Attorno al tema della valorizzazione dei Bronzi di Riace si è scatenata una polemica che vede opposti da una parte lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi e dall’altra il medico reumatologo Eduardo Lamberti-Castronovo, membro del Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi di Riace, che ha sede a Reggio Calabria. Lo scontro nasce in occasione di un evento che si è tenuto lo scorso 14 agosto a Pietrasanta per omaggiare il cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi: intitolata Rewind, l’iniziativa, promossa dalla Fonderia d’Arte Massimo Del Chiaro di Pietrasanta, con il patrocinio del Comune versiliese e della Regione Toscana, si è svolta con l’inabissamento, nel fondale marino vicino al pontile di Marina di Pietrasanta, delle riproduzioni dei Bronzi di Riace realizzate tra il 1990 e il 1995 dalla Fonderia. Si tratterà di una vera mostra subacquea che durerà un anno, con l’idea di riprodurre il legame tra mare e bronzo che ha contribuito ad accrescere il fascino delle due sculture. Fino al prossimo anno, le due riproduzioni saranno monitorate con una webcam che restituirà le immagini dei cambiamenti che si verificheranno e dell’impatto del mare sul bronzo.
Contro l’iniziativa aveva già tuonato, nei giorni precedenti, lo stesso Comitato, che in una nota a firma dei suoi membri Lamberti-Castronovo, Pasquale Amato e Francesco Alì aveva bocciato senz’appello Rewind, parlando di “un’idea ridicola” e giudicando velleitaria la suggestione di voler monitorare l’interazione tra acqua e bronzo sul fondale del Tirreno. “Ci dispiace”, hanno scritto, “che gli organizzatori debbano sprecare risorse economiche e tempo per provare a scoprire risultati già acquisiti dal Ministero che, da quando i Bronzi sono stati ritrovati, ha già effettuato tre restauri (di cui il secondo e il terzo a Reggio) con i quali si è altresì cercato di porre rimedio ai danni procurati dagli agenti corrosivi e dalle ossidazioni provocate da tanti anni in fondo al mare. Se gli organizzatori di questa iniziativa inutile si fossero informati avrebbero evitato di fare una pessima figura”. Il comitato ha inoltre ritenuto l’operazione “non solo ridicola ma anche offensiva verso l’impegno degli studiosi che si sono spesi in 50 anni di restauri e ricerche. È altresì ingannevole e lesiva dell’immagine dei due capolavori assoluti del V secolo a.C. nel mondo. Danneggia infine il primato dell’Italia come sede del più rilevante patrimonio artistico e culturale nel mondo”. Infine, hanno scritto Amato, Alì e Lamberti-Castronovo, “Se davvero si vuole diffondere al meglio la conoscenza dei due capolavori, invitiamo il Ministero, la Regione e la Città Metropolitana a investire risorse per organizzare voli e treni speciali per consentire ai visitatori italiani e stranieri di venire a Reggio Calabria per ammirare l’armoniosa perfezione artistica e l’ammaliante bellezza delle statue originali. Opere che sono eccellenze mondiali e beni identitari e inamovibili del Museo archeologico della Magna Grecia di Reggio Calabria”.
La replica di Sgarbi, intervenuto per tenere a battesimo l’evento Rewind, è avvenuta il giorno stesso dell’inabissamento delle due riproduzioni, e direttamente sul pontile di Marina di Pietrasanta, ai microfoni delle televisioni locali, concentrandosi soprattutto sul tema dell’inamovibilità dei bronzi di Riace: “La Calabria”, ha detto, “si è mossa in maniera molto discontinua. Il problema è avere un atteggiamento razionale. Chi ha stabilito la grottesca teoria per cui il bronzo è sottile e non si può muovere? La quantità di menzogne che sono state dette per non muoverli rappresenta forse la preoccupazione dei calabresi che, essendo la Calabria una regione che è stata molto maltrattata, gli portino via per sempre i Bronzi. Progetto che tra l’altro non sarebbe senza fondamento se pensassimo di mandarli a Roma, ma la legge prevede che le opere ritrovate stiano nella regione e nel museo dove sono state recuperate, per cui questo si può capire. Però questa interdizione a farle muovere l’ho sempre trovata insensata. La fragilità è degli uomini, le sculture non sono fragili, e oggi abbiamo tutti gli strumenti per farle muovere. È una balla assoluta che siano fragili. Si possono muovere e occorrerebbe farlo con giudizio: mandarli, con tempi naturalmente non troppo frequenti, ogni cinque anni, in una grande capitale, come Parigi o New York, sarebbe una cosa giusta. L’idea che stiano in un museo a Reggio Calabria è una misura di sequestro vero e proprio. Capisco che queste mie parole potranno generare una polemica, che non è tanto nei confronti del direttore del museo che è mio amico, ma è nei confronti di queste commissioni di parrucconi bugiardi che raccontano che sono fragili. Ma fragili dove? Non sono affatto fragili, si possono tranquillamente muovere, questo dev’essere detto da una commissione che abbia la volontà di dire il vero”.
A proseguire la polemica è stato, nei giorni dopo l’evento, il solo Lamberti-Castronovo: “Quella di Sgarbi, che definisce l’operazione di Marina di Pietrasanta intelligente, è un’offesa alla logica, alla città di Reggio, al museo ed al suo direttore, che non lo merita. E soprattutto, all’intelligenza di tutti”, ha dichiarato. “L’operazione ordita da un certo numero di ’mercanti d’arte’ è sin troppo evidente: appropriarsi dei nostri Bronzi per farli girovagare per il mondo, alla faccia dei calabresi. Sgarbi si lascia andare a dichiarazioni non solo risibili, ma destituite d’ogni fondamento tecnico. Insiste col dire che i Bronzi sarebbero sequestrati nel Museo di Reggio Calabria e che, addirittura, dovrebbero essere esposti sempre nella capitale d’Italia. Non solo, ma dovrebbero fare i commessi viaggiatori dell’arte e della cultura italiana, trasportati in ogni parte del mondo. Il Vittorio ignora o finge di ignorare due cose: la prima è che i Bronzi sono magistralmente esposti nel museo della Magna Grecia di Reggio, liberi di essere ammirati da ogni cittadino del mondo, con un costo simbolico quasi ridicolo. La seconda è che il Comitato scientifico nazionale designato dal ministero si sia già espresso a chiare lettere, circa l’assoluta inamovibilità dei Bronzi dal luogo dove si trovano. Perché insistere allora? Perché fa scena. E perché maramaldeggiare su una città priva di spina dorsale è facile e direi anche redditizio. Chiediamo di sapere quanto sia stato pagato il grande esperto per essersi recato in Versilia a far da padrino al nulla. Due copie immerse in mare per studiare che? Beh, forse fra 2500 anni lo sapremo. Caro Sgarbi, non sono i Bronzi che devono girovagare, ma sono qui a Reggio ad attendere milioni di visitatori da tutte le parti del mondo”.
Pronta è arrivata la controreplica di Sgarbi, affidata a un video pubblicato su Facebook: “Appare dal nulla un abusivo, tale Lamberti-Castronovo, il quale fa parte di una commissione, che aveva evidentemente la funzione di esprimere un parere consultivo, che si è appropriata di questo impegno come se fosse una commissione che prepara una legge e la fa votare dal Parlamento. Questo comitato offende una impresa nobile di una grande impresa, una fonderia che va rispettata. I Bronzi non sono affatto fragili più di quanto non lo siano tutte le opere d’arte, che possono essere prevalentemente inamovibili o pertinenziali, così come ogni museo indica le proprie, e che però per ragioni speciali, ogni dieci anni, possono avere una deroga per essere esposte. È quello che io chiedevo per l’Expo, o per il Metropolitan o per il Giappone, e immagino che il prossimo governo affronterà questo argomento, evitando di attribuire uno strapotere a un comitato come il vostro. L’operazione non è altro che un omaggio ai Bronzi e l’idea simbolica di restituirli all’acqua attraverso le belle fusioni di una grande fonderia, la Fonderia Del Chiaro: i mercanti d’arte non c’entrano niente, sono fonditori straordinari che hanno avuto l’idea intelligente di restituire all’acqua ciò che l’acqua ci ha dato. Cosa potremmo dire allora di Christo che copriva i monumenti, farebbe schifo a voi falsi accademici? I Bronzi non dovrebbero fare i commessi viaggiatori dell’arte: dico solo che se il Metropolitan dovesse garantire 10 milioni di euro come fee, e 10 milioni dai biglietti delle visite, potrebbe essere anche una cosa utile per il museo e per il mantenimento dell’istituzione. Ogni cinque o dieci anni potrebbero andare a New York, a Tokyo, a Pechino, tra novembre e gennaio, quando nessuno va a Reggio Calabria”.
La risposta di Lamberti-Castronovo è arrivata tramite un’altra nota: “Il Guru della cultura italiana, onnipresente sulle tv locali e nazionali [...] questa volta è stato beccato con le mani nella marmellata. E reagisce come quei bambini che, persa la battaglia con i coetanei contendenti, non avendo altri appigli, ricorrono agli insulti, coinvolgendo madri e sorelle del malcapitato. Allo stesso modo il ferrarese Sgarbi, mai cognome fu cosi onomatopeico, si lascia andare ad una serie di gratuite offese dedicate a chi scrive ed al Comitato per la difesa dei Bronzi di Riace”. L’iniziativa di Pietrasanta, ha detto il membro del Comitato, non è stata criticata in quanto tale: è stato criticato “l’assunto, inaccettabile, che si stava realizzando una operazione culturale di spessore, tanto da meritare come padrino, un esponente qualificato, dal nome altisonante. Non solo. Ma è ancora più inaccettabile la colossale bugia, secondo la quale, si tratterebbe dell’avvio di uno studio per valutare le reazioni del bronzo, dopo un anno di immersione marina. Ma davvero si può pensare che gli italiani, e per essi i calabresi, siano degli allocchi? Non spendiamo parole per spiegare la irrazionalità e la non scientificità dell’assunto, poniamo l’accento sulla circostanza che è stato declamato e diffuso per giustificare e upgradare un qualcosa che, nei fatti, è solo una trovata pubblicitaria, a dire il vero, di bassa lega. Legittima ma falsata nella sostanza. Di copie della Gioconda ne esistono a migliaia, ma non ci risulta che il paladino del turpiloquio, in pompa magna, abbia mai presenziato ad una inaugurazione dell’esposizione di un... falso. E men che meno, abbia proposto il trasferimento del capolavoro di Leonardo in altra sede, perennemente”. Quanto invece alla possibilità di spostare i Bronzi di Riace, ha detto Lamberti-Castronovo che “Non è provincialismo quello del Comitato e della maggior parte dei reggini, ma solo un desiderio estremo di tenere e difendere ciò che la storia ci ha assegnato, per favorire una legittima ripresa di una Terra generosa, ma sfortunata e depredata”.
L’ultima parola per il momento è di Sgarbi: “Si può valutare che per opportunità politica e anche turistica non si debbano muovere, ma per stabilire che non si possano muovere occorre chiamare restauratori veri e persone che non facciano politica sui Bronzi. È una valutazione di opportunità, squisitamente legata alla valutazione di un direttore e del ministero”. Non si possono ridurre i bronzi di Riace, afferma Sgarbi, “a ”giovani che devono stare chiusi in casa dopo le sette di sera perché i genitori non vogliono che corrano pericoli, o a due che hanno preso il reddito di cittadinanza e devono stare lì a spese dello Stato invece che portare allo Stato ogni cinque o dieci anni dieci o dodici milioni attraverso esposizioni in grandi capitali del mondo che conoscano la grandezza della Calabria, e il suo non essere un luogo di traffici, intrighi e ’ndrangheta, come è conosciuta, attraverso la bellezza assoluta dei Bronzi. Quell’immagine assoluta è una grazia per la Calabria, altrimenti tormentata da traffici, politici che fanno favori, e ’ndrangheta".
Valorizzazione Bronzi di Riace, è polemica tra Sgarbi e il Comitato per i Bronzi |