In Spagna sembra proprio non esserci pace per i restauri: alla lunga serie di interventi andati male (il più famoso dei quali è sicuramente l’Ecce Homo di Elías García Martínez del Santuario de Misericordia di Borja, restaurato in maniera così deplorevole da diventare un’icona pop) se n’è aggiunto alcune settimane fa un altro che ha interessato l’antica chiesa di Santa María del Castillo a Castronuño, borgo di mille abitanti nella regione di Castiglia e León, adagiato sulle rive del fiume Duero in posizione scenografica, a un’ora di viaggio da Valladolid. “Un gioiello romanico è stato danneggiato da un misterioso restauro in cemento”, ha titolato El País: non si sa infatti chi sia il responsabile dell’intervento che ha deturpato la chiesa del XIII secolo.
Il maldestro inserto in malta aggiunto a un’antica monofora è stato notato da alcuni passanti che lo hanno subito segnalato alle autorità, e adesso è caccia al restauratore improvvisato, perché nessuno sa ancora chi sia stato l’autore dell’improvvido lavoro, né a quando risalga. Secondo alcuni abitanti, si tratta di una modifica recente, mentre altri ritengono che il cemento sia lì da tempo ma solo da poco se ne sarebbero accorti. Quel che è certo, è che ha destato scalpore soltanto dopo che un abitante di Castronuño ha denunciato il tutto sui social network.
Il sindaco di Castronuño, Enrique Seoane, ha dichiarato a El País che “non si può fare niente senza l’autorizzazione dell’arcivescovado e dell’Istituto del Patrimonio, ma non arrivano soldi”. La costante carenza di fondi per interventi di restauro è, in effetti, uno dei motivi che negli ultimi anni hanno portato tanti dilettanti a provvedere da soli. E potrebbe darsi che anche questa volta sia andata così, anche perché, ha ricordato il sindaco, la chiesa di Castronuño ha subito gli ultimi interventi sessant’anni fa. Sul caso è intervenuto anche Javier Castán, docente di storia dell’arte all’Università di Valladolid ed esperto della chiesa di Santa María del Castillo, sulla quale ha scritto molto. “È difficile credere che in una cittadina di 800 abitanti”, ha detto, “nessuno abbia visto la persona o le persone che hanno agito in maniera così sciatta e responsabile, a meno che non si tratti di un caso simile a quello dell’Ecce Homo di Borja”. Nel caso dell’Ecce Homo, infatti, la parrocchiana Cecilia Giménez, pittrice dilettante che aveva malamente restaurato l’opera di Elías García Martínez, aveva agito di propria iniziativa, ritenendo di non aver fatto niente di male.
La chiesa di Santa María del Castillo è il simbolo della cittadina di Castronuño: costruita nel XIII secolo, domina il Duero da una posizione panoramica e si presenta come un edificio compatto, con pianta a navata unica, rettangolare, chiusa da un’abside semicircolare. La facciata presenta un portale strombato sormontato da un rosone e il tutto è chiuso da un caratteristico campanile a vela. All’interno, lo spazio è scandito da archi a sesto acuto che ripetono dunque quelli che si trovano all’esterno. Santa María del Castillo ospita anche la cappella funeraria di Fernán Rodríguez de Valbuena (1270 circa - 1333), priore degli Ospitalieri di San Giovanni e figura importante sotto il regno di Alfonso XI. La chiesa sorse infatti proprio per accogliere le sue spoglie.
Ultimamente, la Spagna sembra davvero la terra dei restauratori improvvisati. Al di là della cronica carenza di risorse, un altro dei problemi è il fatto che la professione del restauratore non è regolamentata, e spesso l’Associazione Professionale di Conservatori e Restauratori di Spagna (ACRE) ha manifestato la ferma volontà di far cambiare le cose.
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