Ricorre quest’anno il cinquecentenario della nascita di Pierfrancesco Orsini, detto Vicino (Roma, 4 luglio 1523 – Bomarzo, 28 gennaio 1585), signore di Bomarzo, al quale si deve il Sacro Bosco di Bomarzo, uno dei capolavori dell’arte manierista (a Vicino Orsini abbiamo anche dedicato un lungo articolo sul nostro trimestrale cartaceo). E per celebrare la ricorrenza, la città di Bomarzo si prepara a due mesi di eventi.
Per celebrare e promuovere l’evento attraverso eventi culturali, l’amministrazione comunale a marzo 2022 ha infatti bandito un avviso pubblico per la realizzazione di un progetto culturale. La ST Sinergie srl, società di marketing e comunicazione, è risultata aggiudicataria del bando con il progetto Nel segno di Vicino, una serie di eventi culturali sulla figura del signore di Bomarzo a 500 anni dalla nascita, con l’intento di contribuire in maniera significativa alla crescita del tessuto socioeconomico del territorio, attraverso la promozione dell’identità storica ritenuta alla base dello sviluppo, sia per il turismo che per le imprese locali.
Ma chi era Vicino Orsini? Nacque da Gian Corrado Orsini, signore di Bomarzo, del ramo di Mugnano, e Clarice Orsini, figlia del cardinale Franciotto, signore di Monterotondo: non ci sono notizie sulla sua infanzia, mentre è meglio nota la fase della sua maturità, che lo vide dal 1542 alla morte governare Bomarzo. È conosciuto soprattutto come committente del Sacro Bosco, un complesso monumentale di sculture e fontane che lo differenziano dai giardini (come Villa d’Este a Tivoli, Villa Lante a Bagnaia o quello di Palazzo Farnese a Caprarola) fatti realizzare nei dintorni da altri signori. Vicino Orsini a Bomarzo dimorava abitualmente nell’omonimo palazzo, il cui progetto era stato commissionato dal padre, nel 1519, al grande architetto Baldassarre Peruzzi. L’11 gennaio del 1545 nel Castello di Giove (Terni) sposò l’amore della sua vita, Giulia Farnese, rafforzando i rapporti con il casato Farnese. Del Sacro Bosco, che dedicò alla moglie scomparsa, ancora oggi non sono stati compresi compiutamente né l’iconografia, né il contesto culturale che ne ispirò la progettazione. I contatti con numerosi artisti che frequentano la corte medicea, la visione delle opere di Michelangelo, i riferimenti alla mitologia classica, l’acquisizione del pensiero umanista di Giulio Camillo Delminio, che proprio nel periodo di Vicino diffonde un archetipo particolare di Teatro inteso come scenario di vita, tutto ciò, permeato da un alone di mistero ed esoterismo, portò Vicino Orsini a pianificare il famoso complesso artistico, la cui stravaganza e originalità sono oggi conosciute in tutto il mondo.
Per circa quattro secoli nessuno più ha pensato al Sacro Bosco, ma la precoce riscoperta del giardino orsiniano si deve al conte Domenico Gnoli, poeta e docente universitario poi Direttore della Biblioteca Nazionale di Roma, autore nel 1913 di un articolo sulle meraviglie di Bomarzo. Nel 1928 viene dato alle stampe un libro di Rose Nichols, nel quale viene descritto il Boschetto e nel 1935 il testo ad opera di Georges Loukomski, che tratta le statue e le fontane di Bomarzo, Soriano e Caprarola. Nel 1949 il giornalista Mario Praz scrive due articoli sul Sacro Bosco ed il suo ideatore Vicino Orsini: uno per il Tempo e l’altro per La Nazione e un altro nel 1953 per la rivista L’illustrazione italiana. Il crescere d’interesse per le opere orsiniane di Bomarzo, vede ancora, negli ultimi decenni del Novecento, storici dell’arte e architetti come Maurizio Calvesi, Arnaldo Bruschi, Horst Bredekamp, Wolfram Janzer, Sabine Frommel, svolgere indagini e rendere, attraverso le loro pubblicazioni, un quadro di interrogativi e di risposte più articolato e ricco che il complesso artistico suscita, ma anche il pubblico, incuriosito dalla singolare figura del signore di Bomarzo, ha iniziato a frequentare questi luoghi ameni. Il parco stato anche fonte d’ispirazione per artisti come Claude Lorrain, Johann Wolfgang von Goethe, Jean Cocteau, Niki de Saint Phalle e Salvador Dalí, che lo visitò nel 1938. Nel 1949 Michelangelo Antonioni gli dedicò un film documentario, La villa dei mostri. Al parco sono poi dedicati il best-seller Bomarzo (1962) dell’argentino Manuel Mujica-Lainez ed il suo riadattamento operistico composto dal connazionale Alberto Ginastera (1967); senza dimenticare ville, giardini, pitture, poesie, architetture ed addirittura parchi divertimento di epoca contemporanea che citano più o meno ironicamente il giardino di Vicino Orsini, ripetendone dettagli, forme o iscrizioni particolarmente evocativi (si pensa addirittura che lo stesso Gaudì sia rimasto suggestionato dalla presunta visione di Bomarzo, come suggeriscono le tante figure mostruose delle sue fantastiche architetture). Autori di fama internazionale hanno dedicato una lunga serie di studi a questo capolavoro, ma tante domande sul suo significato sono ancora aperte. Il giardino rappresenta un’opera d’arte totale, un exemplum spiccatamente originale dove natura, architettura, scultura e poesia si riuniscono in un insieme bizzarro, fantastico e poetico.
La bellezza del territorio circostante è stata apprezzata e valorizzata da famosi personaggi della cultura, tra cui Pier Paolo Pasolini, che nel 1970 acquistò il rudere della Torre di Chia realizzandovi a ridosso una residenza, totalmente invisibile dall’esterno, caratterizzata da ampie vetrate che si proiettano su un ricco e suggestivo paesaggio.
A Bomarzo entrano dunque nel clou le celebrazioni per i 500 anni della nascita di Vicino Orsini, il nobile Signore dalla cui immaginazione presero forma il Sacro Bosco di Bomarzo e le gigantesche figure di pietra che ancora oggi affascinano e attraggono visitatori di tutto il mondo. Un anno che sarà quindi “nel segno di Vicino”. La rassegna voluta dal Comune di Bomarzo è partita lo scorso anno e tocca molteplici ambiti: la storia, l’arte, l’enogastronomia, l’artigianato, la musica, lo sport. E tanto altro. L’obiettivo è duplice: rendere omaggio alla figura di Vicino Orsini e al tempo stesso promuovere le eccellenze del territorio, creando così un volano di sviluppo. Organizzazione e direzione artistica del progetto sono della società ST Sinergie srl, specializzata in marketing e comunicazione. Ecco di seguito il programma:
È inoltre on-line il sito www.vicino500.it: il portale contiene articoli, foto, video, approfondimenti sulla vita e le opere di Vicino Orsini, la storia di Bomarzo, le principali attrazioni del territorio, le tradizioni. Dal sito è possibile consultare le notizie relative agli appuntamenti che si sono già svolti e gli eventi in programma. Inoltre, ci sono informazioni sui ristoranti dove mangiare e le aziende agricole dove è possibile fare degustazioni e acquistare prodotti tipici, oltre agli indirizzi per soggiornare (bed and breakfast, agriturismi, case vacanza). “Nel segno di Vicino” ha anche una sua pagina Facebook e Instagram con news aggiornate e tante curiosità.
I 500 anni di Vicino Orsini, il committente del Bosco di Bomarzo: un'estate di eventi |