Interviene sul tema dei boicottaggi contro la cultura russa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo discorso tenuto nell’ambito della presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2022. La cerimonia, condotta da Pilar Fogliati, è stata aperta dalla proiezione di un video a cura di Rai Cultura a cui sono seguiti gli interventi di Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, e del Ministro della Cultura, Dario Franceschini. Dopo la lettura delle candidature ai premi, la cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente della Repubblica.
Un pensiero, intanto, al comparto artistico dell’Ucraina: “Il cinema italiano oggi è protagonista nella solidarietà con artisti ucraini, da noi ospitati”. E poi l’intervento sul tema della cultura: “La cultura non si ferma. Neppure di fronte alla guerra. La cultura unisce. Supera i confini – limiti che essa non contempla - ed è fondamentale per ricreare condizioni di pace. Una guerra insensata non può mettere in discussione i legami spirituali e culturali che, nei secoli, si sono fortemente intrecciati nel mondo della cultura d’Europa. La scelta sciagurata della Federazione Russa di fare ricorso alla brutalità della violenza e della guerra non può e non deve lacerare quei legami preziosi tra i popoli europei che la cultura ha contribuito a costruire e a consolidare. La doverosa indignazione e la condanna non possono certo riguardare la cultura, grandi spiriti del passato e le loro opere, che tanto hanno dato alla civiltà del mondo intero. Sarebbe grave e controproducente per la nostra Italia e la nostra Europa. Lacerare la cultura europea, significherebbe assecondare quella logica di aggressione”.
“L’Italia e il suo cinema”, ha poi concluso Mattarella, “sono inscindibili. L’Italia ha bisogno del suo cinema e il cinema ha bisogno dell’Italia”.
Sul tema dei boicottaggi alla cultura russa si era espresso anche il ministro della cultura Dario Franceschini, che l’11 di aprile, durante la presentazione del suo libro Con la cultura non si mangia?, aveva detto che, pur con l’orrore che arriva nelle nostre case, non si deve cedere alla tentazione di “arrivare a non ospitare o rappresentare opere di artisti russi”. Diventa ancor più chiara dunque la linea espressa dal nostro paese nei confronti dei tentativi di cancellazione della cultura russa.
E ancora lo stesso presidente Sergio Mattarella, solo pochi giorni fa, parlando il 27 aprile davanti all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo, auspicava la convocazione di una conferenza che possa garantire la pace simile a quella che si tenne ad Helsinki nel 1975: la conferenza vide la partecipazione di 35 paesi, sia del blocco occidentale sia del blocco sovietico, e portò a un accordo, la Dichiarazione di Helsinki, che migliorò la cooperazione internazionale e costituì la base per la creazione dell’OSCE. “Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa”, aveva detto Mattarella. “Si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, su diritti affievoliti per alcuni popoli e Paesi e, invece, proclamare, nello spirito di Helsinki, la parità di diritti, la uguaglianza per i popoli e per le persone. Secondo una nuova architettura delle relazioni internazionali, in Europa e nel mondo, condivisa, coinvolgente, senza posizioni pregiudizialmente privilegiate. La sicurezza, la pace – è la grande lezione emersa dal secondo dopoguerra – non può essere affidata a rapporti bilaterali – Mosca versus Kyiv -. Tanto più se questo avviene tra diseguali, tra Stati grandi e Stati più piccoli”.
Il presidente Mattarella si schiera contro le condanne alla cultura russa |