Londra, attivisti contro il petrolio si incollano a un dipinto di Van Gogh alla Courtauld Gallery


Singolare protesta del gruppo ambientalisti Just Stop Oil che si oppone ai combustibili fossili: due attivisti sono entrati alla Courtauld Gallery di Londra e si sono incollati a un dipinto di Van Gogh. Altre azioni simili sono state fatte a Glasgow e a Manchester.

Due ambientalisti del gruppo inglese Just Stop Oil hanno condotto lo scorso 30 giugno una singolare azione di protesta alla Courtauld Gallery di Londra, che ha riaperto lo scorso novembre dopo tre anni di lavori. I due attivisti si sono incollati a un dipinto di Vincent van Gogh, Peschi in fiore (1889), con l’intento di sensibilizzare il pubblico sui danni provocati all’ambiente dal petrolio e dal gas. Il quadro, hanno spiegato gli attivisti, è stato scelto per il suo valore simbolico, dal momento che rappresenta un paesaggio della Provenza, regione minacciata dalla siccità, dove a seguito di un inverno e una primavera poco piovosi (i livelli delle precipitazioni sono stati del 45% inferiori alle medie storiche), si è scatenata tra maggio e giugno un’ondata di caldo anomala. Il tutto ha avuto un riflesso sugli approvvigionamenti d’acqua, e al 15 giugno in Francia erano in vigore 124 ordinanze di restrizione sull’utilizzo dell’acqua in 39 dei 96 dipartimenti della Francia continentale.

“Da bambino adoravo questo dipinto, mio padre mi portò a vederlo quando visitammo Londra”, ha detto uno dei due attivisti, Louis McKechnie, 21 anni. “Amo ancora questo dipinto, ma amo di più i miei amici e la mia famiglia, amo di più la natura. Considero la sopravvivenza futura della mia generazione più importante della mia reputazione pubblica. Gli scienziati stanno dicendo che dobbiamo porre fine alle autorizzazioni per i combustibili fossili e il governo sta versando sabbia nelle loro orecchie. Non sono disposto a incamminarmi verso la mia morte per colpa delle compagnie dei combustibili fossili e dei loro burattini del governo. È immorale che le istituzioni culturali stiano a guardare mentre la nostra società è al collasso. I musei dovrebbero chiudere. I direttori delle istituzioni artistiche dovrebbero chiedere al governo di fermare immediatamente tutti i nuovi progetti di petrolio e gas. O resistiamo o siamo complici”.

“Sto agendo oggi”, gli ha fatto eco Emily Brocklebank, 24 anni, studentessa di psicologia, “perché non posso vivere in una bolla di normalità quando la società sta crollando intorno a noi e le persone nel sud del mondo stanno soffrendo così tanto. I miliardari stanno diventando più ricchi mentre gli infermieri fanno la fila ai banchi alimentari, decine di milioni di persone in tutto il mondo muoiono di fame e metà della popolazione mondiale è esposta al pericolo estremo di ondate di caldo, inondazioni, incendi e carestie. Nel frattempo l’establishment artistico, i politici e le compagnie dei combustibili fossili guardano dall’altra parte. Amo l’arte, ovunque vado visito tutti i musei. L’arte è molto importante, cattura la storia e un momento nel tempo, ma gli artisti e l’establishment artistico ci stanno deludendo concentrandosi sulle cose sbagliate. Abbiamo bisogno che tutti si concentrino sui piani genocidi del governo per consentire alle compagnie di combustibili fossili di trivellare ancora di più. Questa è una delle più grandi ingiustizie della storia. Dobbiamo resistere”.

L’ala del museo in cui si trova il dipinto di Van Gogh è stata chiusa al pubblico per il resto della giornata, ma ha riaperto subito il giorno dopo. I due attivisti sono stati invece prelevati dalla polizia di Londra, che in un video diffuso da Just Stop Oil su Twitter è stata ripresa mentre saliva una scalinata all’interno della Courtauld Gallery per interrompere l’azione dei dimostranti.

La protesta ha seguito di poche ore un’azione simile, sempre guidata dagli attivisti di Just Stop Oil, compiuta il 29 giugno presso la Kelvingrove Art Gallery di Glasgow, in Scozia: lì, gli attivisti, oltre a incollarsi a un dipinto (un paesaggio scozzese del XIX secolo, My heart’s in the Highlands di Horatio McCulloch), hanno anche lasciato, su uno dei pilastri della sala, una scritta con il nome del gruppo fatta con bombolette spray utilizzando uno stencil. I dimostranti in questo caso erano cinque, tutti sotto i 31 anni, e sono stati presi in custodia dalla polizia scozzese. Anche in questo caso il museo ha dovuto chiudere le porte. Scena simile alla Manchester Art Gallery il 1° luglio, in questo caso è stato preso di mira un dipinto di William Turner, e gli ambientalisti hanno lasciato delle scritte con le bombolette spray sul pavimento (“No New Oil”).

I funzionari dei due musei sono attualmente al lavoro per capire se durante le azioni le opere hanno subito dei danni. Il gruppo Just Stop Oil, dal canto suo, promette nuove azioni: gli attivisti stanno conducendo campagne contro i terminali petroliferi delle Midlands e del sud dell’Inghilterra (hanno cercato più volte di interrompere le loro attività), hanno invaso più volte partite di calcio, e adesso pare stiano prendendo di mira i musei con l’obiettivo di sollevare l’attenzione attorno al tema delle perforazioni petrolifere. Il 27 luglio, infine, hanno in programma una grande manifestazione di protesta a Londra.

Londra, attivisti contro il petrolio si incollano a un dipinto di Van Gogh alla Courtauld Gallery
Londra, attivisti contro il petrolio si incollano a un dipinto di Van Gogh alla Courtauld Gallery


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