È durata poco più di un anno la “pausa di riflessione” di Marco Goldin, il noto imprenditore-curatore che, nell’estate del 2018, aveva annunciato di voler interrompere l’attività espositiva della sua azienda, Linea d’Ombra. Ma Goldin aveva fatto ben presto a ripensarci e già lo scorso febbraio aveva annunciato una serie di progetti per il triennio 2020-2022. Il primo di questi si è aperto pochi giorni fa al Palazzo della Gran Guardia di Verona e, manco a dirlo, è ancora una mostra “da questo a quell’altro”: s’intitola Il tempo di Giacometti. Da Chagall a Kandinsky e si tiene dal 16 novembre 2019 al 5 aprile 2020. L’organizzazione è affidata al Comune di Verona e a Linea d’Ombra in collaborazione con la Fondazione Marguerite e Aimé Maeght e con la sponsorizzazione del Gruppo Baccini.
Si tratta, si legge nelle presentazioni, di una monografica su Alberto Giacometti, con un centinaio di opere: circa settanta sono dell’artista ticinese, le altre invece sono di artisti operativi a Parigi tra le due guerra (Kandinsky, Braque, Chagall, Miró e altri). È Goldin spesso a fornire un quadro: “Giacometti è stato una delle mie primissime passioni nel campo dell’arte, poco dopo i vent’anni. Lo cercavo nei libri, nelle mostre e nei musei d’Europa. Ho immensamente amato dapprincipio i suoi disegni, diversi dei quali ho infatti scelto di portare in Gran Guardia. Poi i suoi quadri così sincopati, soprattutto le figure e le nature morte, anch’essi presenti a Verona, e naturalmente le celeberrime sculture. Sono felice di poter rendere omaggio a Giacometti in Italia con questa mostra così vasta, con opere che ne attraversano tutta la carriera, dal suo tempo giovanile in Svizzera alle sculture inaugurali attorno ai quindici anni fino alle prove surrealiste e a quelle, ormai facenti parte dell’immaginario collettivo, della maturità”.
La mostra vuole poi rievocare l’attività di Aimé e Marguerite Maeght, che ebbero un’importante galleria a Cannes, fondata prima della seconda guerra mondiale: l’esperienza venne poi replicata nel 1945 a Parigi, dove i Maeght, due anni più tardi, organizzarono una mostra sui surrealisti, in collaborazione con Marcel Duchamp e André Breton, che ebbe un enorme successo. L’inaugurazione della Fondazione Maeght, con sede a Saint-Paul-de-Vence, risale invece al 1964. La galleria Maeght fu molto legata a Giacometti. Sarà un’altra mostra con numeri a sei cifre per il vulcanico Goldin?
Nella foto: Wassily Kandinsky, Noeud rouge (1936; olio su tela, 89 x 116 cm; Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et Aimé Maeght). © Claude Germain - Archives Fondation Maeght (France)
Goldin ritorna ed è già “da questo a quell'altro”: a Verona con “Giacometti da Chagall a Kandinsky” |