Il direttore del Museo Leonardo3 di Milano, Massimiliano Lisa, ha deciso d’interrompere lo sciopero della fame dopo quattordici giorni dall’inizio. Lisa aveva cominciato la sua protesta per denunciare la situazione in cui si trova il museo, che ha sede nella Galleria Vittorio Emanuele di Milano: l’istituto infatti rischia di chiudere a causa di un contenzioso burocratico-amministrativo nato attorno agli spazi in cui ha sede il Leonardo3 Museum. Spazi sui quali si allungherebbero le mire di un’attività di ristorazione, come Lisa ha affermato in un’intervista concessa a Federico Giannini su Finestre sull’Arte.
“Lo sciopero della fame per salvare il Museo Leonardo3 si ferma qui”, ha scritto Lisa in un lungo post sul suo profilo Instagram, dove ha postato anche una sua fotografia in cui appare visibilmente dimagrito. “Ho peccato di ingenuità, sperando che umanità e onestà intellettuale potessero ardere nella Giunta. La loro sordità al dialogo è un’offesa alla città. Continuare mi farebbe del male, senza scalfire la loro indifferenza. Hanno confermato l’intenzione di mettere all’asta il tempio di Leonardo, vendendo la cultura al miglior offerente. Stanno svendendo la città con ignobile mercimonio. Mi affido alla Magistratura, nella certezza che possa fermare questa deriva e riaccendere la speranza dove c’è solo avidità e clientelismo. Abbandono l’arma del digiuno, non il campo di battaglia! La bassezza morale di chi mi si oppone è tale da rendere vano qualsiasi gesto nobile come lo sciopero della fame, che implicherebbe solo ulteriore sofferenza inutile per chi è già ferito dal tentativo di chiudere il Museo Leonardo3. Queste persone rispondono solo a strumenti legali: documenti ufficiali, indagini, azioni giudiziarie, arresti. La mia lotta, come l’arte di Leonardo, si adatta e si moltiplica, mirando a un futuro in cui la cultura sia un diritto inviolabile, non una merce. Nonostante i tentativi di silenziarmi, alzerò la voce contro le falsità. Con rinnovata energia, continuerò a combattere. Il futuro ci riserverà sorprese”.
Lisa ha comunque ottenuto un incontro con il Comune, che però non ha avuto gli effetti sperati: da Palazzo Marino infatti non ci sono state aperture, stando a quanto riferito da Lisa. Il direttore del Museo Leonardo 3, inoltre, ha dichiarato che il Comune, anche qualora dovesse perdere davanti al Tar, avrebbe l’intenzione di far togliere al museo le colonne che segnalano l’ingresso del Leonardo3 Museum: l’istituto si trova infatti ai piani alti della galleria e per raggiungere il suo piano occorre prendere un ascensore che si trova sul lato della galleria verso piazza della Scala. Secondo Lisa, la misura farà diventare invisibile il museo comportando un crollo degli ingressi.
Il contenzioso, stando a quanto affermato più volte da Massimiliano Lisa, è sorto in seguito al suo rifiuto di condividere l’ingresso del museo con l’attività di ristorazione che occupa la terrazza della Galleria: l’ascensore infatti è il mezzo che serve per raggiungere anche la camminata turistica aperta da poco sui tetti della galleria, dalla quale si vede la città dall’alto, e che è gestita dalla stessa società, Duomo 21, che gestisce la Terrazza Duomo 21, ovvero il lounge bar affacciato su piazza del Duomo.
Oggi, intanto, è fissata l’udienza al Tar per il ricorso presentato dal museo. Al momento, il Leonardo3 Museum può essere salvato soltanto in due modi: o tramite la giustizia, o con un ripensamento dell’amministrazione. E proprio per cercare di far cambiare idea alla giunta, in queste ore Lisa ha lanciato una petizione su Change.org che ha raccolto quasi tremila firme.
La petizione ricorda i risultati del Museo Leonardo3, che oltre a essere un museo è anche un centro studi su Leonardo da Vinci: la fondazione nel 2013, i 2 milioni di visite in dieci anni di attività, l’autonomia finanziaria, la produzione di contenuti scientifici di alto livello, avvalendosi della consulenza di Martin Kemp, uno dei massimi esperti mondiali di Leonardo da Vinci. La petizione chiede al Comune di Milano di concedere gli spazi al Museo Leonardo3 senza bando, applicando una tariffa culturale: c’è infatti un precedente, perché il Comune lo ha già fatto per la libreria Rizzoli. Inoltre, la petizione chiede di mantenere colonne che segnalano l’ingresso del museo in Galleria Vittorio Emanuele II.
“Questo gesto è equo e rispettoso”, dice Lisa nel testo della petizione. “Preserverebbe un patrimonio culturale inestimabile. Sosterrebbe un’istituzione che si autofinanzia, dimostrando un modello virtuoso. Riconoscerebbe l’importanza della cultura e dell’arte per la comunità. Ci appelliamo al vostro senso di giustizia e al vostro amore per la cultura: firmate questa petizione per salvare il Museo Leonardo3, un tesoro per Milano e per il mondo. Un esempio virtuoso di una realtà privata che svolge un servizio pubblico senza contributi pubblici”.