È successo di nuovo: un museo italiano si priva per mesi di uno dei suoi capolavori più riconoscibili, in sordina, per mandarlo in Cina. Questa volta è toccato alla Pilotta di Parma che ha spedito a Shanghai una delle sue opere più rappresentative, ovvero la Scapiliata di Leonardo da Vinci, per una mostra che comincia oggi presso lo Shanghai Museum. Dal 10 dicembre 2023 fino al 4 aprile 2024 il museo cinese accoglie infatti la rassegna Who is Leonardo da Vinci, che mette a confronto alcune opere leonardesche, oltre alla Scapiliata (e a un paio di fogli di Michelangelo), con opere cinesi.
Una mostra di cui nessuno ha dato notizia in Italia, come spesso accade quando le nostre opere partono per la Cina. E ovviamente, poiché la Pilotta non ha fornito alcuna comunicazione in merito, neppure è dato sapere cosa il museo riceverà in cambio, dato che si priverà per ben cinque mesi di una delle opere per le quali i visitatori vanno alla Galleria Nazionale di Parma. Quanto alla mostra cinese, si legge nella presentazione che la rassegna intende “favorire gli scambi culturali e promuovere l’apprendimento reciproco tra Cina e Italia”: oltre alla Scapiliata, che assieme alla Schiava turca del Parmigianino è forse l’opera più famosa della Pilotta, ci sono undici fogli del Codice Atlantico, concessi in prestito dalla Biblioteca Ambrosiana, due disegni di Michelangelo che arrivano invece da Casa Buonarroti, e dipinti di discepoli di Leonardo, tra cui il Gesù Bambino con l’Agnello di Bernardino Luini, prestato sempre dall’Ambrosiana. Il tutto assieme a opere cinesi di diverse epoche storiche, tra cui lavori di Liang Kai (XII-XIII secolo), Shen Zhou (XV-XVI secolo) e Tang Yin (XV-XVI secolo), per “raccontare ai visitatori cinesi l’armonia tra Oriente e Occidente con le loro caratteristiche distinte e la perfetta fusione tra arte e scienza”, come si legge nella presentazione. “Per il Museo di Shanghai”, fa sapere l’istituto, “questa mostra segna il primo tentativo in assoluto di intraprendere uno studio comparativo della pittura orientale e occidentale. Utilizzando un approccio unico al dialogo, miriamo a trasportare i nostri visitatori in un viaggio trascendente e inimmaginabile attraverso il tempo e lo spazio, guidandoli ad apprezzare due paesaggi artistici. Qui, i visitatori incontreranno le espressioni artistiche fondamentalmente diverse tra le due parti del mondo durante la stessa epoca, oltre a testimoniare le somiglianze negli stili artistici orientali e occidentali che abbracciano un millennio”. Tutto questo dovrebbe rispondere alla domanda del titolo. Ci sono poi anche ricostruzioni di “macchine” ispirate ai disegni di Leonardo, giusto per non far mancare niente.
Francesco D’Arelli, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, così commenta la mostra: “Il fine ultimo della speculazione di Leonardo è la pittura, e in essa tutto il suo lavoro di studio trova origine e compimento, perché la pittura è la rivelazione più profonda e intima dell’uomo nel mondo e del suo legame con il mondo, consapevole di essere parte attiva dell’armonia dell’universo”. Un’idea che, spiega D’Arelli, non è esclusiva dell’opera di Leonardo, ma ricorre anche nell’arte cinese.
Per la Scapiliata si tratta, peraltro, del secondo viaggio in Cina nel giro di una decina d’anni. Nel 2012 infatti l’opera di Leonardo aveva fatto parte della selezione di oltre 60 capolavori di diversi musei italiani inviata al Museo Nazionale di Pechino per la rassegna Rinascimento a Firenze, salutata positivamente dall’allora ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi. Quella mostra vedeva la presenza di opere di diversi musei, mentre adesso a Shanghai le opere provengono soltanto da Pilotta, Ambrosiana e Casa Buonarroti, i tre istituti che hanno lavorato all’organizzazione della rassegna. Discutibile il fatto che il museo parmense si privi nuovamente di una delle sue opere più note per mandarla in una mostra che non sembra essere sostenuta da un progetto irresistibile, e dove, se l’intento ultimo è quello di favorire gli scambi culturali tra l’Italia e Cina, poteva essere sostituita da qualunque altro lavoro meno “iconico”.
La Scapiliata di Leonardo da Vinci per 5 mesi in Cina. La Pilotta senza la sua opera iconica |