Il celebre critico, storico dell’arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi lancia una proposta a Facebook: assumere storici dell’arte. Secondo Sgarbi, potrebbe essere un modo per evitare che molte opere vengano scambiate per immagini pornografiche o erotiche e quindi censurate dal social. La proposta arriva dopo i casi più recenti, ovvero la censura della campagna pubblicitaria della mostra su Natalia Goncharova a Palazzo Strozzi (Instagram ha censurato pochi giorni fa un nudo femminile della pittrice russa usato dalla Fondazione Palazzo Strozzi per promuovere la rassegna) e il blocco di una campagna di comunicazione di un’agenzia di Treviso che aveva utilizzato come immagine il celebre gruppo Amore e Psiche giacenti di Canova (qui un approfondimento sull’opera).
“Il punto”, ha spiegato Sgarbi in una nota diffusa dal suo ufficio stampa, “è proprio l’algoritmo: società stracolme di soldi, come Facebook, non possono affidare il controllo delle inserzioni sull’arte a un algoritmo. L’algoritmo non pensa, esegue. L’algoritmo non possiede conoscenza, ma applica dei blocchi che prescindono da valutazioni di merito. Ecco perché una scultura del Canova viene paragonata al culo di una Valentina Nappi qualsiasi: un orrore estetico. È un oltraggio al nostro patrimonio artistico”.
La soluzione? Eccola: “basterebbe assumere giovani storici dell’arte. Facebook farebbe un’opera meritoria, e potrebbe vantarsi di promuovere l’arte invece delle stronzate (per non dire delle bufale) pubblicate ogni giorno da milioni di utenti nulla facenti. Il paradosso dei social network è che bloccano le opere d’arte ma non le notizie false”.
Sgarbi ha anche annunciato un’azione legale contro il social di Zuckerberg. “Inaccettabile”, ha dichiarato Sgarbi, “che social network popolari, danarosi e tecnologicamente avanzati come Facebook ed Instagram non siano riusciti ancora ad oggi a trovare una soluzione per distinguere una immagine porno da un’opera d’arte: per questa ragione, considerato che le censure si ripetono di continuo, ho deciso di promuovere un’azione legale per il danno che questa lacuna arreca al mondo dell’arte e a tutti gli operatori (artisti compresi) che vi lavorano. Sarà quella che in inglese definiscono una class action”.
Sgarbi: “Facebook assuma storici dell'arte per bloccare le censure e promuovere l'arte invece delle stronzate” |