In Germania, nella città di Saarbrücken, il Saarlandmuseum ha cancellato una mostra, già in programma per il 2024, dell’artista sudafricana Candice Breitz per alcune sue presunte dichiarazioni controverse sulla guerra Israele-Hamas. Il cda della Stiftung Saarländischer Kulturbesitz (SSK), la fondazione che gestisce i musei della città, ha diramato un comunicato in cui si legge che la decisione è stata presa “dopo un’attenta analisi in considerazione della copertura mediatica dell’artista a seguito delle sue controverse dichiarazioni nel contesto della guerra di aggressione di Hamas contro lo Stato di Israele. Annullando la mostra, la SSK tiene a chiarire che, in questo contesto, non è disposta a offrire un podio agli artisti che non prendono una posizione chiara contro il terrorismo di Hamas”.
L’artista lavorava alla mostra di tre anni. Breitz, che peraltro è ebrea, ha fatto sapere alla stampa tedesca di non essere stata contattata prima che la fondazione prendesse questa decisione. Non si sa neppure quali siano esattamente le dichiarazioni controverse, malgrado Breitz, di recente, abbia preso più volte posizione contro Israele. Solo pochi giorni fa, il 24 novembre, Breitz scriveva sul suo profilo Facebook che “se vivi in Germania, avrai notato che molti eventi culturali sono stati cancellati dal 7 ottobre, tutto nel nome della ‘prevenzione dei messaggi antisemiti’. Sfortunatamente, in Germania, la definizione di “antisemitismo” può includere qualsiasi cosa, dall’indossare una kefiah, al rivolgere critiche al governo di Israele per crimini di guerra e violazioni dei diritti umani, all’usare la parola ‘genocidio’ (ora, perché la Germania dovrebbe essere così nervosa su questioni di ‘genocidio’?), ad esprimere empatia di qualsiasi tipo per le migliaia di civili palestinesi innocenti che sono morti dal 7 ottobre. Tutto questo cinico uso dell’antisemitismo come arma distrae in modo grottesco dal vero e proprio antisemitismo che è vivo e vegeto in Germania, la parte del leone del quale è perpetrata da tedeschi bianchi di estrema destra ed etnonazionalisti (e non, come la stampa tedesca vorrebbe far credere, da ebrei progressisti e/o israeliani, musulmani, arabi, neri, sudisti globali... e, naturalmente, palestinesi). La Germania è letteralmente disposta a lasciare che Documenta imploda per dimostrare che non è più un paese antisemita. Nessuno si lascia ingannare, Germania”. Nello stesso post, Breitz aggiungeva inoltre che “Fortunatamente, si può ancora piangere ed esprimere empatia per coloro che sono stati brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas in Israele il 7 ottobre. Ma questo è tutto. In Germania non c’è mai stato un 6 ottobre e l’orologio si è fermato al 7 ottobre”.
Ma c’è anche altro: lo scorso 10 novembre, diverse centinaia di attivisti per la cultura si sono riuniti a Berlino per protestare contro la cancellazione di un evento intitolato “We still need to talk”, una protesta, organizzata da “ebrei e israeliani di sinistra” (così si sono presentati gli stessi organizzatori) con l’obiettivo di chiedere il cessate il fuoco tra Israele e Hamas e il rilascio di tutti gli ostaggi. Nei giorni prima della manifestazione, Breitz e altri hanno lamentato il fatto che quando qualcuno lamenta i bombardamenti di Gaza da parte di Israele, riceve in risposta la richiesta di prendere posizione contro il terrorismo di Hamas. E anche per fugare ogni dubbio, dopo la cancellazione della mostra, Breitz si è espressa affermando che si può provare empatia per i civili barbaramente torturati e assassinati pur senza avere alcun rispetto per Benjamin Netanyahu e il suo governo. “Questa volta avete scelto l’ebreo sbagliato”, ha scritto sul suo profilo Instagram. “Se volete godervi lo spettacolo della stampa tedesca che calunnia e diffama un ebreo sulla base di zero prove, paura, paranoia, senso di colpa distillato e sciocchezze confabulate, consultate Google. Offrirò chiarezza e alcuni fatti (sì, fatti reali) man mano che le cose si evolvono”. E chiude promettendo che “non è ancora finita”.
Non è comunque la prima vicenda equivoca che si consuma nel mondo della cultura tedesco attorno alla guerra Israele-Hamas. Le vicende belliche hanno sconvolto Documenta nei giorni scorsi, e anche la Biennale della Fotografia contemporanea del 2024 è stata cancellata per alcuni contenuti ritenuti antisemiti postati sui social da uno dei curatori. Cosa succede in Germania?
“Non prende posizione chiara contro Hamas”: museo tedesco cancella mostra di Candice Breitz |