di Gian Lorenzo Bernini (1624-1626; marmo, 185 x 86 x 55 cm Roma, Santa Bibiana) in occasione della sua esposizione alla Galleria Borghese di Roma per la mostra Bernini. Ph. Credit Finestre sull’Arte.
Gravissimo danno per la santa Bibiana di Bernini. Tomaso Montanari denuncia la perdita di un dito durante l'ultimo trasloco |