Ultimo dei tre focus di Finestre sull’Arte sulla XXXI edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze: la galleria che incontriamo oggi è Benappi Fine Art (www.benappi.com, uno degli antiquari leader in Europa nel mercato dell’arte antica, con sedi a Torino e Londra, e che ogni anno partecipa a tutte le più importanti fiere internazionali. Benappi, in questa edizione 2019 della BIAF, ha ottenuto un riconoscimento importante: la Madonna con il Bambino, san Giovannino e santa Barbara di Daniele da Volterra (Daniele Ricciarelli; Volterra, 1509 - Roma, 1566), che Benappi ha portato in fiera, ha infatti ottenuto il Premio Pierucci per la Pittura, assegnato al miglior dipinto.
Allo stand incontriamo Enrica Roberto, gallery manager di Benappi, che ci parla del dipinto: “è un’opera molto conosciuta perché ha fatto molte esposizioni ed è pubblicatissima. Apparteneva da sempre a una collezione privata, ed è una tavola che presenta gli elementi tipici del manierismo, a cominciare dalle tonalità fredde”. L’opera è stata acquistata pochi giorni fa dalle Gallerie degli Uffizi: la Madonna raggiunge così l’Elia nel deserto, anch’essa opera di Daniele da Volterra (e comperata dagli Uffizi due anni fa) e, come la Madonna portata alla BIAF, un tempo nelle raccolte dei Pannocchieschi d’Elci, famiglia della nobiltà senese.
“Le opere di Daniele da Volterra su supporto mobile”, continua Enrica Roberto, “sono rarissime. Questa Madonna, assieme alla tela dello stesso autore che rappresenta l’Elia nel deserto, erano le ultime due opere dell’artista che rimanevano in collezione privata. Quindi la Madonna che abbiamo presentato in Biennale è un oggetto molto prezioso, ed è riconosciuta come di qualità sublime: si vedano ad esempio il panneggio, particolarmente piacevole, i volti, e la mascolinità dei personaggi, caratteristiche tipiche del manierismo e di Daniele da Volterra in particolare”.
Ma al di là dell’exploit dell’opera del manierista toscano, per Benappi la BIAF di quest’anno è stata positiva. “La Biennale”, ci fa sapere Enrica Roberto, “ha avuto un discreto successo: c’è stato un ottimo riscontro di pubblico, un pubblico importante e internazionale, e sicuramente gli espositori hanno dato il massimo e hanno portato alcune delle opere più belle che abbia mai visto in mostre anche internazionali”. Tra cui, quelle nello stand di Benappi. Chiediamo di illustrarci altre opere significative, ed Enrica Roberto ci fa vedere un piccolo trittico con le Storie della Passione di Cristo (l’andata al Calvario, la crocifissione, la deposizione nel sepolcro) assegnato a Giovan Francesco Maineri (Parma, 1460 circa - 1506 circa): "è stato attribuito da Andrea De Marchi a Maineri, ed è un’opera di pregio perché anche questo trittico è un’opera molto rara. Probabilmente è tra le prime creazioni di Maineri e riporta alcune caratteristiche del Maineri miniaturista. Quindi si tratta di un’opera molto piccola nelle dimensioni, ma anche molto preziosa”.
Non possiamo far a meno di notare che Benappi è tra gli espositori che presentano uno stand di quelli più simili alla sala di un museo: è una caratteristica tipica della galleria torinese, dal momento che si riscontra anche in altre fiere. E di conseguenza il pubblico si sofferma a lungo tra le sue opere. Ma forse non è merito solo dell’allestimento. “L’interesse da parte dei visitatori”, spiega Enrica Roberto, “è un qualcosa che forse nasce spontaneamente nel momento in cui si portano opere di qualità, come quella di Daniele da Volterra, che attira molta attenzione mediatica: di conseguenza, il pubblico è portato a vederla. Noi cerchiamo di portare sempre il meglio di quello che riusciamo a trovare, la nostra particolarità è che lavoriamo su oggetti che riteniamo essere dei capolavori che possano sorprendere”.
Una qualità che riguarda sia l’importanza storica dei pezzi proposti, sia il loro stato di conservazione. Ma non solo: ci sono anche opere piuttosto inusuali. Enrica Roberto, per esempio, ci mostra un Busto di moro del 1887, opera dello scultore torinese Davide Calandra (Torino, 1856 - 1915) e un piccolo olio su vetro seicentesco, raffigurante le Tentazioni di Adamo ed Eva e opera di Vincenzo Gesualdo, un pittore napoletano attivo verso la metà del XVII secolo e di cui ancora non sappiamo praticamente niente. “Spesso”, conclude Enrica Roberta, “portiamo opere che possano essere ritenute un po’ bizzarre o comunque diverse dal solito. La nostra galleria cerca di distinguersi anche in questo modo”.
Nelle foto che seguono, le opere citate e lo stand di Benappi alla XXXI edizione della BIAF.
Daniele da Volterra, Madonna col Bambino, san Giovannino e santa Barbara (1548 circa; olio su tavola, 131,6 x 100 cm) |
Giovan Francesco Maineri, Storie della Passione (ultimo decennio del XV sec; olio su tavola di ciliegio, 22,5 x 31,5 cm) |
Davide Calandra, Busto di Moro (1887; terracotta, altezza 70 cm) |
Vincenzo Gesualdo, Tentazioni di Adamo ed Eva (1625-1650; olio su vetro, 32,5 x 40 cm) |
BIAF focus 3/3, Benappi Fine Art: “l'interesse del pubblico nasce se c'è la qualità” |