È il giapponese Yasuyoshi Chiba (classe 1971) il vincitore dell’edizione 2020 del World Press Photo, il più prestigioso premio internazionale di fotogiornalismo. Il fotografo, in forza all’Agenzia France Presse (AFP), ha vinto con uno scatto che cattura le proteste in Sudan per chiedere a Khartoum un governo civile dopo il colpo di stato militare dell’11 aprile 2019 che ha destituito il presidente Omar al-Bashir, in carica per quasi 30 anni: protagonista, al centro, è un giovane che declama a memoria una poesia, in mezzo ai manifestanti. La giuria del premio, che dal 1955 assegna il riconoscimento al miglior fotoreporter del mondo, ha selezionato Chiba tra un parterre di 4.282 fotografi da 125 paesi, che hanno partecipato con ben 73.996 foto.
La fotografia di Chiba è del 19 giugno ddello scorso anno. “Il luogo era nel buio più totale”, ha ricordato Chiba dopo la premiazione. “Poi, all’improvviso, le persone hanno cominciato a battere le mani, al buio. Tenevano alti i loro cellulari per illuminare un giovane in mezzo a loro. Lui ha recitato una famosa poesia di protesta. Mentre faceva le pause per respirare, tutti urlavano ’thawra’, ovvero ’rivoluzione’ in arabo. La sua espressione e la sua voce mi hanno impressionato, non riuscivo a smettere di focalizzarmi su di lui, così ho catturato il momento”.
Chiba, che è Chief Photographer per l’Africa orientale e l’Oceano Indiano della AFP, si è formato studiando all’Università artistica Musashino di Tokyo e ha cominciato la sua carriera lavorando nello staff dell’Asahi Shimbun, uno dei principali quotidiani giapponesi. Ha poi lavorato come freelance: da autonomo, ha lavorato a lungo in Kenya (dove si è trasferito nel 2007), mentre è alla AFP dal 2011. Per l’agenzia francese, ha lavorato in Brasile prima di spostarsi in Africa. Chiba succede all’americano John Moore della Getty Images, che l’anno scorso vinse il premio con l’immagine ormai famosissima della piccola Yanela Sanchez colta mentre piange al confine tra Messico e Stati Uniti.
Anche quest’anno c’è stata gloria per l’Italia. Il secondo posto nella categoria principale (e quindi... medaglia d’argento dietro Chiba: sfuma di poco, dunque, la terza vittoria italiana della storia) è andato ad Alessio Mamo (L’Espresso) con la toccante fotografia Russian Mother and her Child at Al-Hol Camp, scattata in un campo profughi della siria. Lorenzo Tugnoli (Contrasto) ha vinto nella sezione Stories della categoria Contemporary Issues con The Longest war, immagine scattata in Afghanistan. A Luca Locatelli (National Geographic) primo premio nella sezione Stories della categoria Environment (foto ambientale) con l’immagine The End of Trash - Circular Economy Solutions. Per Fabio Bucciarelli (L’Espresso) secondo posto nelle Stories, categoria General News (la principale) con Chile: The Rebellion Against Neoliberalism, fotografia delle proteste delle donne dello scorso anno in Cile. Infine, il freelance Daniele Volpe si aggiudica il terzo posto nella categoria Stories dei Long-Term Projects con Ixil Genocide, immagine che documenta le atrocità commesse in Guatemala negli anni Ottanta.
Tutte le fotografie dei vincitori (e non solo) si possono vedere sul sito del World Press Photo.
World Press Photo, il vincitore del 2020 è il giapponese Yasuyoshi Chiba, secondo l'italiano Alessio Mamo. Brilla l'Italia |