Regista americano dà vita a un affresco del Beato Angelico con un tableau vivant


Il regista americano Armondo Linus Acosta ha realizzato un’opera filmica ispirandosi a un affresco del Beato Angelico del Museo di San Marco. verrà presentato in prima assoluta sabato 18 febbraio.

La potenza, la bellezza, l’intensità spirituale dell’opera del Beato Angelico hanno ispirato il regista americano Armondo Linus Acosta per Fra Angelico’s Communion: The Living Tableau, la seconda opera filmica di una serie di quattro tableau vivant, riscritture visive di straordinari capolavori. Protagonista di Fra Angelico’s Communion è l’affresco de La comunione degli Apostoli del Beato Angelico, altrimenti indicato come l’Istituzione dell’Eucaristia, che si trova nella cella numero 35, prospiciente il chiostro di Sant’Antonino, nel corridoio settentrionale dell’ex-Dormitorio dei frati al primo piano.

Acosta ha ricreato e filmato la scena insieme al collettivo artistico The Academy of Film and the Arts, trasformandola in un’esperienza viva e vibrante sulle note di Quando corpus morietur dallo Stabat Mater di Rossini.

Fra Angelico’s Communion è il seguito ideale di The Last Supper: The Living Tableau realizzato nel 2019, ricostruzione filmica dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci che ha visto riuniti tre maestri premi Oscar della cinematografia mondiale, quali Vittorio Storaro, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

Il film della durata di dieci minuti verrà presentato in prima assoluta al Museo di San Marco, nella Biblioteca monumentale di Michelozzo, sabato 18 febbraio 2023, alle ore 17 in occasione della festa del Beato Angelico, patrono degli artisti, da Armondo Linus Acosta insieme a Stefano Casciu, direttore regionale Musei della Toscana e Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco, alla presenza di alcuni degli attori e del team di produzione. La proiezione sarà preceduta dal filmato della durata di sei minuti del backstage con le varie fasi dell’elaborazione dell’opera. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

“Ringrazio tutte le persone coinvolte in questo progetto”, ha affermato Stefano Casciu, “interne ed esterne al Museo di San Marco, che si riconferma al centro di una intensa attività culturale che, partendo dalla storia del convento domenicano così importante per la città di Firenze, si apre sempre più a diverse espressioni artistiche e alla contemporaneità”.

“La ricreazione filmica dell’affresco angelichiano, caratterizzata da una bellissima fotografia, inchioda letteralmente lo spettatore sul filo di un’altissima tensione spirituale”, ha sottolineato Angelo Tartuferi, “avvertibile da chiunque, credente o meno, fino al momento culminante dello sguardo finale rivolto da Gesù alla Madre, presenza inconsueta sul piano iconografico che tuttavia assume un ruolo determinante”.

Anche Acosta ha sviluppato l’azione scenica per sottolineare che Maria è una figura eterica e che il principio materno è la fonte di ogni grazia. “Gesù non la guarda come un essere umano, come sua madre”, spiega Acosta. “Si limita a lanciare uno sguardo come se stesse guardando qualcuno che cammina dietro di lui, e voltandosi quasi si sorprende ’Oh, sei tu’... Credo davvero che lei non sia reale nel dipinto… Lei è la forza mistica che sta dietro a tutto, anche a questo pianeta madre. Questo pianeta è basato sulla madre, sul seme, sulla vita e lei è la Madre… Amo mostrare qualcosa che è vivo in senso mistico, devozionale, come l’ostia nella mano di Gesù, un’immagine di straordinaria potenza”.

La scelta dell’affresco del Beato Angelico attesta in maniera inequivocabile, ove ce ne fosse ancora bisogno, la potenza inesauribile del messaggio spirituale del frate pittore, in grado di suscitare a distanza di secoli letture e interpretazioni assolutamente originali, anche molto diverse nei risultati. La stessa trasposizione filmica di Acosta, strettamente aderente nell’impianto spaziale e nella distribuzione dei personaggi, si discosta non poco dall’atmosfera serena da ogni punto di vista, incluso quello cromatico, trasmessa dalla pittura della cella 35 del museo fiorentino, per giungere ad un impianto emotivo che si direbbe quasi “caravaggesco”.

Dopo la prima proiezione tutti i visitatori del museo potranno ammirare il film, in esclusiva fino alla domenica di Pasqua, il 9 aprile, in loop su uno schermo nel Refettorio piccolo, di fronte all’affresco dell’Ultima cena del Ghirlandaio.

La festa del Beato Angelico si aprirà sabato 18 febbraio con due visite tematiche al museo in programma alle 10 e alle 11.30 a cura dello staff (comprese nel biglietto di ingresso) e si concluderà alle 18.30 con la Messa nella Basilica di San Marco officiata da padre Bernardo Gianni OSB, abate di San Miniato al Monte.

Immagine: Armondo Linus Acosta, Fra Angelico’s Communion: The Living Tableau (still da film). Su gentile concessione di The Academy of Film and the Arts

Regista americano dà vita a un affresco del Beato Angelico con un tableau vivant
Regista americano dà vita a un affresco del Beato Angelico con un tableau vivant


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